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Referendum, all’Arci Adua spiegato il No

Dopo l'appuntamento per il sì, martedì 29, al circolo di Rho due ospiti hanno spiegato perchè votare no domenica 4...

Prima una serata per il sì, poi una serata per il no. Si è tornati a parlare di riforma costituzionale al circolo ARCI Adua di Rho. Martedì 29 è stata la volta dei contrari alla riforma presentata dal governo. A spiegare le motivazioni della propria contrarietà due ospiti: il costituzionalista Francesco Gianbelluca e il membro del Direttivo A.R.C.I. provinciale di Milano Luigi Lusenti.

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La serata è entrata nel vivo con gli interventi di Enrico Girola, presidente del circolo, Lusenti e Paola Cassani, membro del Direttivo del Circolo e del Direttivo provinciale. Tutti e tre, come spiegano dal circolo Arci Adua, sono stati «convergenti ed atti a dimostrare, anche con esempi pratici, che non è la Costituzione che abbia di per sè un gran bisogno di riforme, ma che è la classe politica che la deve attuarla e renderla viva avvicinandosi di più alle problematiche dei cittadini e di conseguenza del Paese. Da tutti e tre gli interventi è emersa la richiesta di riunire il Paese in un momento difficile, paragonabile a quello del primo dopo guerra, e di ricostruire quello spirito di unità che permise a forze diverse di scrivere la nostra Costituzione, casa comune e prima regola di convivenza di tutti noi, quella stessa Costituzione che non fu certo d' intralcio per superare un' altro momento difficile della vita repubblicana come quello degli anni di piombo e in cui tutte le forze politiche si riunirono con un comune obiettivo». 

L'esposizione delle perplessità dei sostenitori del no sono state espresse da Giambelluca che, integrando l'intervento con dati sulla produzione di leggi, ha dimostrato «che il 75% delle leggi non fa navetta tra Camera e Senato. Solo alcune hanno tre passaggi tra Camera e Senato – raccontano gli organizzatori -. Giambelluca ha anche espresso forti dubbi sulle funzioni che verrebbero attribuite al nuovo Senato, sulla sua composizione e rappresentatività della base elettorale».

«Non ci sarà più stabilità in quanto i futuri senatori sono legati alle loro nomine quindi ci sarà un continuo riciclo di senatori con l'aggiunta che si potrebbe creare un senato di area politica completamente opposta alla camera e che i senatori non saranno così rappresentativi delle realtà locali perché non avranno nessun vincolo rispetto alle scelte che faranno in senato – concludono dall'Arci Adua –, decideranno senza necessaria fedeltà alle questioni regionali».

Redazione
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Pubblicato il 02 Dicembre 2016
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