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L’ex ministro Marta Cartabia a Legnano: “Giustizia e Pace possibili solo con la conoscenza dell’ingiustizia”

La prof.ssa Cartabia ha chiuso il ciclo di incontri del Centro Culturale San Magno “Credere Amare e servire”

cartabia a legnano

Giustizia e Pace nella terza serata che, venerdì 2 dicembre, ha chiuso il ciclo di incontri del Centro Culturale San Magno “Credere Amare e servire”: il primo con don Julián Carrón, già presidente della fraternità di Comunione e Liberazione, il secondo con mons. Angelo Cairati per una relazione sul cardinal Martini. Protagonista dell’ultimo incontro, la prof.ssa Marta Cartabia, sangiorgese di nascita, legnanese nella sua adolescenza e varesina da giovane studentessa, con un recente passato da presidente della Corte costituzionale e ministro della Giustizia.

Punto centrale della conferenza, proposta attraverso domande di Rachele Grassini dell’associazione Politics Hub, un passo di Benedetto XVI, per approfondire il concetto di Giustizia e di Pace: «Dare una definizione di Giustizia è una impresa impossibile da compiere. Si tratta di un concetto inafferrabile partendo dagli antichi giuristi per arrivare a quelli attuali. Quindi rinunciare?». Assolutamente no, secondo la prof.ssa Cartabia, che ha riproposto una soluzione avanzata dal giurista Zagrebelski e dal cardinal Martini: «Ribaltiamo la domanda. Cos’è piuttosto una ingiustizia? Immediatamente, l’ingiusto affiora ed è qui la fonte alla quale attingere. E’ l’esperienza dell’ingiustizia, ricordavano proprio Zagrebelski e Martini, il motore al quale affidarci, perchè ci aiuta a trova un linguaggio comune per parlare e per capirci sul concetto del diritto, pur partendo da punti diversi. Un punto di partenza vero, perchè ci consente  di iniziare da qualcosa che ci accomuna e di arrivare a formare una comunità civile in cui si può tessere qualcosa, un progetto, una legge, un programma che unisca tutti».

«Brandire la parola Giustizia per portarla sulla Terra – ha proseguito la prof.ssa Cartabia – è pericoloso, si corre un grandissimo rischio perchè ci mettiamo nei panni di Dio, il solo che può farlo. Noi possiamo rimediare alle ingiustizie, prevenirle, ben consapevoli che stiamo facendo un lavoro che non sarà mai finito, ne’ perfetto. Un sistema di giustizia che non abbia la consapevolezza che non potrà mai estinguere del tutto quel grido che nasce nel cuore dell’uomo, quando c’è una ingiustizia, è un sistema sbagliato dal quale possono nascere le più profonde ingiustizie. Giustizia e Pace, quindi, sono cose che desideriamo, ma sappiamo che sono sempre in un oltre. Questa consapevolezza ci deve aiutare a capire che ogni battaglia, la più giusta, per la giustizia non deve diventare foriera del contrario».

«L’intento degli incontri – ha commentato in conclusione mons. Angelo Cairati – è stato riscoprire gli elementi essenziali che possono dare senso alla nostra vita di relazione quanto al nostro agire e pensare alla quotidianità. Quelli proposti sono stati momenti di ascolto più che di confronto e dibattito. Non a caso, la scelta del luogo di incontro è stata la basilica, la chiesa, spazio privilegiato dell’ascolto».

Redazione
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Pubblicato il 02 Dicembre 2022
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