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“DIFENDERE LA VITA CON MARIA”: TUTTI CONTRO TUTTI

Il Comune definisce "ideologiche e strumentali" le polemiche di questi giorni - L'Associazione religiosa chiarisce la sua attività - Marazzini se la prende con il PD...

E' trascorsa ormai una settimana dall'ultimo consiglio comunale e ancora oggi la convenzione stipulata dalla amministrazione comunale con l’associazione “Difendere la Vita con Maria” continua a suscitare una reazione dietro l'altra. In giornata, addirittura tre i comunicati arrivati in redazione. In ordine, quello della amministrazione comunale che, tra l'altro, definisce "ideologiche e strumentali"  le polemiche di questi giorni; quello della stessa associazione “Difendere la vita con Maria” che desidera chiarire il contenuto "pieno di inesattezze e di affermazione pesanti" del testo pubblicato dalla Sinistra Legnanese; infine, il comunicato del consigliere Giuseppe Marazzini, dopo la presa di posizione del PD.


Iniziamo con la nota trasmessa dall'Ufficio stampa del Comune di Legnano, con alcuni chiarimenti importanti sul suo operato.

L’Amministrazione comunale di Legnano, alla vigilia della Giornata della Donna, intende fare alcune puntualizzazioni in merito alle polemiche, molto ideologiche e strumentali, che hanno accompagnato la stipula della convenzione con l’associazione “Difendere la vita con Maria” per la tumulazione dei cosiddetti “prodotti abortivi”. Quanto deliberato dalla Giunta non è stato altro che dare compimento a un analogo protocollo d’intesa sottoscritto dall’Azienda Ospedaliera in data 14/11/2011 con la predetta associazione. In esso si fa esplicito riferimento (art.1) al diritto dei genitori o di chi per essi “a provvedere alla gestione dell’inumazione”, delegando invece altri soltanto nei casi in cui “non abbiano esercitato il loro diritto nelle prime 24 ore” dopo l’aborto.
L’Amministrazione comunale è coinvolta in quanto è nel cimitero-parco cittadino che da molti anni vengono effettuate le sepolture dei “prodotti abortivi” in un apposito campo riservato. Si è voluto così regolamentare simili eventi basandosi esclusivamente su quanto previsto dalle leggi regionali in materia. Attribuire significati ideologici alla convenzione è quindi un’operazione non condivisibile.
E’ pur vero che l’associazione in oggetto è nettamente contraria a ogni pratica abortiva, ma il suo coinvolgimento non condiziona minimamente il totale rispetto della Legge 194/78 all’interno del nostro ospedale, ne tanto meno può essere interpretato come un “insulto” alle donne.
La convenzione comunale, basandosi su quanto prevede il Regolamento cimiteriale,  vincola ulteriormente qualsiasi rischio di un uso strumentale delle sepolture poiché è previsto un rigido controllo sulle modalità di svolgimento. Pertanto non verranno autorizzate cerimonie religiose, cippi commemorativi, iniziative che possano in qualche modo attribuire ad esse un significato ideologico o strumentale. In questo modo si vuole garantire non solo la laicità dello Stato ma anche, e soprattutto, il pieno rispetto della sensibilità e delle diverse religioni di appartenenza delle donne che hanno abortito. 


Di seguito, invece, le considerazioni firmate dal dott. Paolo Monticelli – responsabile per le convenzioni della Associazione "Difendere la Vita con Maria", il quale se la prende con il comunicato della Sinistra Legnanese (qui il testo) "contenente gravi inesattezze". Desiderio del dirigente novarese "puntualizzare alcuni aspetti spero dovuti più a disinformazione che ad altro".

L'Associazione "Difendere la vita con Maria " è un organizzazione di volontari, che si occupa della promozione culturale e spirituale della vita umana e della difesa dei diritti del concepito fino alla morte naturale. A questo proposito vorrei ricordare che nell'ordinamento giuridico dello Stato Italiano, che l'anonimo estensore della missiva evidentemente non conosce nella sua completezza, accanto alla legge 194/1978 esiste anche la legge 40/2004, che nell'affrontare i delicati problemi connessi alla procreazione assistita espressamente riconosce, all'art.1, "il concepito", tra i soggetti giuridici meritevoli di protezione e rispetto. Quindi non si tratta affatto di promuovere "interpretazioni distorte" di una norma, ma di dare semmai corretta attuazione ad una legge, quale la 194, che all'art.1 "garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio". Se l'inizio della vita umana coincide con il concepimento, come ormai anche la legge italiana afferma, lascio trarre alla coscienza indivuale di ciacun lettore ogni opportuna conclusione. Peraltro, mettendo per un attimo da parte l'aspetto giuridico e religioso della questione, vorrei ricordare come recenti studi scientifici abbiano rilevato come nei primi tre minuti dalla fecondazione si instauri un forte legame  tra madre e figlio. Questo lo dice la scienza. Tornando al diritto, non sto nemmeno a ricordare il vero tradimento che della legge 194 è stato compiuto, trasformandola da normativa di sostegno alla maternità a strumento burocratico di eliminazione di quelli che si suole chiamare "prodotti abortivi". Peraltro, l'art.11 del Regolamento n°6/2004 della RegioneLlombardia contempla espressamente il seppellimento delle parti anatomiche riconoscibili dei feti, come pure prevede che  sia data l'informazione ai genitori della possibilità di richiedere e farsi carico personalemnte della sepoltura.

