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Smantellata una rete di spaccio nel Rhodense: arrestato il capo, soprannominato “Bad”

I Carabinieri del Gruppo di Rho hanno arrestato 11 persone, tra cui il capo dell'organizzazione, conosciuto con il soprannome di Bad, attivo soprattutto a Bollate, Garbagnate Milanese, Novate Milanese, Arese, Senago e nei comuni limitrofi

Una vasta operazione antidroga ha colpito il territorio del Rhodense lunedì 3 novembre. I Carabinieri del Gruppo di Rho hanno arrestato 11 persone, tra cui il capo dell’organizzazione, conosciuto con il soprannome di Bad, attivo soprattutto a Bollate, Garbagnate Milanese, Novate Milanese, Arese, Senago e nei comuni limitrofi. L’indagine, coordinata dalla Procura di Milano, ha portato anche a 27 perquisizioni e due arresti in flagranza. L’attività investigativa, partita dalla Tenenza dei Carabinieri di Bollate, ha permesso di ricostruire in sei mesi la struttura interna di un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di cocaina, operante in varie zone di Milano e provincia, fino a toccare Cantù e Caronno Pertusella. Al vertice del gruppo, secondo gli inquirenti, c’era Bad, imprenditore edile di 35 anni con base operativa a Bollate. L’uomo, descritto come leader carismatico, gestiva l’approvvigionamento e la distribuzione dello stupefacente tramite una rete di pusher coordinata da figure intermedie.  La droga veniva confezionata in depositi dedicati, per poi essere venduta in piazze virtuali, suddivise in “quadrati”, tra giardinetti, parcheggi, supermercati e anche abitazioni private. I clienti memorizzavano in rubrica i contatti con il nome convenzionale di “Quadrato”. In alcuni casi, le consegne venivano camuffate da ordini di pizza a domicilio. In totale i militari hanno sequestrato oltre mezzo chilo di droga e oltre 16mila euro.

Arresti e sequestri

L’articolata operazione antidroga denominata “Square” ha portato all’arresto di 11 persone tra Bollate Garbagnate Milanese, Novate Milanese, Baranzate, Arese, Senago, Paderno Dugnano, Cantù e Caronno Pertusella. Degli 11 arrestati tre sono stati portati in carcere e altri 8 collocati agli arresti domiciliari, tutti loro sono stati ritenuti gravemente indiziati del reato di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanza stupefacente di tipo cocaina. Proprio in questo contesto sono state denunciate in stato di libertà altre 14 persone. Nel contempo, sono state eseguite 27 perquisizioni domiciliari su delega dell’Autorità Giudiziaria, attività che ha consentito di procedere ad altri due arresti in flagranza di reato sempre per detenzione di sostanza stupefacente di tipo cocaina al fine della vendita e per possesso di arma clandestina. L’operazione ha consentito anche di rinvenire e sottoporre a sequestro a carico del capo dell’organizzazione una pistola beretta 7,65 con la matricola abrasa e 14 cartucce, 260 grammi di cocaina, 14.240 euro nonché le attrezzature per il confezionamento. Sempre in sede esecutiva, è stato tratto in arresto un italiano, classe 2003, trovato in possesso di 220 dosi di cocaina e di 235 euro; l’arresto di costui si è aggiunto a quelli già eseguiti nel corso dell’indagine dai Carabinieri di Bollate, che avevano già proceduto in flagranza di reato nei confronti di altri sei pusher e alla denuncia a piede libero di altri due spacciatori, sequestrando complessivamente 328 dosi di cocaina nonché la somma di 1820 euro, provento dell’attività illecita.

carabinieri

Bad e la sua organizzazione

Dalle attività svolte, sia di tipo tradizionale come pedinamenti, osservazioni e controlli, sia di tipo tecnico (intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché installazioni di telecamere) è chiaramente emerso che l’organizzazione aveva una struttura gerarchica ben definita: al vertice spiccava la figura del leader noto negli ambienti con l’appellativo di Bad che gestiva l’intero sodalizio criminale e l’approvigionamento della droga, per la successiva, capillare, commercializzazione sul territorio attraverso i suoi “adepti”, il cui coordinamento era gestito a sua volta da una figura intermedia. La rete di pusher era particolarmente attiva nelle piazze di spaccio di Bollate e dei Comuni del circondario, virtualmente suddivise in “piazze” e “quadrati”; inoltre le dosi, confezionate con cellophane termosaldato trasparente, erano sistematicamente di forma quadrata e gli acquirenti memorizzavano in rubrica telefonica l’utenza dello spacciatore di turno da contattare, proprio con il nome “Quadrato”. La compravendita di droga avveniva ovunque: dai parcheggi isolati, ai giardinetti pubblici, fino ad aree antistanti supermercati ed esercizi commerciali; in altri casi i “pacchetti” – codice convenzionale usato dai pusher per indicare le dosi – venivano consegnati direttamente “a casa”, anche dalle finestre, o utilizzando il classico cartone della pizza a domicilio che consentiva di occultare più dosi: in questo modo le figure intermedie della struttura criminale rifornivano i cavallini.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Novembre 2025
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