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Un centinaio di persone in corteo a Nerviano per il “cessate il fuoco” in Palestina

Gli organizzatori hanno chiesto a Leonardo di ripensare la sua politica industriale fermando l'esportazione di armi, «soprattutto a Paesi che violano costantemente i diritti umani»

Un centinaio di persone in corteo per le strade di Nerviano per il “cessate il fuoco” in Palestina e per chiedere a Leonardo, gruppo industriale internazionale attivo nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, di ripensare la propria politica industriale e di mettere un freno alla produzione e all’esportazione di armi, «soprattutto a Paesi che violano costantemente i diritti umani e il diritto internazionale».

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Corteo per la pace in Palestina a Nerviano 4 di 8

Al corteo hanno aderito i Giovani Palestinesi d’Italia, la Comunità Palestinese Lombarda, l’associazione Nabad, l’associazione Gulliver, l’associazione culturale PuntoRosso, la onlus Vento Di Terra, Rifondazione Comunista, l’Associazione culturale Nervianese, S.I. Cobas, i circoli Legambiente di Nerviano e Parabiago, SOS Fornace, i Giovani Democratici dell’Altomilanese, il Collettivo La Sciloria, BiciPace, Movimento ALT!, il Laboratorio di Quartiere Mazzafame, il Circolo S. Teresa Mazzafame e Alleanza Verdi e Sinistra.

Corteo per la pace in Palestina a Nerviano

«Abbiamo organizzato questa manifestazione in una settimana e siamo riusciti a portare in piazza un numero considerevole di persone, coinvolgendo le associazioni del territorio – hanno sottolineato Andrea Lazzeri e Federica Rovellini, promotori del corteo -. La nostra volontà era proprio quella di fare in modo che il messaggio del “cessate il fuoco” raggiungesse anche la provincia. A nostro avviso più realtà si mobilitano più l’attenzione viene portata su questo tema e più gli Italiani possono prendere coscienza della posizione del Governo, che si è astenuto su una decisione importante come il “cessate il fuoco” in Palestina».

«L’importanza della manifestazione a Nerviano è anche legata al fatto che qui c’è una sede di Leonardo, la prima azienda italiana che esporta armi – hanno aggiunto Lazzeri e Rovellini -. Siamo qui anche per dissociarci e denunciare l’operato di Leonardo perché pensiamo che un modo semplice ma efficace per far finire le guerre sia non produrre e non esportare armi, soprattutto a Paesi che violano costantemente i diritti umani e il diritto internazionale, anche in accordo alla legge italiana che prevede proprio questo. Israele in questi giorni, ma in realtà negli ultimi 75 anni, ci ha dato modo di vedere come non rispetti minimamente il diritto internazionale. Chiediamo a Leonardo di ripensare la sua politica industriale e soprattutto di dissociarsi dai crimini a cui stiamo assistendo ormai da 50 giorni».

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Pubblicato il 26 Novembre 2023
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