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25 aprile, a Parabiago una targa per ricordare il partigiano Gianfranco Castelnovo

A Parabiago per il 25 aprile una targa in memoria di Giancarlo Castelnovo, partigiano combattente della Brigata Stefanoni, posata dall'ANPI

25 aprile a Parabiago

È il 25 aprile 1945, inizia la ritirata dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò da Milano e Torino dopo la ribellione della popolazione e l’insurrezione generale proclamata dai partigiani. A distanza di 77 anni il Legnanese è tornato a celebrare l’anniversario della Liberazione con un calendario di iniziative fatto di cortei e manifestazioni di piazza, riassaporando quella “normalità” che tanto è mancata dall’inizio della pandemia.

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Parabiago ha ricordato il 25 aprile nel segno del “suo” cittadino Giancarlo Castelnovo, nato nel 1919 e morto solamente 28 anni più tardi dopo essere stato partigiano combattente della Brigata Stefanoni, che operava nella zona del Mottarone con base a Gignese, sopra a Stresa, formata da circa duecento donne e uomini: sulla sua tomba, infatti, la sezione cittadini dell’ANPI ha posizionato una targa commemorativa in occasione delle celebrazioni per la Liberazione.

25 aprile a Parabiago

«Le informazioni arrivano dalle memorie lasciate da Mariuccia Andreani (conservate nell’archivio del Verbano-Cusio-Ossola “I ribelli della presa”), classe 1929, staffetta partigiana all’epoca di soli 15 anni, che ci racconta di lui, della sua presenza nelle file dei partigiani del Mottarone già dall’ottobre 1943, nel gruppo dei “ribelli della presa” – ha spiegato Giorgio Nebuloni a nome della sezione ANPI di Parabiago prima di scoprire la targa -. Ci racconta che fu arrestato il 1° novembre 1945, torturato a San Vittore e poi trasferito nel campo di concentramento di Bolzano. Ci dice anche che nonostante le feroci torture, che lo condurranno a morte solo due anni dopo a 27 anni, riuscì a far pervenire, tramite un guardiano di San Vittore che collaborava con la Resistenza, un messaggio al comandante della brigata nel quale oltre a rassicurare che non aveva svelato alcun segreto né fatto nomi, lo informava che nel carcere girava l’indiscrezione che i fascisti stavano predisponendo la cattura di due partigiani del gruppo di Gignese, Andreani, il papà di Mariuccia, e De Gasperi, mettendoli così in guardia e consentendo loro di sfuggire alla cattura. Perché questa targa? Semplice, per dare il nostro piccolo contributo a conservare la memoria di un uomo a cui dobbiamo la nostra libertà, di un uomo che ha sofferto tanto fino a morire pur di non tradire i suoi compagni, di un uomo che era dalla parte del giusto: Giancarlo Castelnovo un nostro concittadino di cui andare fieri e seguire l’esempio».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2022
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