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Salta il rogo della Gioeübia a Rescaldina

Il comune, in base alle indicazioni regionali, ha escluso la possibilità di rilasciare autorizzazioni anche per i falò tradizionali come il rogo della Gioeübia

Il rogo della Gioeubia 2023 a Rescaldina

Niente rogo della Gioeübia a Rescaldina, dove lo scorso anno circa 500 persone si erano radunate intorno al fuoco in piazza Mercato per il tradizionale falò dell’ultima domenica di gennaio. Piazza Chiesa, infatti, alla luce delle indicazioni regionali, ha escluso la possibilità di rilasciare «autorizzazioni per i falò tradizionali e in generale per le combustioni all’aperto, anche solo relativamente a residui vegetali, in particolare nei periodi invernali».

Le indicazioni di Regione Lombardia

Alla base della scelta dell’amministrazione la risposta fornita da Regione Lombardia alle richieste di chiarimento di alcuni sindaci lombardi. Dal Pirellone, infatti, hanno precisato che il quadro normativo relativo alla disciplina delle combustioni all’aperto «vieta in generale lo smaltimento tramite fuoco di ogni materiale classificato come rifiuto, compresi i residui e sfalci di potatura, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso. Il Testo Unico in materia Ambientale non prevede deroghe dalla disciplina rifiuti per “usi e tradizioni” e pertanto i falò rituali rientrano nei divieti generali».

«La disciplina regionale, inoltre, è intervenuta specificamente con la delibera n. 7095/17 prevedendo il divieto di combustione all’aperto anche dei residui vegetali in piccoli cumuli dal 1° ottobre al 31 marzo, periodo in cui tradizionalmente sono programmati i falò rituali – prosegue la risposta arrivata dalla regione, pubblicata sul sito del Comune di Rescaldina -. Inoltre, la delibera n. 2055/2019 è intervenuta sistematizzando i divieti e le limitazioni a tutela della qualità dell’aria prevedendo la disapplicazione di tutti i provvedimenti assunti in precedenza in materia. In particolare, ha disposto la disapplicazione, a far data dal 1° gennaio 2020, delle disposizioni previste dalla DGR n. 7635/08, così come era stata integrata, nello specifico, dalla DGR n. 2820/2011 (che sanciva “salvaguardia” dei falò e dei fuochi rituali, ndr). Pertanto, dal 1° gennaio 2020 la DGR n. 2820/2011, non è più applicabile».

«Inoltre, in aggiunta alle misure permanenti, da ultimo la DGR n. 1008/2023 (relativa alle misure per il miglioramento della qualità dell’aria, ndr) ha regolamentato, nel semestre invernale dal 1° ottobre al 31 marzo dell’anno successivo, l’attivazione di misure temporanee durante i periodi di accumulo persistente degli inquinanti, prevedendo espressamente il divieto di qualsiasi combustione all’aperto, falò rituali compresi – conclude la comunicazione regionale -. Alla luce di quanto sopra, si ritiene di escludere il supporto normativo alla possibilità, da parte delle amministrazioni comunali (sindaco) di rilasciare autorizzazioni per i falò tradizionali e in generale per le combustioni all’aperto, anche solo relativamente a residui vegetali, in particolare nei periodi invernali».

Il rogo della Gioeubia 2023 a Rescaldina
Il rogo della Gioeübia dello scorso anno

Il sindaco: “Rammaricato, ma la priorità va a salute e ambiente”

Già lo scorso anno, peraltro, Rescaldina aveva provato ad affiancare al tradizionale rogo della Gioeübia modalità diverse di celebrare la ricorrenza. «Lo scorso anno abbiamo provato a mantenere la tradizione e l’appuntamento per la comunità, ma cambiando modalità – sottolinea il sindaco Gilles Ielo -. È evidente che dispiace dal punto di vista dell’identità e della tradizione, come però è anche evidente – e questo anomalo mese di gennaio ce lo fa vedere concretamente – che il cambiamento climatico non è una cosa lontana, ma è già un’emergenza. Un falò del genere per Rescaldina, in base alle stime, equivale ad emettere in aria in una sola sera gli stessi inquinanti che l’intero paese normalmente emettere in 40 giorni».

«Auspico che si prenda atto che la normativa ad oggi non prevede deroghe e che, nonostante l’alto valore che queste tradizioni hanno per le nostre comunità, sia onere e dovere degli amministratori prima di tutto preservare la salute degli abitanti – conclude il primo cittadino -. Non lo vediamo e non ce ne accorgiamo, ma queste iniziative hanno un grande impatto sulla salute e sulla qualità della vita cittadini. Pur con rammarico, perché si tratta di un evento da sempre molto partecipato e di un’occasione di incontro, per senso di responsabilità mi sento in dovere di far prevalere le questione sanitarie e ambientali e quelle di identità e di tradizione».

La tradizione della Gioeubia

Secondo la leggenda, la Gioeubia era una vecchia strega magra, con le gambe lunghe e le calze rosse che viveva nei boschi e dagli alberi osservava tutti quelli che si addentravano tra le piante, soprattutto i bambini. L’ultimo giovedì di gennaio, poi, la Gioeubia andava alla ricerca di qualche bambino da mangiare, finché un giorno una mamma non le tese una trappola: preparò una pentola di risotto giallo con la “luganega”, ovvero la salsiccia, e lo mise sul davanzale della finestra. Attirata dal profumo, la Gioeubia uscì dal bosco e mangiò la pietanza senza accorgersi del tempo che passava: quando ebbe finito, il primo raggio di sole era ormai spuntato e la polverizzò, mettendo in salvo i bambini.

Ancora oggi sulla scia di questa leggenda a fine gennaio in molti comuni del Varesotto e dell’Alto Milanese per celebrare la ricorrenza viene bruciato un fantoccio raffigurante una strega per esorcizzare le forze negative dell’inverno e propiziare l’avvento della primavera.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Gennaio 2024
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