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Rischio contaminazione alla ex Rimoldi-Necchi di Busto Garolfo, il sindaco ordina la messa in sicurezza

L'ordinanza del sindaco fa seguito alla nota di ARPA che ha evidenziato un «pericolo concreto di contaminazione» del sito della ex Rimoldi-Necchi

ex rimoldi-necchi Busto Garolfo

Ancora un’ordinanza per la messa in sicurezza dai rifiuti della ex Rimoldi-Necchi di via Montebello a Busto Garolfo, l’area che per decenni ha ospitato l’allora colosso mondiale delle macchine per cucire e che negli anni è più volte tornata alla ribalta delle cronache proprio per i problemi legati all’inquinamento.

Nel complesso industriale, formato da quattro capannoni e da tre terreni il cui stato di conservazione lascia purtroppo a desiderare, sono attualmente in corso le operazioni di bonifica, nel cui ambito a fine settembre sono state avviate le attività di caratterizzazione in contraddittorio con ARPA, riprese proprio nei giorni scorsi dopo una sospensione per il ripristino e la pulizia dei luoghi. Lo scorso venerdì 11 novembre, però, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ha trasmesso a Palazzo Molteni una nota tecnica di sopralluogo dove si evidenziava che a seguito degli scavi effettuati per verificare le condizioni del sottosuolo era stata rilevata «la presenza di terreno frammisto a materiale di origine antropica costituito da mattoni, metallo, stracci e plastica ed a profondità maggiore è emersa la presenza di frammenti di fusti in ferro ammalorati, di cui uno con “crosta” di colore giallastro e su un altro era riportata la scritta “cianuro di sodio“».

ex rimoldi necchi busto garolfo

Visto il «pericolo concreto di contaminazione», quindi, ARPA ha chiesto la messa in sicurezza immediata dell’area e di procedere alla classificazione merceologica di quanto è stato rinvenuto. E per evitare «rischi di qualsiasi natura» la prima cittadina ha deciso di emanare un’ordinanza intimando alla proprietà di provvedere a tutte le operazioni necessarie dandone conto al comune entro tre giorni dalla notifica del provvedimento. Entro i «tempi strettamente necessari» e comunque non oltre i venti giorni dalla notifica, inoltre, dovrà essere depositata anche la classificazione merceologica di quanto rivenuto, seguita entro quaranta giorni da un’indagine specifica di approfondimento, eventualmente anche attraverso indagini indirette per circoscrivere l’area interessata dai rifiuti. Ultimo step, stavolta entro sessanta giorni dalla notifica, una «campagna analitica delle acque sotterranee su tutti i parametri presenti in sito con la ricerca dei medesimi parametri previsti sui suoli inclusi i cianuri».

Proprio i problemi legati all’inquinamento dell’area e l’impossibilità di avere certezze rispetto ai costi di bonifica dei terreni, peraltro, hanno finora pesato contro i ripetuti tentativi di vendere l’area all’asta del Tribunale di Busto Arsizio. L’area occupata dalla ex Rimoldi-Necchi, infatti, ormai da decenni, a corrente alternata, è al centro di polemiche legate all’inquinamento ed allo smaltimento dei rifiuti, tra provvedimenti del Comune per la bonifica dei terreni ed interventi da parte dell’autorità giudiziaria. Tanto che lo scorso anno il comune ha deciso di affidare una consulenza stragiudiziale ad un legale esperto in materia ambientale per prendere una volta per tutte i provvedimenti necessari a sbrogliare la matassa che ruota intorno al complesso industriale, che negli anni si è fatta sempre più intricata per i diversi passaggi di proprietà che ci sono stati.

Torna all’asta la ex Rimoldi-Necchi di Busto Garolfo

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Novembre 2022
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