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Ucraina, missione umanitaria da 12 quintali di aiuti per il panificatore di Parabiago Matteo Cunsolo

Cunsolo, insieme a Marco e Matteo Slavazza e Alois Maurizi, ha portato in tre campi profughi al confine con l'Ucraina prodotti da forno e aiuti

Ucraina, missione umanitaria da 12 quintali di aiuti per il panificatore di Parabiago Matteo Cunsolo

Le guerra in Ucraina ha il volto delle bombe e dei carri armati, delle macerie degli edifici distrutti, degli orrori delle fosse comuni di Bucha. Ma ha anche le gambe delle centinaia di migliaia di profughi che da un giorno all’altro hanno dovuto lasciare le loro case e i ricordi di una vita per scappare ad Ovest e provare salvarsi dall’invasione russa attraversando il confine. Quel confine dove ad aspettarli ci sarà anche un pezzetto di Parabiago grazie all’iniziativa promossa da Matteo Cunsolo, panificatore della città della calzatura e presidente del Richemont Club Italia che ha raccolto dolci da tutta Italia e li ha consegnati in tre campi profughi.

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«Guardando le immagini al telegiornale – racconta Cunsolo – ho visto che alla frontiera i volontari distribuivano una bevanda calda e del pane ai profughi. Ho pensato come rendermi utile chiedendo la collaborazione dei colleghi che hanno risposto subito preparando i biscotti e prodotti da forno a lunga conservazione. Sappiamo che è solo una goccia nel mare, ma se ognuno contribuisce con la propria goccia si ottiene un oceano di solidarietà».

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Cunsolo, che nelle scorse settimane aveva già dato forma ad un pane in cassetta blu e giallo avvolto dalla scritta “Peace” e l’aveva messo in vendita con l’intenzione di devolvere l’intero ricavato in beneficienza alla popolazione ucraina attraverso il Lions Club “Giuseppe Maggiolini” di Parabiago, ha chiamato a raccolta panificatori e pasticceri da tutta la Penisola e ha raccolto sei quintali di biscotti e prodotti da forno. Non solo, il panificatore ha raccolto anche altri sei quintali di generi di prima necessità nel suo panificio: «Avevo chiesto di donare generi di prima necessità per i bambini e fin da subito c’è stata grande solidarietà da parte di tutti – spiega Cunsolo parlando della comunità di Parabiago – : abbiamo raccolto giocattoli, indumenti, alimenti, pannolini per neonati, abbigliamento da destinare ai bambini. Anche la farmacia del paese ha offerto il suo prezioso contributo donando medicinali».

E una volta radunato tutto il materiale, grazie alla collaborazione dell’Associazione sindacale ucraina dei lavoratori immigrati in Italia, il panificatore lo ha consegnato in tre diversi campi profughi al confine tra la Polonia e l’Ucraina insieme ad altri tre compagni di viaggio che in 46 ore hanno percorso con lui i 4.400 chilometri da qui al cuore dell’Europa: Matteo Slavazza, dirigente d’azienda di Parabiago, Marco Slavazza, fotografo della città della calzatura, e Alois Maurizi, fotografo di Genova. I quattro, grazie al pullmino da otto posti messo gratuitamente a disposizione dalla parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio di Parabiago, hanno anche riportato verso l’Italia donne e bambini in fuga dalla guerra.

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Per tutti i membri della carovana umanitaria, quella vissuta al confine tra Polonia e Ucraina è un’esperienza che sarà impossibile dimenticare. «Prima di conoscere Matteo – racconta Marco Slavazza – cercavo il modo di compiere questo viaggio per fare un reportage fotografico e raccontare ciò che accade ai confini con l’Ucraina. Poi è arrivata l’opportunità offerta da Matteo di andare in Polonia per aiutare le persone ed è cambiata la mia prospettiva: non era più un raccontare ciò che vedevo, ma era un vivere ciò che volevo raccontare rendendomi utile». «Fare questo viaggio era fondamentale per me – aggiunge Matteo Slavazza -. Non siamo super eroi, abbiamo guidato dei mezzi per raggiungere un obiettivo: portare aiuti e sollievo ad una popolazione che sta vivendo il dramma della guerra. Eppure, condividere con le persone che abbiamo incrociato momenti di vita quotidiana nei campi profughi, ascoltare le loro parole, riuscire a strappare un sorriso ai ragazzini è stato un prezioso dono che non può essere quantificabile e ha un valore infinito».

Photo credit Marco Slavazza

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Aprile 2022
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