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I reali consumi di un climatizzatore

Ogni volta che ci si accinge a comprare e a installare un nuovo climatizzatore, una delle prime domande che ci si deve porre è quella relativa ai consumi del dispositivo che si ha intenzione di acquistare, dal momento che tale aspetto è destinato a ripercuotersi sui costi in bolletta

climatizzatore

Ogni volta che ci si accinge a comprare e a installare un nuovo climatizzatore, una delle prime domande che ci si deve porre è quella relativa ai consumi del dispositivo che si ha intenzione di acquistare, dal momento che tale aspetto è destinato a ripercuotersi sui costi in bolletta. Un interrogativo che ha ragion di esistere soprattutto in un contesto sociale ed economico come quello attuale, in cui le famiglie sono orientate a limitare i consumi non solo per una questione di risparmio ma anche in virtù di una significativa coscienza ecologica.

Il calcolo dei costi

Che si parli di consumi dei condizionatori Samsung o di qualunque altro marchio, è bene tener presente che non si può calcolare il costo del consumo elettrico semplicemente moltiplicando il tempo durante il quale il climatizzatore viene usato per il prezzo dell’energia elettrica misurata in kWh. Ci sono, infatti, molti altri fattori di cui è bene tenere conto: per esempio la posizione e l’isolamento termico della casa, o comunque dell’edificio che si è intenzionati a raffrescare. È chiaro, infatti, che se l’immobile si trova in pieno sole, il climatizzatore ha bisogno di più potenza, specialmente se l’isolamento termico delle pareti non è efficace, per far sì che la temperatura possa raggiungere il livello desiderato. E non è tutto, perché anche una volta che la temperatura desiderata sarà stata raggiunta, il climatizzatore si dovrà accendere più spesso per mantenerla.

La classe energetica

Inoltre, non va dimenticato che il costo del consumo elettrico è correlato alla classe energetica riportata in etichetta, e quindi in buona sostanza dipende dal modello che si è scelto di acquistare. Ipotizzando che il condizionatore resti in funzione per due ore, la quantità di energia che viene consumata cambia in base a come il dispositivo lavora. Dopo che la temperatura voluta è stata raggiunta, il climatizzatore torna ad attivarsi unicamente per fare in modo che la temperatura rimanga costante, sempre con un minimo grado di tolleranza. È evidente che se ci si trova in un edificio con un isolamento termico ottimale, il condizionatore torna ad attivarsi una volta ogni tanto e solo per pochi minuti. Inoltre, qualora si tratti di un climatizzatore con inverter, il dispositivo non lavora per tutto il tempo alla massima potenza, ma è in grado di regolare la potenza stessa così da ottimizzare i consumi.

I climatizzatori di vecchia generazione

Come si è visto, la classe energetica è uno dei fattori che incidono sui consumi. La F è la classe energetica peggiore, e in effetti si può considerare obsoleta: insomma, chi ha in casa un condizionatore di questa classe dovrebbe sostituirlo subito. Infatti tali dispositivi consumano più di 1295 kWh. Ipotizzando che l’energia elettrica abbia un costo di 25 centesimi per kWh, ecco che con un climatizzatore di classe F il consumo è non inferiore ai 300 euro, pari a 25 euro al mese. È evidente la differenza con un condizionatore di classe A, per il quale non si superano i 220 euro all’anno, pari a circa 18 euro al mese: un risparmio davvero significativo.

I climatizzatori moderni

Nel caso in cui si abbia in mente di comprare un climatizzatore capace di consumare poco e che vanti un rapporto qualità prezzo il più possibile conveniente, è bene essere consapevoli delle caratteristiche delle nuove etichette energetiche. In ogni caso, per avere un’idea ben precisa dei consumi del proprio condizionatore e tenerlo sempre sotto controllo, si può pensare di comprare un wattometro – ovviamente utile anche per altri elettrodomestici -: si tratta di un normale adattatore a cui si deve attaccare l’unità esterna del condizionatore e che costa poco più di una decina di euro.

I consumi di ogni classe energetica

Come si è visto, un condizionatore di classe energetica F può arrivare a consumare fino a 1295 kWh. Nel caso di un dispositivo di classe E, invece, si oscilla fra i 1096 e i 1188 kWh. Passando ai modelli di classe D, si va da un minimo di 1080 a un massimo di 1096 kWh. Ancora, per i condizionatori di classe C si può scendere fino a 950 kWh, e per quelli di classe B si rimane fra gli 891 e i 950 kWh.

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Pubblicato il 28 Agosto 2023
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