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SUICIDI ECONOMICI: IL GRIDO DI AIUTO DI UN IMPRENDITORE

IL dirigente della Confartigianato Alto Milanese ha indirizzato la sua missiva all’onorevole Oreste Rossi, Europarlamentare promotore di una petizione anti suicidi economici...

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che un Dirigente della Confartigianato  Associazione ha in questo giorni indirizzato all’onorevole Oreste Rossi, Europarlamentare, che ha di recente lanciato una petizione, promuovendo una raccolta di firme per chiedere alle Istituzioni di costringere la Bce ad intervenire contro le speculazioni ed allentare la stretta creditizia (petizione anti suicidi economici).

Una testimonianza fortemente indicativa dello stato di disagio in cui versano le piccole imprese ed i piccoli imprenditori anche nel nostro territorio. "Condividendo pienamente il senso della nota – scrive Confartigianato –  siamo convinti che gli artigiani sapranno trovare la forza e la determinazione per continuare a fare impresa. Il supporto e l’aiuto anche della nostra Associazione in questo senso non verranno loro meno". 

Di seguito la lettera

Egregio Onorevole

Il tempo è scaduto e la classe dirigente (ho detto dirigente e non solo politica ) pare non rendersene conto e non sa o non vuole prendere provvedimenti draconiani indispensabili per superare il momento drammatico che non avra’ a mio avviso certamente fine, perdurando lo stato delle cose, se non tra qualche decennio.

Questa nazione non è un paese per aziende soprattutto piccole.

La mia ditta, da me creata dal nulla 34 anni fa, sempre stata in tanti anni fonte per me di grandi soddisfazioni, ormai è un malato terminale ed ha, se non i giorni ma sicuramente, i mesi contati soprattutto a causa del tracollo delle commesse iniziato nel 2011 dovuto ad una serie di fattori che ci passano sopra la testa ( crollo dei consumi privati, stop degli investimenti Pubblici, proliferare dei General Contractors, evaporazione del commercio al dettaglio ecc…ecc…)

Pertanto, non essendo in grado di soddisfare per il secondo anno consecutivo gli studi di settore, pur potendo profondere ancora una volta  i risparmi di una vita per tenere aperto, saro’ costretto ad ammettere quella che io vivo come una sconfitta personale traendone le dolorosissime conseguenze mettendo in “libertà“ gli ultimi dipendenti rimasti che hanno avuto il solo torto di credere in me fino alla fine. 

Spero che questa mia piccola testimonianza da “ imprenditore da marciapiede “ possa essere per Lei di una qualche seppur minima utilità.

Grazie per la Sua attenzione

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Settembre 2013
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