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Calcio serie D, sospensione oppure in campo solo per i recuperi

Giovanni Munafò, presidente dell'Ac Legnano: «In questo momento il protocollo non garantisce una continuità del campionato»

Calcio Lilla legnano

Non c’è ancora nessuna ufficialità sulla sospensione del campionato di serie D, ma nemmeno sulla sua prosecuzione. In un dibattito, con qualche momento particolarmente vivace, organizzato da Be.Pi TV, è stato Luigi Barbiero, coordinatore LND a spiegare che sono all’esame due opzioni: riprendere dal weekend del 6 dicembre oppure utilizzare le prossime domeniche per effettuare tutti i recuperi delle gare rinviate in queste settimane ed arrivare così, ai primi di dicembre, con il campionato nuovamente in pari. «Attendiamo informativa dal ministero della Salute per sapere se il nostro campionato potrà continuare regolarmente, ottenendo una deroga al divieto degli spostamenti tra territori diversi»,  la comunicazione del dirigente.

La considerazione che il 31 ottobre e il 1° novembre, in tutti i gironi, fossero in programma complessivamente 83 partite e se ne siano giocate soltanto 35 ha aperto la discussione tra gli ospiti, tra cui Giovanni Munafò, presidente dell’Ac Legnano: «In questo momento il protocollo non garantisce una continuità del campionato e non capisco perché ci si continui a considerare dilettanti, laddove partecipiamo a un campionato nazionale – il suo pensiero-. Siamo considerati dilettanti, ma non lo siamo. Il problema nasce non solo per le gare ma anche per gli allenamenti. Penso si possa applicare il protocollo dei professionisti e questo garantirebbe continuità per lo svolgimento del campionato. Penso che, piuttosto che fare un sondaggio per decidere se continuare o meno, sarebbe stato opportuno coinvolgere i presidenti per decidere. Alcune zone possono proseguire il campionato, altre come la Lombardia non possono più farlo».

«Ci avevano promesso contributi a inizio stagione perché non abbiamo disputato un campionato, a mio avviso regolare, lo scorso anno e non abbiamo visto nessun tipo di aiuto – sempre il commento di Munafò -. Sarebbe bastato che la LND non facesse pagare l’iscrizione, oppure avesse creato convenzioni provinciali per poter eseguire i tamponi ai nostri giocatori. Noi abbiamo speso circa 7.000 euro in un mese e mezzo da inizio campionato».

«Il protocollo è fatto dal CTS della FIGC e approvato dal CTS del governo, noi dobbiamo solo recepire- il giudizio invece di Barbiero- . Come istituzione siamo obbligati a farlo rispettare. Che da questo protocollo possa emergere che qualcuno lo abbia utilizzato per altri scopi ne risponderà davanti agli organi competenti.

Barbiero ha anche replicato sul tema dei contributi: «Prima dell’inizio del campionato è stato detto che dipartimento avrebbe erogato due contributi, uno tra fine ottobre e inizio novembre, come contributo alle società di adeguamento ai protocolli sanitari, e il secondo a gennaio, un contributo vero e proprio versato sui conti delle società», risposte che non hanno convinto e soddisfatto del tutto.

Intanto, oggi, si è giocato a Castellanzese, dove i neroverdi sono stati sconfitti dalla Lavagnese.

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Pubblicato il 05 Novembre 2020
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