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Il Pgt e la città fantasma

Intervista all'assessore all' assetto e gestione del territorio, Antonio Ferrè, sulle richieste di insediamento e sui tentativo di rigenerare gli spazi vuoti della città...

Immense aree industriali fantasma e 100mila metri quadrati di terreni potenzialmente edificabili con piani attuativi ereditati dalla vecchia giunta ma bloccati per la crisi economica. Si inseriscono  in questo quadro le tre nuove richieste di insediamenti commerciali arrivate al Comune e ancora in fase di approvazione. Un'apparente contraddizione a cui però non ci si dà risposta.

Si tratta di tre piani attuativi, sulla Sp12, su viale Sabotino e lungo la bustese (Ambito 10), dove potrebbero arrivare tre attività commerciali, la cui tipologia non è ancora stata comunicata. «Al comune – spiega l'assessore all' assetto e gestione del territorio, Antonio Ferrè – sono pervenute queste domande ma abbiamo riscontrato alcune problematiche. Come amministrazione stiamo cercando di trovare delle soluzioni per avviare questi progetti che devono però rispettare delle regole, regole che abbiamo riassunto in una griglia di valutazione che tiene conto della tutela ambientale e dell'impatto sulle infrastrutture con tanto di punteggio che premia gli elementi positivi». L'insediamento al momento più fattibile è quello adiacente al Mercatone Uno su viale Sabotino. In relazione all'ambito 10 l'intenzione dell'amministrazione sarà poi quella di coinvolgere il Comune di Castellanza, comune confinante, quando le proposte saranno più concrete. Una risposta anche alla polemica sollevata dal consigliere comunale (Ncd) Luciano Guidi che millantava  la volontà del Comune di bloccare questi impossibili investimenti. «Non è affatto così – ribadisce Ferrè – si tratta di rispetto delle regole: lo chiediamo nel caso di Ikea e lo dobbiamo fare anche sul nostro territorio». 

L'attenzione all'ambiente è anche uno degli obiettivi del Piano di Governo del Territorio e della variante da poco approvata dalla giunta comunale, insieme ad altri due capi saldi: rigenerare la città esistente e limitare il consumo del suolo. Rientrano in questo ambito le aree dismesse della Franco Tosi, che rimangono produttive (Qui l'articolo) e i progetti già in atto come la riqualificazione delle ex Fonderie Tosi dove sarà ricavata la nuova biblioteca (Qui il servizio) e la riqualificazione della ex Pensotti (Qui il servizio). 

La ex Bernocchi è invece in mano ai privati che per il momento hanno presentato un piano per la riqualificazione idraulica del fiume Olona, compresi argini e prolungamento della passeggiata lungo il corso d'acqua. Tra gli spazi vuoti restano tali la ex Manifattura (anche l'ultimo bando di vendita è andato vuoto),  il vecchio ospedale e la caserma, aree su cui ci sono tanti progetti ma pochi i finanziamenti.

Per quanto riguarda infine le aree edificabili relative a piani attuativi avviati dalla vecchia giunta e bloccati per la crisi segnaliamo anche quello della chiesetta di Legnarello. Qui ci sono delle trattative aperte con il privato per il recupero del fabbricato: sfumata però la possibilità di realizzarvi la sede di un archivio comunale poichè non è stato possibile accedere ad un bando pubblico. 

valeria arini – gea somazzi

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Gennaio 2015
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