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Elezioni a Legnano, ecco le proposte per case popolari e emergenza abitativa

Candidati alle prossime elezioni di Legnano a confronto su un tema "caldo" della campagna elettorale: case popolari ed emergenza abitativa

case popolari legnano

Liste d’attesa “monstre” per le case popolari, cantieri abbandonati, abitazioni sfitte o invendute. La casa diventa sempre più un’emergenza, e la situazione non sembra destinata a migliorare con lo tsunami socio-economico-sanitario portato dall’emergenza Covid-19. E in questo panorama Legnano non fa eccezione, tanto che la città è stata inserita tra i 117 comuni ad alta tensione abitativa destinatari dei fondi stanziati dalla Regione per dare respiro ai cittadini in difficoltà e in particolare agli inquilini morosi incolpevoli. Case popolari ed emergenza abitativa, quindi, sono inevitabilmente destinate ad entrare nei programmi elettorali dei candidati alle prossime elezioni amministrative di Legnano, e LegnanoNews ha raccolto le proposte dei sette aspiranti primi cittadini.

Il comune, secondo la Sinistra, può intervenire «avvalendosi della leva dell’IMU, promuovendo le misure di sostegno alla locazione privata messi in atto dall’Agenzia per la Locazione del Legnanese e adottando regole della pianificazione territoriale che stimolino il recupero di edifici degradati con criteri di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica, nonché con clausole di valore sociale – spiega la candidata Lucia Bertolini, che punta il dito contro i “contributi affitto” insufficienti della Regione -. Oltre a reperire risorse per aiutare le famiglie in difficoltà, vanno valorizzate e incrementate modalità diverse di rispondere alle emergenze abitative, come il co-housing per l’inserimento sociale, la promozione di forme di cooperazione sociale e indivisa per l’autorecupero dello sfitto abbandonato, patti per la rigenerazione condivisa di edifici e spazi non utilizzati. Anche premendo su ALER perché metta a disposizione alloggi oggi inagibili o degradati, che il Comune potrebbe chiedere che gli vengano assegnati o ceduti, viste le difficoltà con cui vengono amministrati. Perché non si possono più sopportare i casi macroscopici dei cantieri abbandonati in via Carlo Porta e in via Ciro Menotti, oltre ai mille problemi degli inquilini delle case Aler, segno di una gestione inadeguata».

Per case popolari ed emergenza abitativa secondo Franco Brumana, candidato sostenuto dalle due liste civiche Movimento dei Cittadini e Legnano Cambia, bisogna ripartire innanzitutto dai 77 appartamenti “in sospeso” a Mazzafame nel cantiere ALER di via delle Rose. «Occorre che il comune faccia il possibile per aiutare chi ha bisogno di case, in modo particolare per le nuove famiglie e per i giovani, che già incontrano difficoltà enormi nel trovare posti di lavoro – è la posizione di Brumana e dei suoi -. Il comune innanzitutto dovrebbe fare pressione affinché venga sbloccata la costruzione di 77 appartamenti dell’Aler nella zona di Mazzafame, che si è interrotta a seguito del fallimento dell’impresa appaltatrice. Un’interruzione di questo tipo è ammissibile, ma quello che non è ammissibile è che non venga risolta nel giro di poco tempo: occorre che chi di dovere si attivi per completare questo edificio, anche perché 77 appartamenti sono un buon numero e già possono contribuire ad alleviare in parte l’emergenza abitativa. Il Comune, inoltre, può intervenire attraverso i servizi sociali con aiuti economici per chi ne ha bisogno: purtroppo nel periodo post Covid sicuramente questo bisogno sarà accentuato».

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Franco Colombo e la sua lista civica puntano al contrasto dell’abusivismo, ad appartamenti a prezzi calmierati per i padri divorziati in difficoltà economica e a dare priorità ai cittadini bisognosi e agli stranieri in regola con il permesso di soggiorno nell’assegnazione delle case popolari. «La gestione dell’emergenza abitativa risulta un problema complesso e di non facile soluzione, in quanto servizi in capo a più enti – spiega il candidato -. Ciò premesso sarà nostra cura vigilare in collaborazione con ALER che non si verifichino episodi di abusivismo e che la priorità abitativa sia data ai cittadini bisognosi e agli stranieri in regola con il permesso di soggiorno. Altro punto che ci preme sviluppare è la messa a disposizione di appartamenti a prezzo calmierato ai padri divorziati in difficoltà economica».

Il centrosinistra, invece, punta a fare rete con le altre realtà attive a Legnano e con i cittadini. «La casa, come elemento di sicurezza nella vita di ogni individuo, è un pilastro fondamentale della politica sociale di un Comune – sottolinea il candidato, Lorenzo Radice -. Vogliamo portare a termine nel più breve tempo possibile il progetto “Integration Machine”, che offrirà oltre 30 di alloggi di housing sociale nell’ex Rsa Accorsi in Canazza, e sbloccare la situazione annosa che interessa il quartiere Mazzafame, dove Aler sta realizzando case di edilizia residenziale pubblica attese ormai da troppo tempo. Ma accanto al patrimonio pubblico di abitazioni che andrà ad ampliarsi, anche i cittadini possono essere risorse preziose per contribuire a dare una soluzione al problema casa promuovendo progetti di “abitare solidale”. Ci impegneremo a sostenere iniziative di co-housing (abitare in comunità), quando queste si propongano con finalità di animazione del quartiere e di accoglienza e assistenza di persone fragili. Riconosceremo il valore sociale di queste iniziative e, secondo quanto previsto dalle leggi in materia, agevoleremo, anche rispetto agli oneri urbanistici, progetti in grado di generare welfare e benessere condiviso nei quartieri. Particolare attenzione sarà rivolta alle iniziative che puntano a recuperare o rivitalizzare il patrimonio edilizio già esistente senza consumare altro suolo. Uniremo le forze con tutti gli attori impegnati sul territorio nell’affrontare il problema dell’emergenza abitativa e metteremo a sistema il lavoro svolto dall’equipe di Azienda So.LE che, per conto del Piano di Zona, gestisce da qualche mese un progetto innovativo quale “Housing first”, rivolto a persone in stato di povertà estrema».

