Il calore del pubblico, il rumore della palla che rimbalza sul parquet e la voce di suo figlio Antonio che gli racconta la partita. Gabrele Cavaleri, Lele per tutti, sangiorgese non vedente da 25 anni, segue così tutte le partite della Pallacanestro Varese, in casa e in trasferta. Ieri, domenica 4 novembre, dopo esser rientrato dalla trasferta di Reggio Emilia, per consolarsi della sconfitta varesina,ha deciso di concludere la domenica assistendo per la prima volta, insieme ad Antonio e alla nipote Noemi, a una partita di Axpo Legnano: proprio al PalaBorsani Gabriele, conosciuto a Legnano per la sua "militanza" nello storico Lilla club, ci ha raccontato la sua avventura da tifoso. 

«Lavoravo alla Rimoldi di Olcella ed ero un sindacalista della Cisl – racconta Lele -. Da 25 anni, a causa di una malattia, sono diventato cieco. Ma questo non mi ha fermato».

Grazie a Giuseppe Scazza, titolare dell'Elser antifurti, negli anni '90, ha "scoperto" quanto può essere emozionante, assisitere ad una partita di pallacanestro. Così, Varese è entrata nel suo "cuore". Anche quando ha perso la vista, non ha più perso una partita.

Ad alimentare questa passione ci ha pensato il figlio Antonio: «La pallacanestro è uno sport che ho sempre apprezzato e che ho anche praticato – spiega il giovane -. Accompagno con piacere papà, ormai una mascotte di Varese. Gli racconto l'andamento della partita così che possa seguire quello che accade in campo. Andiamo anche in trasferta, non ci perdiamo una gara». Per entrambi il momento più emozionante è stato assistere alla finale di Supercoppa quando «Siena ci ha tolto la vittoria. È stato adrenalinico ed emozionante». 

Il basket non è l'unico sport che appassiona Lele. Segue anche la pallavolo, «ma solo quando capita, perchè – come precisa lui stesso, sorridendo – la priorità assoluta ce l'ha Varese».