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Dalle sponde del Ticino a Turbigo riemerge la spada di 3500 anni fa

Un ragazzo del luogo l'ha ritrovata per puro caso nel 2017 ai "Tre salti", luogo di confine e di transito sul fiume. A distanza di oltre cinque anni l'eccezionale reperto dell'Età del Bronzo torna a Turbigo

Castano Primo Turbigo Castanese

È stata davvero una grande sorpresa, per Antonio Ralti, un ragazzo di Turbigo che nel febbraio del 2017 mentre si trovava con amici lungo il Ticino, vide sbucare tra i sassi e la sabbia del fiume una spada di bronzo, lunga 62,5 cm                                      .
La forma di quell’oggetto metallico era evidentemente quella di una spada, infatti Antonio e i suoi amici l’avevano portata subito alla polizia locale: avevano scoperto quella che oggi è chiamata la spada di Turbigo, antica di 3400-3500 anni, risalente alla fase iniziale dell’Età del Bronzo.

Dopo cinque anni e più di studi venerdì sera, 10 marzo, la spada tornerà a Turbigo, per una serata di esposizione e di presentazione da parte della Soprintendenza ai beni archeologici di Milano e degli studiosi che a questo straordinario reperto si sono dedicati negli ultimi anni, Giorgio Bariatti dell’Università Cattolica e Tommaso Quirino della Soprintendenza.

Per Turbigo è un momento di grande orgoglio, come sottolineano il sindaco Fabrizio Allevi e l’assessore alla cultura Manila Leoni, che hanno promosso non solo la serata ma anche la pubblicazione di un fascicolo con le informazioni essenziali relative al ritrovamento e ai primi dati di studio sulla spada.

Il recupero fortunoso dell’arma antica è profondamente legato al rapporto di Turbigo con le acque e in particolare con il fiume Ticino, un rapporto secolare che acquista oggi ancora più fascino: in fin dei conti il giovane Antonio si trovava lungo il fiume perché questa è una meta quasi quotidiana del tempo libero per chi abita nella zona.

Sul fiume – ma anche sul naviglio che corre quasi parallelo da quasi un millennio, scavato dall’uomo – si va a camminare, a cercare il rapporto con la natura, persino celebrare in qualche modo i momenti di festa come rito collettivo. Qualcosa quasi radicato nello spirito di chi abita lungo i corsi d’acqua, da sempre considerati elemento di vita ed espressione quasi del mutare stesso della natura: la spada di Turbigo è stata ritrovata in località Tre Salti, dove confluiscono corsi d’acqua artificiali, ma luogo già in antichità di passaggio da una sponda all’altra del fiume azzurro (la zona solo in anni recenti è diventata più frequentata, dopo la costruzione di un ponte tibetano).

Come spiega lo studio di Baratti e Quirino, proprio quella zona è caratterizzata da una grande variabilità del corso d’acqua, come testimoniano racconti orali ma anche le foto aeree e satellitari a partire dal 1954: qui il fiume si allarga o si ritira a seconda delle piene, delle piogge, dei lunghi periodi di siccità. Un elemento che ha contribuito a rendere il luogo frequentato nel tempo e che indirettamente anche consentito il ritrovamento del 2017: solo poche settimane dopo la scoperta della spada, le piene primaverili hanno nuovamente sommerso quel tratto di letto del fiume.

Un punto di passaggio e di confine

Probabilmente in antichità quel tratto di sponda era stabilmente all’asciutto e questo spiegherebbe la sepoltura di un’arma con funzione rituale, a marcare un luogo importante e di transito sul fiume (un guado o un porto fluviale: luogo di transito dunque da una sponda all’altra o lungo il corso d’acqua).

Sepoltura non solo della spada: nel corso degli approfondimenti di studio sul ritrovamento del 2017 infatti dagli archivi è ri-emersa un’altra arma rinvenuta nella zona di Turbigo, un’ascia dell’Età del Bronzo ritrovata nel 1988 dal signor Franco Pastori mentre pescava nel Ticino. Studiata in prima fase dell’architetto Angelo Vittorio mira Bonomi, venne poi quasi “dimenticata“ perché inserita per errore e assimilata a un’arma simile ritrovata a Pregnana Milanese. Gli studi sulla spada di Turbigo hanno dunque consentito di ritrovare anche questa precedente reperto, che testimonia ancora di più l’importanza dei tre salti.

Un’occasione unica per vedere la spada (e gli altri eventi)

Il rapporto tra Turbigo e questo eccezionale ritrovamento sarà al centro di più eventi: prima la presentazione di venerdì 10 marzo a palazzo de Cristoforis Gray, occasione unica. Poi domenica 12 marzo dalle 14:30 un’escussione naturalistica e culturale di tre ore nella valle del Ticino fino ai Tre Salti. Domenica 19 marzo sarà la volta di laboratori per bambini e famiglie, mentre il 26 marzo 2023 ci sarà una visita guidata al museo archeologico di Sesto Calende che custodisce una delle più importanti raccolte di reperti della cultura di Golasecca, la popolazione di stirpe celtica che era insediata nella zona tra basso Verbano e valle del Ticino, ma in contatto anche con il mondo etrusco.

Generico 06 Mar 2023

La spada di Turbigo – per il suo pregio – non sarà conservata in paese, anche se non è escluso che possa essere in futuro esposta in uno dei musei archeologici dell’area tra Verbano e Ticino. «Siamo orgogliosi di poter mostrare questo ritrovamento eccezionale» dice il sindaco Fabrizio Allevi. «Un patrimonio che siamo sicuri che i turbighesi apprezzeranno e che fa sì che Turbigo faccia parte della Storia».

A Turbigo saranno però disponibili tre diverse copie in 3D che consentiranno di fare opera di divulgazione, «partendo dai bambini, nostre frecce del futuro» dice l’assessore Manila Leoni. Una modalità di racconto che rimarca il rapporto tra la spada e il luogo dove è stata ritrovata. Non un luogo qualsiasi, ma là dove il fiume è da secoliu parte della vita degli abitanti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 09 Marzo 2023
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