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Impianto Forsu: ecco come funzionerà la nuova struttura

Primo incontro per far conoscere l'impianto Forsu di via Novara Impianto Forsu: "Mai ci siamo negati ad un confronto"  

Spazio Incontro Canazza "palcoscenico" d'esordio per il mini tour finalizzato a far conoscere ai legnanesi l'impianto Forsu che sorgerà in via Novara, in prossimità della piattaforma ecologica comunale. Ad "alzare il sipario" sulla nuova struttura, l'assessore all'ambiente Gianluca Alpoggio, il presidente Amga Catry Ostinelli, il responsabile del procedimento Stefano Migliorini di Aemme Linea Ambiente e Giacomo Mussino e Antonio Macaione di Asja Ambiente Italia, la società che si è aggiudicata il bando per la progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto.

IL PROGETTO – Supereranno quota 50mila le tonnellate di rifiuto organico che potranno essere conferite nella nuova struttura: 40mila di forsu vera e propria e 12.400 tonnellate di verde. Tutto questo, inserito nell'impianto, si trasformerà in 4 milioni di metri cubi di metano e 14mila tonnellate di compost.

La frazione organica di rifiuto solido urbano raccolta lungo le strade sarà trattata e selezionata per eliminare eventuali rifiuti "intrusi", finiti tra la forsu per errore o per distrazione, e poi sarà avviata al cuore dell'impianto, ovvero il digestore anaerobico: una "scatola" di cemento e metallo all'interno della quale entreranno in azione batteri anaerobi che trasformeranno il rifiuto inserito in biogas e digestato, ovvero materiale ancora organico ma ormai privo della parte volatile, quella che produce metano. All'interno del digestore sarà inserito un rimescolatore che farà in modo che non ci siano sedimenti e che i batteri trovino sempre materiale da trattare.

Il digestato verrà poi unito al materiale verde prodotto da sfalci e potature delle aree pubbliche ed inserito in biocelle, dove verrà lasciato a maturare. Lo step successivo alle aree di maturazione è la raffinazione, al termine della quale il digestato si trasfomerà in compost, materiale che può supplire all'uso di fertilizzanti chimici prodotti sinteticamente e deve rispettare precise indicazioni normative per poter essere messo in commercio.

Il biogas, invece, all'uscita dal digestore conterrà, oltre al metano vero e proprio, anche altri composti, e dovrà essere purificato per poter essere immesso nella rete. Con il biometano prodotto dall'impianto di via Novara, sarà possibile erogare riscaldamento per 3mila famiglie per un anno, alimentare ogni giorno 573 auto per un'autonomia di circa 250km ed evitare di bruciare petrolio per una quantità complessivamente pari a quasi 3.300 barili.

I costi per la realizzazione dell'impianto si aggirano intorno ai 20milioni di euro, mentre quelli per la gestione annuale sono pari a 2,5 milioni di euro all'anno: costi, peraltro, che saranno interamente supportati da Asja Ambiente Italia. L'impianto genererà anche dei nuovi posti di lavoro, ovvero quegli degli adetti alla struttura, che presumibilmente saranno otto. Il gestore pagherà ad Aemme Linea Ambiente un canone di gestione annuale, oltre alle royalties su rifiuti smaltiti nell'impianto non provenienti dal bacino di utenza di Ala, che da solo dovrebbe saturare il 60% della capacità della struttura.

Il progetto, per il quale è stata presentata richiesta di modifica dell'autorizzazione con varianti non sostanziali, vedrà l'avvio dei lavori il prossimo anno, con conclusione, collaudo ed effettiva messa in funzione previsti entro il 2020, con un probabile anno di ritardo su quanto annunciato inizialmente. Diverse le innovazioni rispetto a quanto prevedeva il progetto posto a base di gara: la raffinazione del biogas prodotto dal digestore per trasformarlo in biometano anzichè bruciarlo sul posto per produrre calore ed energia elettrica; il passaggio da una tecnologia wet ad una tecnologia semi dry con conseguente diminuzione del consumo di acqua e riduzione delle dimensioni del digestore da 10/12 ad 8/10 metri; il minore impatto sul traffico grazie all'introduzione di una via parallela di scorrimento che porterà i mezzi all’ingresso dell’impianto ad accodarsi direttamente all'interno della struttura e non sull'arteria cittadina; la realizzazione di serre ed orti didattici.