Per il Movimento 5 Stelle la soluzione per le case popolari di Legnano è lo stop ad ALER. «Legnano soffre evidentemente di una penuria di edilizia sociale pubblica – secondo il candidato pentastellato, Simone Rigamonti -. Abbandonare l’edilizia popolare a favore di quella convenzionata è stata una scelta che ha penalizzato centinaia di famiglie ritenute inidonee a prestare garanzie per contrarre un mutuo e così anche non idonee per imbarcarsi in un contratto d’affitto. Legnano vive una situazione paradossale: a fronte di una necessità immediata di almeno 500 alloggi, sul territorio, tra recupero funzionale e nuove realizzazioni, ce ne sono almeno 2.000 sfitti (anche privati), non utilizzati. È necessario cambiare rotta e dare supporto ai nostri cittadini che si trovano in difficoltà abitative. Maggiori fondi devono essere stanziati per supportare le criticità dei legnanesi affinché, in attesa di un alloggio popolare, possano garantirsi un’abitazione in affitto supportati da garanzie comunali. Errore di carattere strategico è stato anche la scelta di affidare ad ALER il “mercato” degli alloggi popolari. Legnano non brilla per manutenzione dell’esistente compendio immobiliare ed il fallimento di una serie di imprese alle quali sono state affidate la realizzazione di nuovi alloggi stanno aggravando, se possibile, la già grave situazione. A nostro parere si dovrebbe arrivare ad escludere Aler e acquisire a “costo zero” le sue proprietà così che vengano gestite direttamente dai Comuni con i fondi, nazionali e regionali, già stanziati. Il Comune, per monitorare la costante necessità di alloggi, per rigenerare strutture da adibire ad alloggi e farne dei nuovi, potrebbe affidare tali compiti alla società compartecipata Euro.Pa.».

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Per Europa Verde la strada da seguire è duplice: accordi con i proprietari degli immobili inutilizzati e interventi di autoristrutturazione o autocostruzione. «Legnano ha un patrimonio edilizio di grandi dimensioni con una significativa presenza di edifici incompiuti e abbandonati – spiega l’aspirante primo cittadino, Alessandro Rogora -. Ciò nonostante il bisogno abitativo – specialmente per le fasce più deboli – non è soddisfatto per la scarsità di appartamenti in locazione a prezzi calmierati. La nostra proposta prevede diversi livelli di intervento che cerchino di dare una risposta – almeno parziale – in tempi brevi e una ulteriore risposta in tempi medi. Da un lato occorrerà cercare degli accordi con i proprietari degli immobili inutilizzati per favorire l’immissione sul mercato di vani in locazione a prezzi accessibili con il Comune che possa fare da garante nei confronti dei proprietari, dall’altro rendere disponibili spazi inutilizzati anche con operazioni di riuso temporaneo (si veda a proposito l’esperienza milanese temporiuso.org). Dall’altro proponiamo degli interventi di autoristrutturazione associata e parziale autocostruzione – utilizzando soluzioni costruttive semplificate – che permettano di rendere disponibili alloggi in proprietà o in uso con un affitto “in cambio lavoro”. Proponiamo infine di attivare delle convenzioni tra privato e Comune negli interventi edilizi di dimensioni significative per riservare una piccola quota del costruito ad uso pubblico e naturalmente di ricercare ogni opzione di finanziamento regionale e nazionale sul tema».

Per il centrodestra, infine, a Legnano contro l’emergenza abitativa e i problemi delle case popolari servono nuovi alloggi ERP, dialogo con ALER e priorità ai legnanesi nell’assegnazione. «Dato il momento di particolare difficoltà che ci accingiamo a vivere, faremo concretamente sentire il nostro sostegno a famiglie e inquilini in difficoltà, e a chiunque abbia perso o potrebbe ancora perdere il posto di lavoro, con la conseguente – e incolpevole – impossibilità di pagare l’affitto della propria casa – sottolinea la candidata, Carolina Toia -. Bisognerà intervenire sugli alloggi ERP, finanziando anche grazie a contributi regionali, la realizzazione di nuovi appartamenti e proseguendo il lavoro di ricognizione degli esistenti. Ruolo centrale avrà anche il dialogo costante con ALER e Regione Lombardia per portare alla luce e risolvere concretamente quelle problematiche che da tempo affliggono gli alloggi. Sarà anche importante accompagnare lungo un percorso ben definito quegli inquilini che potrebbero riuscire ad avere una casa anche senza il sostegno del Comune, aiutandoli a trovare un alloggio stabile con affitti calmierati o inserendoli in appositi programmi di edilizia residenziale sociale, che saranno fondamentali per dare spazio anche ad eventuali nuovi poveri per la coda lunga del Covid. Infine, nell’assegnazione di case comunali, garantiremo priorità di accesso ai legnanesi e ci impegneremo a ridurre le tempistiche delle liste di attesa».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Agosto 2020
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