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Sindaci del territorio in coro: “No al Giudice di Pace!”

Troppi problemi, i primi cittadini del territorio non rivogliono il presidio...  

Sull'attuale argomento del ripristino in città dell'Ufficio del Giudice di Pace, ecco oggi un comunicato dei sindaci del territorio di San Giorgio su Legnano, Rescaldina, San Vittore Olona, Villa Cortese, Canegrate, Vanzaghello, Cerro Maggiore, Nosate, Magnago, Busto Garolfo, Parabiago, Turbigo, Dairago e Cuggiono. I primi cittadini ribadiscono di non poter sostenere il progetto sia perchè troppo oneroso, sia per una questione di coerenza in tema di spese, sia per problemi di ordine burocratico: "Tutti problemi, questi – leggiamo nel documento – che in tempi di spending review e di tagli ai trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali,  non possono essere ignorati, né sottovalutati. Da qui il nostro diniego a contribuire alle spese e la nostra comprensione alle conseguenti perplessità del collega Centinaio". Collega che, nonostante le problematiche evidenziate, ha deciso nella giornata di mercoledì 22 luglio di inoltrare comunque la richiesta di ripristino al MInistero chiedendo una proroga (Qui la lettera) oltre al 30 luglio proprio per le difficoltà legate al reperimento del personale e di spending review. 

Di seguito il comunicato integrale, mentre ricordiamo che domani sera, giovedì 23, a Legnano è in programma una riunione dei capigruppo consiliari, evidente segno che si sta andando verso la convocazione del consiglio comunale aperto, richiesto dai gruppi di minoranza.


Il problema di un ipotetico ritorno dell’Ufficio del Giudice di Pace a Legnano è da qualche giorno oggetto di discussione. Nella nostra veste di Sindaci di Comuni che fino alla soppressione di tale Ufficio facevano riferimento alla sede legnanese, ci sentiamo in dovere di far sentire anche la nostra voce.

Recentemente, a fronte di una formale richiesta del Sindaco di Legnano che chiedeva una compartecipazione economica nell’eventualità di un ripristino dell’Ufficio del Giudice nella sua città, abbiamo risposto manifestando  il nostro rammarico per non poter farci carico anche  di un simile onere. Il diniego nasce dal fatto che, ancora una volta, ai Comuni viene richiesto il trasferimento di spese che in passato erano totalmente a carico dello Stato. Inoltre a fronte di una revisione delle spese da parte dello Stato per ridurre la spesa pubblica è poco coerente che un altro ente pubblico si accolli al suo posto le spese, vanificando quindi lo sforzo.

Comprendiamo perciò le forti perplessità del Sindaco Centinaio che sia Legnano a dovere farsi carico di un onere ad oggi difficilmente quantificabile, ma che dovrebbe presumibilmente sfiorare la somma di 300 mila euro all’anno. Così come comprendiamo le difficoltà avanzate dal collega circa le prevedibili difficoltà nell’individuare le persone da distaccare all’Ufficio del Giudice di Pace tra i dipendenti comunali. Fermo restando che anche in questo caso l’incertezza regna sovrana (quanti? 4/5 o 9?), non si possono ignorare altri problemi connessi: tali persone non potranno essere distaccate d’ufficio, ma soltanto a fronte di una loro disponibilità; non potrà essere accettata qualsiasi disponibilità, ma soltanto quelle provenienti da persone professionalmente qualificate o, eventualmente, da formare mediante appositi corsi.

Sono tutti problemi, questi, che in tempi di spending review e di tagli ai trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali,  non possono essere ignorati, né sottovalutati. Da qui il nostro diniego a contribuire alle spese e la nostra comprensione alle conseguenti perplessità del collega Centinaio.

Desideriamo tuttavia cogliere questa occasione per sviluppare un’altra considerazione di carattere più generale. Abbiamo letto in questi giorni che la definitiva scomparsa dell’Ufficio del Giudice di Pace da Legnano si tradurrebbe in un declassamento del ruolo di questa città all’interno dell’Alto Milanese.

Si tratta di una teoria che   in coscienza non sentiamo di condividere in quanto  appare legata a concezioni superate del ruolo dei singoli Comuni all’interno del proprio territorio di riferimento.  Ci auguriamo siano finiti i tempi in cui il prestigio di un Comune di basava sul numero di uffici pubblici presenti: oggi occorre entrare in una logica di “area vasta” in cui ciascun Comune interagisce con quelli vicini con pari dignità e sulla base di un’equa distribuzione di ruoli e competenze. E’ la filosofia che sta alla base della Città Metropolitana, in cui la stessa Milano è destinata a ripartire competenze e uffici al di fuori dei suoi confini.  

Rimane a nostro avviso fuori discussione che Legnano resterà, indipendentemente dall’esito di questa vicenda, il Comune principale e punto di riferimento dell’intero Alto Milanese.

Siamo e saremo sempre disponibili ad un confronto costruttivo nell’interesse dei Cittadini e delle Comunità che amministriamo.

I Sindaci dei Comuni di: San Giorgio su Legnano, Rescaldina, San Vittore Olona, Villa Cortese, Canegrate, Vanzaghello, Cerro Maggiore, Nosate, Magnago, Busto Garolfo, Parabiago, Dairago, Turbigo, Castano Primo e Cuggiono.

Leggete anche: Avvocati: "Oltre un migliaio i legnanesi coinvolti dal Giudice di Pace"

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Luglio 2015
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