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Amga si amplia con tre nuovi Comuni

Dal 2016  i servizi di igiene urbana di Dairago, Robecchetto con Induno e Turbigo saranno affidati ad Aemme Linea Ambiente...

Amga si allarga. L'approvazione della delibera nei rispettivi consigli comunali, ha ufficializzato l'ingresso di tre nuovi comuni soci: dal primo gennaio 2016  i servizi di igiene urbana di Dairago, Robecchetto con Induno e Turbigo saranno così affidati alla controllata, Aemme Linea Ambiente (Ala).

Oggi, 18 novembre, la presentazione alla presenza del presidente Amga, Nicola Giuliano e dei sindaci, Pier Angelo Paganini, sindaco di Dairago e Maria Angela Misci, sindaco di Robecchetto con Induno. Non ha potuto presenziare per altri impegni istituzionali, Christian Garavaglia il sindaco di Turbigo.

17 COMUNI PER 86MILA TONNELLATE DI RIFIUTI

Sale così a 17 il numero di Comuni che hanno affidato il servizio di igiene urbana ad Ala – quasi il doppio rispetto ai 9 d’inizio del 2014 – che continua il suo piano di consolidamento delle attività e di espansione del bacino territoriale di riferimento. Gli abitanti serviti sono 200mila pari a 86mila tonnellate di rifiuti per media del 63% di differenziata da implementare

NUOVA FORZA LAVORO 

L'operazione comporta anche l'ampliamento – tramite bando – del personale Ala con l'assunzione di 8 nuovi addetti: saranno privilegiate le maestranze che già operavano per il precedente gestore. I dipendenti di Ala passeranno da 180 a 190 dipendenti. Sarà implementata con 7 nuovi mezzi anche la flotta della società.  

DAL PRIVATO AL PUBBLICO

La gestione dei servizi di igiene urbana dei tre Comuni entranti in Amga erano prima affidati ad un privato, ma l'impegno dimostrato dalla società pubblica in questi ultimi anni li ha portati a scegliere il pubblico. «I rifiuti sono come l'acqua, sono per me un bene pubblico», ha detto il  sindaco di Dairago, Angelo Paganini, che nel motivare la sua scelta, ha messo davanti due fattori: «La garanzia di trasparenza e la propensione della società a fare informazione e formazione. Il management di Amga ci ha poi dimostrato impegno e qualità del servizio». Scelta che il primo cittadino, a capo di una lista civica di centro destra, non avrebbe però compiuto con il precedente Cda di Amga che non ha conosciuto di persona ma che «non ritenevo affidabile». Solo la Lega Nord di Dairago, in quanto minoranza, ha votato contro la delibera di ingresso ad Ala.

A votarlo  all’unanimità è stato invece l'intero consiglio comunale di Robecchetto con Induno con cui ha  collaborato «nell’interesse unico dei cittadino» la maggioranza guidata dal sindaco Maria Angela Misci: «Abbiamo esplorato altre soluzioni ma le referenze di Aemme Linea Ambiente e il suo progetto, anche sullo sviluppo delle sensibilità sulla raccolta differenziata, ci hanno pienamente convinto», sono state le parole del primo cittadino.

UNA STRADA IN SALITA

Attestati di fiducia che spingono il management di Amga a proseguire su questa strada: «Siamo soddisfatti di poter presentare tre nuovi soci – ha commentato il presidente di AMGA Legnano S.p.A., Nicola Giuliano – che fanno da apripista all’imminente ingresso di altri due Comuni. Un ingresso che testimonia,  la qualità di quel rapporto fiduciario tra la società e le amministrazioni che hanno come primo obiettivo quello del servizio e del bene comune dei cittadini. Un processo di crescita, reso possibile dal lavoro di squadra che tutto il management ha svolto in questi mesi che non vogliamo si fermi qui». L'obiettivo finale è quello aggregare anche le partecipate di Busto Arsizio e Gallarate e i comuni a loro associate. La due diligence si è conclusa e nel 2016 si potrebbe entrare nella fase operativa. 

ACCAM E LA FABBRICA DEI MATERIALI

Sul fronte smaltimento, il presidente Giuliano ha confermato la partecipazione a due bandi di gara. Il primo, riservato a 8 Comuni circa, non soci Accam, si è da poco concluso e le buste saranno aperte domani, 19 novembre; il secondo riguarda invece tre Comuni soci Accam, Legnano, Parabiago e Buscate. In quest'ultimo bando è stata applicata la sospensiva: la partecipazione al bando era stata decisa come una sorta di "piano b" in caso Accam chiudesse nell'immediato. I soci – a maggioranza – hanno votato di chiuderlo nel 2017; Legnano si è astenuto facendo notare la carenza di un piano industriale ma la strada segnata è quella della chiusura dei forni tra due anni e fino ad allora i rifiuti dovranno essere bruciati in Accam. Difficile che venga accettata la richiesta del Comune di Legnano di un contratto ponte rinnovabile dopo 6 mesi. 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 19 Novembre 2015
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