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Cava riempita di rifiuti a Nerviano, Legambiente: “Il comune si costituisca parte civile”

Già in passato Legambiente aveva segnalato all'amministrazione comunale lo stoccaggio nella cava «di ingenti cumuli di materiale sospetto»

cava rifiuti nerviano daf sequestro carabinieri forestali

Dopo la notizia dell’indagine dei Carabinieri Forestali di Milano che ha portato ad individuare una cava di estrazione di sabbia di Nerviano utilizzata per smaltire illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti terrosi e da demolizione edilizia, arriva l’appello di Legambiente a Piazza Manzoni affinché l’amministrazione si costituisca parte civile in giudizio.

Cava riempita di rifiuti a Nerviano, inchiesta dei Carabinieri sul gigante delle demolizioni

«Legambiente Nerviano si è da sempre occupata dell’area delle cave, già dall’attiguo insediamento di un’attività di recupero inerti, avvenuta senza le corrette mitigazioni, doverose per la vicinanza alle abitazioni e con l’incremento del traffico di mezzi pesanti in tutta la zona, con la conseguente emissione nell’atmosfera di polveri provenienti dagli stessi mezzi e dai materiali trasportati e trattati – spiega il circolo di Nerviano del Cigno Verde -. Nulla da eccepire se tutto si fosse svolto secondo le regole, difatti tali impianti permettono di recuperare materiale per riempimento e impiego nell’edilizia, risparmiando cavazioni su un territorio che ha già pagato prezzi altissimi in questo ambito. Ora l’attività è cessata da alcuni anni, ma montagne di macerie di inerti giacciono ancora nell’area, ed ancora non si ha nessuna notizia su una fideiussione deposita in Regione Lombardia, che potrebbe, in parte, contribuire alla rimozione e al regolare conferimento del materiale. Ci è noto che l’amministrazione comunale di Nerviano di allora si era costituita parte lesa, ma ancora oggi non abbiamo riscontro di un chiaro epilogo».

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«Per quanto riguarda l’attività della cava oggi indagata, avevamo segnalato più volte all’amministrazione comunale lo stoccaggio nell’area di ingenti cumuli di materiale sospetto, in maniera abnorme rispetto al consentito e superiore alle opere visibili di contenimento delle polveri – aggiungono da Legambiente -. Qualche anno fa una lettera anonima, che denunciava traffici illeciti, è stata da noi prontamente consegnata al sindaco di allora. Dalle notizie trapelate, pare che nelle ore notturne venissero addirittura bruciati cavi elettrici per recuperare il rame. Un attività altamente nociva per la salute e per l’ambiente in quanto il rivestimento plastico produce fumi tossici se incendiato. Il sequestro di 16 milioni di euro e le misure cautelari intraprese dalle autorità testimoniano la gravità di questi reati. Legambiente Nerviano chiede all’amministrazione comunale di costituirsi parte civile, per risarcire almeno in parte, i danni subiti dalla comunità nervianese. Ci preme ringraziare i Carabinieri Forestali che hanno effettuato le necessarie indagini e verifiche, che hanno portato ad un risultato così eclatante, mentre ci rattristiamo dovere constatare che a due passi da casa nostra succedano cose di questo genere».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Luglio 2022
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