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Il giorno e la storia – Truffa ai danni del Cotonificio Cantoni nel 1943

Per scaldare le case la gente andava di nascosto a tagliare gli alberi nei boschi. Il Cotonificio Cantoni acquistò un intero bosco o meglio pensava di averlo acquistato

Il giorno e la storia, mese di marzo

10 marzo 1943 – Truffa ai danni del Cotonificio Cantoni
In tempo di guerra mancava tutto ed anche il legname era una merce che diventava sempre più rara e costosa. Per scaldare le case la gente andava di nascosto a tagliare gli alberi nei boschi del Tosi, verso Castellanza, e della Mazzafame, verso Busto, ma tagliava nottetempo anche i gelsi nei campi coltivati, nonostante fossero particolarmente protetti dalle leggi vigenti.

I gelsi infatti servivano per nutrire i bachi da seta, una preziosa attività di allevamento casalingo che si affiancava spesso come fonte di reddito ad altre attività lavorative. Dagli inizi del ’44 scompariranno anche tante piante dei viali cittadini: di notte i partigiani chiudevano la strada alle estremità, tagliavano gli alberi e distribuivano la legna tra la popolazione. E in questi casi la popolazione, al corrente di tutto, non li denunciava. Agli inizi del ’43 anche il Cotonificio Cantoni ha cercato di procurarsi della legna, questa volta in modo assolutamente legale. Peccato sia incappato in una colossale truffa…

Corriere della Sera”, 10 marzo 1943, edizione del pomeriggio, pagina 4.
«Vendere un bosco due volte non è un affare troppo regolare.
Brescia, 10 marzo. Tempo addietro il commerciante G. Gallegioni, di 50 anni, abitante a Milano, stipulava con il Cotonificio Cantoni di Legnano un contratto per la cessione di un bosco di sua proprietà situato in località Brandet di Corteno e dalla vendita il Gallegioni ricavava la somma di 1.350.000 lire.
Senonchè il commerciante intavolava successivamente nuove trattative col rag. A. Ghirardi di Bergamo, al quale cedeva lo stesso bosco per la somma di due milioni: complice nelle trattative era tale P. Pellegrini, di anni 57, impiegato, abitante a Milano.
Il Gallegioni, mentre non effettuava alcuna consegna di legname, come da contratto, al Cotonificio Cantoni, cedeva al Girardi, in subaffitto, una segheria in Incudine, ricevendo un primo acconto di 5.000 lire.
Venuti a conoscenza della faccenda, i carabinieri della stazione di Edolo provvedevano pertanto all’arresto dei due milanesi, sequestrando l’assegno di 5 mila lire. [Verranno denunciati] all’autorità giudiziaria il primo per truffa e il secondo per complicità».

Ottant’anni più tardi non accade più che si venda due volte un bosco. Si vendono le case. Due, tre, dieci volte…

Renata Pasquetto

Redazione
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Pubblicato il 10 Marzo 2021
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