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Sicurezza sul lavoro, Cgil e NIdiL chiedono un incontro con Ats Milano

I sindacati hanno chiesto un incontro ad Ats per capire la situazione sul tema sicurezza sul territorio e chiedere più controlli nelle aziende. L'obiettivo è quello di tutelare i lavoratori somministrati

Pmi Day Pangborn

I sindacati di Legnano chiedono un incontro ad Ats Milano per parlare di sicurezza sul lavoro in particolar modo per i lavoratori interinali, che vengono assunti per tempi brevi e spesso non vengono tutelati. A chiedere in questi giorni di aprire il tavolo di confronto è il segretario della Cgil Ticino Olona, Mario Principe, con il segretario della Nidil Cgil locale Giorgio Ortolani. «Visti i dati infortunistici in Lombardia – affermano i sindacalisti – è chiaro che qualcosa nell’applicazione delle normative non funzioni. Il perdurare di questa situazione è sintomatico di una scarsa attenzione da parte di molte aziende, al rispetto di quelle che sono le norme a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro».

Purtroppo il dato infortunistico in Italia e in particolare in Lombardia non accenna a diminuire. Da gennaio a giugno di quest’anno sono state 65.221 le denunce di infortunio nella nostra regione, il 49,3% in più del 2021 in cui le denunce furono 43.671. Le morti sul lavoro, sempre nei primi 6 mesi del 2022, in Lombardia sono state 72 di cui 52 in azienda e 20 in itinere. In Lombardia 3 lavoratori, ogni settimana, non rientrano nelle case che hanno lasciato la mattina per andare a lavorare. «La provincia di Milano, di cui fa parte il nostro territorio, è quella che ha avuto la crescita maggiore. 27.220 denunce di infortunio nel ’22 (il 66,1% in più rispetto al 2021) – sottolinea Principe -. Dopo l’approvazione 626/94 solo nel 2008, a seguito dell’incidente alla Thyssenkrupp di Torino, in cui persero la vita 7 lavoratori, venne alla luce il Dlgvo 81/08 Testo Unico sulla sicurezza che raccogliendo tutta la normativa prevenzionale doveva rendere più agevole ai Datori di Lavoro il rispetto delle normative in materia».

Tra i tanti problemi, il segretario locale ne indica due: la carenza di ispezioni e la mancanza di ispettori/tecnici che possano garantire un numero sufficiente di controlli. Principe denuncia, infatti, che oggi in Lombardia l’organico delle ATS nell’area della prevenzione è del 30/40% inferiore a quello di 10 anni fa. «Spetta al Governo e alla regione Lombardia intervenire, a meno che il tenere sottodimensionati i servizi ispettivi sia funzionale ad evitare ispezioni alle aziende – afferma Principe -. Ispezioni che, nel 68% degli interventi, rilevano irregolarità e quindi sanzioni e il conseguente adeguamento alle norme nelle aziende visitate. Sul secondo punto abbiamo verificato nel nostro territorio che diverse sono le aziende fanno informazione/formazione e addestramento ai lavoratori, ne di sottoporli a sorveglianza sanitaria preventiva al fine di verificare le loro condizione di salute».

La mancanza di formazione sul tema sicurezza è un comportamento superficiale diffuso non solo nelle piccole aziende. «Si tratta di obblighi precisi che espongono i datori di lavoro precise sanzioni sia economiche che penali, ma che molte aziende ignorano o tendono a procrastinare nel tempo – afferma Principe -. Il lavoratore prima di essere applicato a qualsiasi attività lavorativa deve essere formato e visitato dal medico competente aziendale. Troppo spesso questo non avviene specie per i lavoratori assunti a tempo determinato o in somministrazione.
Dai dati diffusi dal Ministero del Lavoro risulta che nel 2° trimestre 2022 la maggioranza dei rapporti di lavoro instaurati (circa 445.000) siano a tempo determinato. Il 48,1% dei rapporti di lavoro instaurati a tempo determinato durano dai 1 ai 60 giorni (il 37% durano meno di un mese) Le aziende risparmiano sui costi e acquisiscono un vantaggio competitivo nei confronti delle aziende che si comportano correttamente».

La legge affida ai lavoratori e agli RLS il compito di contribuire alla sicurezza nei luoghi di lavoro segnalando eventuali violazioni alle norme. Solo che i lavoratori, specie se precari e somministrati, stanno in silenzio perchè temono di perdere il loro posto. «L’informazione, formazione e addestramento dei lavoratori sono elementi essenziali per affermare una cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro – spiega il segretario della Cgil locale -, il fatto che molti datori di lavoro ancora non pongano la dovuta attenzione al rispetto delle normative su salute e sicurezza riteniamo sia inaccettabile. Per questo pensiamo che tutti dalle associazioni di categoria, alle associazioni sindacali e ai singoli lavoratori, sino agli organi ispettivi debbano fare di più per garantire che ogni lavoratore che lascia la sua casa la mattina possa rientravi incolume la sera dopo il suo turno di lavoro».

Per cambiare il sistema cosa bisogna fare? «Avere il coraggio di bussare alla nostra porta e segnalare ciò che non funziona – spiegano Principe e Ortolani -. Per cercare una soluzione abbiamo chiesto un incontro alla dr.ssa Sandra Marzini direttore dello UOC Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Milano Ovest. A questo tavolo intendiamo sollecitare non solo maggiori controlli sui temi posti, ma anche un intervento informativo e formativo mirato a diffondere tra datori di lavoro, RSPP e RLS una maggior attenzione alla cultura della sicurezza».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Ottobre 2022
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