LE PROSPETTIVE – Tra gli effetti attesi dall'entrata in funzione del nuovo impianto, è prevista una riduzione della tariffa del servizio di smaltimento dei rifiuti. Riduzione che potrà essere ottenuta grazie all'abbattimento dei costi di trasporto derivanti dalla vicinanza nel "nascituro" impianto Forsu alla piattaforma ecologica di Legnano

Un altro riflesso sarà il taglio del traffico dei veicoli necessari per trasportare i rifiuti ad altri impianti, che avrà ricadute non solo sull'ambiente, ma anche sul portafogli grazie all'impatto sui costi di trasporto e gestione e sull'usura dei mezzi.

La preoccupazione segnalata da più voci di possibili emissioni odorigene, invece, non dovrebbe rappresentare un problema: il biodigestore, infatti, sarà completamente ermetico, con porte di impacchettamento su ogni varco che creeranno una sorta di camera di decompressione: l'aria, in sostanza, potrà entrare dall'esterno verso l'interno ma non seguire il percorso inverso. Per gli automezzi, inoltre, in uscita dall'impianto è previsto il lavaggio ruote, in modo che eventuali residui non finiscano lungo la pubblica via.

Quella delle emissioni odorigene, comunque, non è l'unica preoccupazione manifestata tra il pubblico, peraltro presente in sala a ranghi ridottissimi. L'ex consigliere comunale Giuseppe Marazzini, infatti, ha sollevato più di una perplessità su eventuali prodotti di scarto dell'impianto (ridotti, come ha spiegato Asja Ambiente, a tutto quel che rifiuto organico non è ma finisce tra i rifiuti organici e quindi dovrà essere portato in discarica), sui codici CER dei rifiuti che verranno smaltiti all'interno della struttura (escluso lo smaltimento di pelli di animali e parti di animali raccolte dai mattatoi e il trattamento di fanghi di depurazione) e sulle possibili coazioni con il vicino inceneritore ACCAM.

Da altre voci, poi, sono arrivati dubbi sugli strumenti di controllo che AMGA, e per suo tramite l'amministrazione, ha inserito nel capitolato rispetto all'attività del concessionario (previsto il monitoraggio di acque, fumi, qualità del gas, la verifica del rispetto dei vincoli contrattuali e la possibilità di accesso alle evidenze analitiche ed all'impianto stesso in qualsiasi momento). Sotto questo profilo, è emersa dal pubblico la proposta di rilevatori che rendano visibili a tutta la cittadinanza i valori raggiunti da determinati parametri.

IL DIBATTITO SULLA PARTECIPAZIONE – Se l'argomento principe avrebbe dovuto essere l'impianto Forsu, la serata non ha mancato di portare con sè qualche strascico delle polemiche divampate nei giorni scorsi tra Palazzo Malinverni e associazioni e comitati contrari all'impianto a biometano.

«Le consulte – ha sottolineato Vincenzo Tesoro della consulta 3 Oltresempione – hanno chiesto incontri più aperti, fatti non solo di informazione ma anche di confronto. Il confronto non può essere solo l'apertura alle domande, ma deve aprirsi anche alle criticità. Sarebbe opportuno aprire un tavolo di confronto che permetta ai cittadini di capirne un po’ di più». 

«Quello di questa sera – ha ribattuto l'assessore Alpoggio – è un incontro voluto dall’amministrazione che ha deciso di coinvolgere la consulta: è stata data la possibilità, dopo l'introduzione, di far intervenire sia le consulte, sia i comitati, quindi mi sembra che il confronto ci sia. Il confronto, però, deve basarsi su delle regole».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Settembre 2018
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