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Rescaldina chiede la dichiarazione antifascista per eventi e bandi: la polemica arriva fino all’Europarlamento

Sulla dichiarazione antifascista anche un durissimo articolo di Libero: "I manicomi sono chiusi, resta aperto il comune di Rescaldina" 

comune rescaldina

A Rescaldina la dichiarazione antifascista viene chiesta da anni, per ogni evento e manifestazione. La campagna elettorale, però, si sa, è da sempre, inevitabilmente, detonatore di polemiche, e le prime battute della marcia di avvicinamento alle elezioni di giugno non sembrano per ora fare eccezione. Tanto che per accendere la miccia è bastato il bando per il conferimento dei riconoscimenti agli atleti e alle squadre delle associazioni sportive che si sono distinte nella stagione sportiva in corso.

Interpellato dalla stampa rispetto alla dichiarazione antifascista richiesta (anche) per questo bando, infatti, nei giorni scorsi il candidato del centrodestra, Luca Perotta, aveva preannunciato l’intenzione, qualora la sua coalizione venisse premiata dalle urne, di integrare la dichiarazione «nel rispetto di quello che prevede il Parlamento Europeo, sottolineando che il comunismo è il nazismo hanno le stesse responsabilità, hanno compiuto le stesse atrocità e prevedendo che venga ripudiato anche il comunismo che, come ha stabilito il Parlamento Europeo, si è macchiato anche di crimini peggiori».

Dalle pagine della stampa locale, poi, la questione era arrivate alle colonne dei giornali nazionali, con Libero – tra gli altri – che in un pezzo a firma dell’ex ministro Francesco Storace aveva picchiato durissimo sulla decisione di Piazza Chiesa di far sottoscrivere una dichiarazione antifascista per eventi e manifestazioni, fino a sostenere che «i manicomi sono chiusi, resta aperto il comune di Rescaldina».

De Candia: “Certificazione contraria ai principi di libertà e uguaglianza”

Contro la dichiarazione antifascista si era espresso Mauro Tommaso De Candia, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative con l’omonima civica. «Obbligare i cittadini che vogliono partecipare ad un bando comunale a sottoscrivere una certificazione antifascista è antidemocratico e discriminatorio perché equivale obbligare i cittadini a prendere una netta posizione politica in merito ed esclude chi preferisce non schierarsi – le parole di De Candia -. Ci sono molti cittadini italiani che si ritengono “neutrali” sulla questione e non vogliono essere obbligati a dichiarare di essere contro un movimento politico/ideologia piuttosto che a favore di un’altra. Pertanto, ritengo che la sottoscrizione della certificazione antifascista debba essere abolita immediatamente in quanto contraria ai principi di libertà e uguaglianza».

L’europarlamentare Tovaglieri: “Anche la propaganda deve avere un limite”

Sulla querelle era intervenuta anche l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri, per ribadire che «anche la propaganda politica deve avere un limite e fermarsi davanti ai valori dello sport, che appartengono a tutti». «È inaccettabile – ha sottolineato Tovaglieri – che la giunta di centrosinistra di Rescaldina chieda di sottoscrivere una dichiarazione di antifascismo a chiunque voglia accedere all’ultimo bando comunale per ottenere finanziamenti per attività sportive (il bando in realtà prevede un riconoscimento per i risultati ottenuti durante la stagione sportiva non di natura economica, ndr)».

«Una clausola che sembra destinata ad accompagnare anche altri futuri bandi dell’amministrazione civica di questo comune del milanese, dove sono convinti che dichiararsi antifascisti sia un merito in campo sportivo e in chissà quali altri ambiti – ha aggiunto l’europarlamentare -. Siamo di fronte a un vero e proprio delirio e all’ennesimo tentativo della sinistra di far dimenticare agli italiani che, insieme al fascismo e al nazismo, anche il comunismo ha provocato milioni di morti nel mondo. Ai compagni di Rescaldina suggerisco di rinfrescarsi la memoria su episodi drammatici della nostra storia, dalle foibe ai crimini di Stalin, e se proprio vogliono continuare a inserire clausole assurde nei bandi comunali, per par condicio facciano sottoscrivere anche una dichiarazione di anticomunismo».

L’amministrazione: “Polemica costruita ad arte sul nulla”

«Fa specie che ancora oggi siamo a discutere di ideologie, dimenticando come la nostra splendida, “sana e robusta” Costituzione, identifichi chiaramente nell’antifascismo un valore imprescindibile – è la replica arrivata dall’amministrazione comunale -. Così come risulta evidente che ogni organo del nostro Stato debba chiaramente far riferimento alla Costituzione, adottata unanimemente dal nostro Parlamento con la condanna esplicita di quella singola ideologia che aveva portato il nostro Paese nel suo periodo più cupo. Costituzione che ci aspetteremmo che tutti gli attuali amministratori locali, regionali, nazionali, europei o aspiranti tali conoscano, tanto più se ci hanno anche giurato sopra».

«Fa specie anche che questa polemica nasca oggi, intorno ad un documento (la dichiarazione antifascista) che non solo è in uso in moltissimi comuni italiani, ma che a Rescaldina è stata introdotta sì da Vivere Rescaldina, ma prima dell’attuale amministrazione – continua l’amministrazione comunale -. Dopo quindi molti anni in cui il documento viene richiesto per ogni evento e manifestazione e dopo che il Centrodestra Unito, come tutte le altre forze politiche, lo ha sottoscritto senza battere ciglio ogni volta che ha organizzato un evento, un banchetto, un incontro pubblico, la questione viene evidenziata ora e arrivando persino all’attenzione di testate nazionali e di un ex ministro, parlamentare e presidente di regione. Risulta evidente l’opera di strumentalizzazione e la polemica costruita ad arte sul nulla».

«Non può poi non sorprendere la pesante affermazione secondo cui “i manicomi sono chiusi, resta aperto il Comune di Rescaldina” – è la conclusione della maggioranza uscente -. Un’affermazione alla quale vogliamo rispondere con pacatezza e semplicità con delle parole prese in prestito ad Alda Merini e con le quali ricordiamo all’autore della frase citata che “a fare del male non sono i matti, ma i sani di mente”».

Non senza l’augurio che «la campagna elettorale possa proseguire serenamente e non intervenire su temi sui quali ci dovrebbe essere unità di intenti, come lo sport, da sempre per questa amministrazione una fondamentale componente nella crescita e nel benessere, non solo fisico, ma anche sociale, sia per i più giovani che per gli adulti e gli anziani».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Febbraio 2024
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