Quanto al "pesantissimo e colpevolizzante carico che con questo accordo – secondo Sinstra Legnanese – si vuole gettare sulle spalle delle donne che hanno affrontato l'immenso dolore dell'interruzione di gravidanza", debbo dire che questa affermazione suona semplicemente offensiva verso un gesto di amore, quale quello di accompagnare dei piccoli esseri umani al seppellimento. Un atto compiuto, tra l'altro, senza alcun clamore, con la massima riservatezza ed il dovuto profondo rispetto per il dolore della donna. Il o i militante/i di "Sinistra Legnanese" che ha/hanno pubblicato la lettera del 25 febbraio evidentemente non conosce/conoscono i sentimenti di umano rispetto e pietà cristiana con cui queste cerimonie si svolgono, lontane dalle telecamere ma con la frequente e commossa partecipazione delle stesse donne, madri delle creature che si accompagnano al seppellimento.

Circa la convenzione che il Comune di Legnano è in animo di sottoscrivere con l'Associazione  che rappresento mi permetto di ricordare come a norma della legge della Regione Lombardia 33/2009, il Comune sia già tenuto a procedere al seppellimento nei cimiteri dei feti e dei "prodotti del concepimento". Dunque non si tratta affatto di introdurre una pratica nuova, o contraria a delle norme di legge come "Sinistra Legnanese" vorrebbe fare intendere. La donna, per legge (vedasi il d.p.r. n°285/1990), può richiedere entro le prime 24 ore i resti del proprio bambino, per poter provvedere per proprio conto alla sepoltura. Trascorso tale termine è l'ospedale che dispone di questi resti. Noi compiamo un servizio civile per il rispetto e l'onore dovuto a dei piccoli innocenti. Dov'è lo spregio alla libertà di scelta? La donna ha 24 ore per scegliere, e la convenzione rispetta pienamente tale diritto, in quanto essa prevede che una apposita informativa sia data alla donna prima della pratica abortiva. Se poi associazioni o volontari di altre confessioni religiose, o anche non religiose, volessero promuovere analoghe iniziative volte a conferire l'umano rispetto a dei bambini non nati, la presente convenzione non sarebbe affatto ostativa a questi contributi.


Infine, Giuseppe Marazzini consigliere comunale della Sinistra Legnanese esprime il suo pensiero dopo il comunicato del PD (qui il testo).

In merito alla famigerata delibera sulla sepoltura dei feti abortiti, abbiamo appreso con soddisfazione che il PD di Legnano ha preso atto (a oltre due mesi dalla delibera in questione, ma tant’e’…) di come appaia quantomeno originale che un’amministrazione di centrosinistra stipuli un protocollo d’intesa con un’associazione nemica di una legge dello stato (la 194).

A questa presa di posizione però appariva del tutto naturale si aggiungesse la richiesta di ritirare immediatamente la sciagurata decisione: invece non e’ accaduto.
Il PD cittadino si e’ limitato a chiedere che alla scadenza il protocollo non venga rinnovato e, nel frattempo, ha rivolto all’amministrazione un invito blando a “vigilare” sull’applicazione di esso.

Francamente tali richieste ci appaiono più dirette a non alimentare le evidenti tensioni fra le opposte “anime” della giunta Centinaio, che non finalizzate a rispondere a un seppur minimo senso logico: se una delibera e’ sbagliata si chiede il ritiro, non la si mantiene in attesa dei tempi che verranno!

Alla luce della totale incongruità di questo atteggiamento, non possiamo che ribadire la richiesta già avanzata dal Consigliere Marazzini in Consiglio comunale: il protocollo va cancellato immediatamente, ogni rinvio costituisce un vulnus alla laicità delle istituzioni e un’offesa alla dignità e ai diritti delle donne.

Redazione
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Pubblicato il 05 Marzo 2013
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