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Brumana: “Dietro Accam interessi enormi tutt’altro che chiari”. Radice: “No, piuttosto un interesse della collettività”

Consiglio comunale di nuovo in presenza con un lungo confronto tra il consigliere Brumana e il sindaco Radice su tutta una serie di problemi riferiti a Accam

Consiglio comunale in presenza a Legnano

Consiglio comunale di nuovo in presenza a Palazzo Malinverni per un ordine del giorno lungo 58 argomenti. Ammessi in aula solo amministratori e consiglieri, adeguatamente distanziati, utilizzando anche i posti destinati al pubblico.

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La prima ora è stata occupata da Accam e da una serie di interrogazioni del consigliere di minoranza, Franco Brumana. Un’ora di confronto, praticamente, tra il consigliere e il sindaco Radice su tutta una serie di problemi che da giorni stanno tenendo banco, grazie alla insistenza del leader del Movimento dei cittadini che, Legge alla mano, sta sollevando dubbi sull’operativa di Accam e sul suo “salvataggio”. Termine disapprovato dal sindaco Radice, perchè ha ribattuto: «Secondo noi non è una espressione corretta. L’operazione piuttosto prevede l’acquisto di una società interamente pubblica per sviluppare un progetto sul territorio».

Tra i due, sempre moderati nel confronto su varie interrogazioni, opinioni diverse, tanto diverse, anche quando Brumana è tornato a considerare l’impianto di Borsano una struttura destinata a scomparire, perchè «13 inceneritori in Lombardia sono già troppi.  Accam deve fallire secondo la legge Madia. Va bene, non lo chiamo più piano di salvataggio, ma “affare” di Accam, perchè dietro ci sono interessi enormi tutt’altro che chiari».

Dichiarazione pesante alla quale Radice ha così replicato: «Lei lo chiama affare, io lo definisco un interesse collettivo e mi domando cosa succederebbe se questa realtà dovesse fallire? Potrebbe arrivare un privato, sulle cui operazioni noi non potremmo intervenire».

“Motivo di evidente e grave imbarazzo”. Così la sentenza di Brumana, invece, sul prolungato silenzio e ritardo di Accam nel rispondere all’invito della amministrazione comunale a fornire spiegazioni su diverse parcelle pagate per incarichi professionali, tra cui “88mila euro per una lettera”, ha citato sempre Brumana.  L’interrogazione era stata proposta, proprio perchè “risulta che Accam nel 2020, in pieno stato di insolvenza, ha conferito diversi incarichi professionali”. Il sindaco Radice ha comunicato che dalla azienda non è stato ancora inviato alcun chiarimento e questo ha fatto concludere a Brumana che il ritardo si giustifica appunto come “un evidente e grave imbarazzo” da parte di Accam nel giustificare quelle spese.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Maggio 2021
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