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Violenza sulle donne: 213 le vittime aiutate dall’Asl

Il 75% di violenza è di tipo psicologico - L’Unità Operativa Sistemi di Welfare per la Famiglia dell'Asl locale ha illustrato i dati raccolti nel 2013...

(g.somazzi) – Violenze psicologiche non solo fisiche, sono quelle subite dalle 213 vittime accolte nel 2013 dai consultori della Asl Milano1: donne tra i 25 e i 39 anni  per lo più italiane. Il fenomeno della violenza sulle donne colpisce anche le minorenni, infatti 7 giovanissime hanno chiesto aiuto.

Sono i dati illustrati dall’Unità Operativa Sistemi di Welfare per la Famiglia dell'Asl locale durante il convegno “Le donne non si toccano neanche con un fiore” orgnizzato in occasione della Giornata internazionale dedicata alla violenza di genere. Un evento che si è svolto questo pomeriggio nell'Auditorium di via Boccaccio a Cerro Maggiore comune capofila della Reta Anti-violenza del Legnanese.

Durante il convegno organizzato da ASL Milano 1 è stato presentato il Vademecum per la presa in carico integrata da parte delle diverse istituzioni del territorio. All'evento sono intervenuti il direttore Generale dell’ASL Milano 1,  dott. Giorgio Scivoletto,  e il direttore Sociale, dott. Giuseppe Calicchio e l'assessore politiche di genere Piera Mercedes Landoni. Inoltre, ha preso la parola il magistrato della Procura della Repubblica del Tribunale di Milano  Pietro Forno, il vice Questore Aggiunto Capo sez. Squadra Mobile di Milano, Patrizia Peroni, il direttore dell’Unità Operativa Sistemi di welfare per la Famiglia dell’ASL Milano1, Mirko Fagioli, la psicologa del consultorio ASL di Legnano, Susanna Cozzi. Presente tra gli altri il capitano della Compagnia Carabinieri di Legnano Francesco Cantarella (nella foto a lato).

– IDENTIKIT DELLA VITTIMA: gli adetti ai lavori hanno spiegato che le vittime sono prevalentemente italiane, tra i 25 e i 39 anni, con la licenza media, sposate o conviventi, con figli maggiorenni, che non lavorano e dipendono economicamente dal partner. Il 69% sono di origine italiana e il 31% straniera e il 21 % è nubile. Il 63% delle vittime non lavora e dipende economicamente dal partner e nel 70% dei casi ha figli maggiorenni.

– GLI AUTORI DELLA VIOLENZA: sono tutti quasi noti alla vittima (tranne in un caso) e per il 90% dei casi si tratta di un familiare (coniuge o partner). Il fatto di non essere autosufficienti a livello economico crea ulteriore difficoltà alle vittime nel segnalare il maltrattamento.

Il 71% delle vittime si è rivolta spontaneamente ai consultori, il 29% su invio da altri servizi, Il 57% non ha un legale. Solo 190 delle vittime sono state prese in carico e seguite dai consultori familiari a cui si sono rivolte, e dopo un anno, dai dati di follow up si evidenzia che nel 67% dei casi il maltrattamento è cessato, mentre nel 20% dei casi continua per vari motivi. Si evidenzia inoltre che per 86 casi su 190 presi in carico è stata attivata una rete territoriale di supporto e 18 casi sono stati inviati ai centri antiviolenza. 

Complessivamente 174 vittime si sono attivate a propria tutela: 65 donne hanno denunciato il maltrattante, 50 donne si sono allontanate spontaneamente e 16 donne hanno chiesto la separazione o intrapreso un'azione legale. 

– I FEMMINICIDI SUL TERRITORIO In questi anni sono stati due i casi consumatesi a Legnano dove la violenza in famiglia è degenerata in omicidio: ricordiamo Annunziata Romeo strangolata dal figlio 40enne Salvatore Madau e il caso di Stefania Cancelliere uccisa con un mattarello dall'ex marito Roberto Colombo.

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IL TERRITORIO SI MOBILITA: Inoltre, in giornata sono state diverse le iniziative svolte sul territorio per dire "No" alla violenza sulle donne. Per l'occasione si sono mobilitati gli studenti del Liceo Cavalleri di Parabiago e l'amministrazione di San Vittore Olona ha allestito in Piazza Italia un "muro" dove poter lasciare una testimonianza di concreta solidarietà.

Per approfondimenti:
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Una fiaccolata per dire no alla violenza sulle donne

Redazione
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Pubblicato il 25 Novembre 2014
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