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Faida per lo spaccio nei boschi di Rescaldina, in manette i due presunti assassini di Bouda Ouadia

La vittima era stata freddata nell'ambito di una guerra tra bande per il controllo delle piazze di spaccio nel bosco noto per essere una centrale di spaccio

Alle prime luci dell’alba di ieri, 11 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Legnano, hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Busto Arsizio, due soggetti, 20enni di nazionalità marocchina, ritenuti responsabili dell’omicidio di Bouda Ouadia un 25enne spacciatore marocchino, avvenuto a Rescaldina nel pomeriggio del 2 aprile 2022. L’attività d’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio.

Uomo di 30 anni ucciso e ritrovato nei boschi di Rescaldina

Le indagini hanno avuto origine dal rinvenimento, ad opera dei Carabinieri di Legnano, del cadavere di un uomo non identificato e privo di documenti, colpito mortalmente da colpi d’arma da fuoco nel bosco del Rugareto che da anni è luogo di spaccio molto frequentato. Dal confronto del volto del morto con le foto presenti nella banca dati delle forze di polizia si riusciva a dare un’identità al soggetto, confermata nei giorni successivi dalla fidanzata della vittima. Quest’ultima dava le primissime chiavi di lettura sulla causa dell’omicidio legandola comunque alla guerra in atto tra bande rivali per la conquista delle piazze di spaccio all’interno del bosco del Rugareto.

Le successive attività investigative, svolte sia mediante intercettazioni telefoniche e telematiche che tramite le ricostruzioni di testimoni, hanno poi consentito di individuare ed identificare i presunti autori dell’omicidio, tutti irregolari sul territorio nazionale e senza fissa dimora.

Quel pomeriggio il gruppo di aggressori armati di pistole e fucili, aveva fatto irruzione all’interno del bosco ed aveva assalito i rivali, che, avvertiti da uno degli individui che aveva funzione di palo, stavano tentando di fuggire venendo comunque raggiunti da numerosi colpi di arma da fuoco. La vittima veniva raggiunta da un proiettile alla testa ed un 27enne veniva ferito di striscio alla testa ed alla gamba. Al termine dell’azione di fuoco, rimanevano sul terreno innumerevoli bossoli di diversi calibri tra cui alcuni utilizzati per carabine di precisione e fucili mitragliatori.

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L’indagine, estremamente complessa fin dall’esordio, è partita dall’ identificazione di un cadavere senza avere riferimenti o traccia del suo passaggio nel territorio italiano. A renderla ancora più difficoltosa lo status di clandestini di tutti i soggetti protagonisti della vicenda. Stessa difficoltà si è ripresentata nella fase della localizzazione dei sospettati, i quali trascorrevano gran parte del loro tempo all’interno del bosco a presidio dell’area di spaccio ed a custodia dello stupefacente, delle armi e del denaro.

Nei rari momenti in cui si allontanavano, adottavano innumerevoli precauzioni avvalendosi da una fitta rete di fiancheggiatori connazionali e di clienti tossicodipendenti che si prestavano a qualsiasi tipo di servizio in cambio di una dose. Inoltre si appoggiavano in case di fortuna con contratti intestati a prestanome, utilizzavano cellulari con utenze fittizie e mezzi di trasporto a noleggio intestati a clienti. Gli arrestati sono stati consegnati al carcere di Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Redazione
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Pubblicato il 12 Novembre 2022
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