RSA nell’ex cinema Sotera a San Giorgio, il vicesindaco: “Proposta irrealizzabile”
L'ipotesi era stata avanzata da Uniti per San Giorgio nei giorni scorsi, quando i consiglieri Trevisan e Solbiati erano tornati a stigmatizzare la location individuata per la RSA dall’amministrazione

Vivere San Giorgio “boccia” la proposta arrivata da Uniti per San Giorgio di realizzare una RSA nell’area dell’ex oratorio femminile e dell’ex cinema Sotera, ormai da anni in attesa di un futuro dopo l’epoca delle pellicole cinematografiche e le origini da giardino di Palazzo Lucini Arborio Mella. L’ipotesi era stata avanzata dal gruppo di opposizione nei giorni scorsi, quando i consiglieri Samuele Trevisan e Adriano Solbiati erano tornati a stigmatizzare la location individuata per la struttura dall’amministrazione comunale e avevano rilanciato puntando sulla rigenerazione urbana dell’area in pieno centro.
«La normativa regionale lombarda prevede criteri chiari e inderogabili per l’autorizzazione di una RSA – spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Walter Cecchin -: disponibilità di ampie superfici fondiarie, un numero minimo di posti letto per garantirne la sostenibilità gestionale e assistenziale, spazi verdi adeguati e fruibili dagli ospiti, parcheggi sufficienti per personale, familiari e mezzi di servizio e piena accessibilità logistica per rifornimenti, mezzi di soccorso e servizi sanitari. Oggi, l’area ipotizzata ha una superficie di 2.352 metri quadri, ben lontana dagli standard minimi richiesti. È evidente, quindi, che la proposta risulti irrealizzabile sotto ogni profilo tecnico e normativo».
«È importante però non dimenticare la storia urbanistica di questo spazio: quell’area era originariamente destinata ad accogliere un cinema-teatro, pensato come luogo di aggregazione e cultura per il centro cittadino – aggiunge Cecchin -. Chi oggi propone nuove soluzioni, e ci critica per incapacità, ma che comunque ringrazio per il contributo al dibattito, è chi, anni fa, autorizzò la trasformazione dell’area in un insediamento di media distribuzione, senza valutare due aspetti fondamentali: l’accessibilità logistica per l’approvvigionamento e i vincoli imposti dalla Soprintendenza per la tutela delle mura della chiesa e dell’oratorio. Il risultato, purtroppo, è una struttura mai completata, oggi abbandonata nel centro del paese. Ogni criticità, però, può anche diventare un’opportunità, se affrontata con visione e responsabilità. Con il nuovo piano di governo del territorio, già presentato e in corso di adozione, abbiamo previsto concrete possibilità di riconversione, affinché la proprietà possa avanzare proposte compatibili con il contesto urbano e realmente utili alla comunità».
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