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Truffa del cambio valuta, la polizia sequestra conti bancari e un appartamento a Parabiago

Il noto truffatore era specializzato nel "rip deal", sofisticati raggiri capaci di fruttare ingenti profitti illeciti. I sequestri sono stati effettuati della Divisione Anticrimine della Questura di Milano

Polizia di Stato Legnano

Conti bancari, auto di grossa cilindrata e un appartamento con box a Parabiago. Sono alcuni dei beni sequestrati a un truffatore specializzato nel “rip deal”, sofisticati raggiri capaci di fruttare ingenti profitti illeciti.  Ieri, giovedì 14 novembre, gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano hanno eseguito un sequestro antimafia disposto dal Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Milano, nei confronti di un cittadino serbo di 43 anni e noto pregiudicato per reati contro il patrimonio. Oltre all’appartamento a Parabiago è stato sequestrato un vasto terreno a Vimercate, due auto marca BMW di grossa cilindrata e conti corrente bancari i cui saldi sono in corso di quantificazione, per un valore complessivo di circa un milione di euro.

Nel corso degli anni il 43enne ha fornito agli organi di polizia ben otto identità diverse, realizzando truffe su tutto il territorio nazionale. Il truffatore attivo fin dal 2002, è riuscito a mantenere un altissimo e del tutto ingiustificato tenore di vita: da ultimo, il 21 marzo scorso, durante il lockdown per l’emergenza sanitaria da Covid-19, è stato fermato al valico di Gaggiolo dov’è trovato in possesso di 8200 euro in contanti, somma di cui non ha saputo giustificare il possesso. Gli analisti della Divisione Anticrimine hanno dimostrato che tutto il guadagno accumulato dal soggetto nel corso degli anni era di origine illecita.

TRUFFA “RIP DEAL”– Letteralmente l’espressione “rip deal” può essere tradotta come “affare strappato”: i truffatori, spacciandosi per facoltosi uomini d’affari, sceicchi, nobili, diplomatici, oppure spesso attribuendosi titoli accademici, guadagnano la fiducia di ignare vittime, per lo più stranieri nordeuropei che vengono agganciati sul web e successivamente incontrati in lussuose location, come grandi alberghi o circoli privati, ove vengono loro prospettati vantaggiosi affari immobiliari o riguardanti opere d’arte. Una volta guadagnata la loro fiducia scatta la truffa vera e propria: i malfattori propongono alle vittime un cambio di valuta a condizioni particolarmente favorevoli, facendo intendere che si tratta di “denaro sporco”. A questo punto viene realizzato lo scambio ma, a fronte del denaro autentico, nella valigetta che viene consegnata alle vittime è presente carta straccia coperta solo in superficie da banconote autentiche oppure banconote false.

LA LUNGA SERIE DI TRUFFE – Nel 2002, a Milano, ha raggirato un imprenditore friulano, fingendosi interessato ad acquistare un’immobile; dopo aver concordato un cambio di valuta presso un noto albergo del capoluogo, un complice ha strappato alla vittima una valigetta contenente 45.000 Euro. Nel 2003, ad Albenga, con le stesse modalità si è impossessato di 50.000 Euro strappati ad una donna, che li custodiva nella sua borsetta. Nel 2004, il 43enne è stato coinvolto in una complessa operazione di Polizia Giudiziaria riguardante ben 11 “batterie” dedite alla realizzazione di truffe rip-deal che facevano capo ad una “cupola” milanese di cui il predetto faceva parte. Le vittime preferite dell’associazione a delinquere erano imprenditori prevalentemente stranieri (tedeschi, austriaci, francesi, svizzeri). Nel 2014 è stato controllato nel centro di Milano a bordo di una Volvo S40 e trovato in possesso di numerose banconote fac-simile da 500 euro. Nel 2016 è stato coinvolto nell’indagine “Vecchia Guardia” riguardante numerose truffe avvenute a Padova, Roma, Vimercate, Pordenone, Firenze, in danno di cittadini cinesi ed italiani. Anche sua moglie annovera diversi precedenti per reati contro il patrimonio (principalmente furti in abitazione), così come due dei suoi quattro figli. Gli ultimi redditi dichiarati dal delinquente e dai suoi familiari risalgono al 2005.

In tutta la loro vita, la famiglia in questione ha dichiarato entrate per poco più di 30.000 euro, nemmeno sufficienti a finanziare l’acquisto di un’Audi A8 avvenuto nel 2001, pagata circa 55.000 euro. Come evidenziato dagli accertamenti patrimoniali svolti dalla Divisione Anticrimine, nonostante questo magro quadro reddituale, i famigliari del 43enne nel corso degli anni hanno provveduto non solo al loro sostentamento di base, ma anche a mantenere un elevato tenore di vita, riuscendo e a fare investimenti immobiliari, oggi oggetto dell’ablazione patrimoniale. A seguito del sequestro, in applicazione del Codice Antimafia, spetterà al destinatario del provvedimento dimostrare che tali beni siano stati acquisiti con risorse economiche lecite e dichiarate al fisco e, in caso contrario, il sequestro si tramuterà in confisca, cosicché i beni, acquisiti definitivamente nel patrimonio dello Stato, potranno essere reimpiegati per finalità sociali nelli’nteresse della collettività.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Novembre 2020
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