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Bellasio: “Vogliamo solo lavorare con regole certe”

I proprietari della cava a a cavallo tra Pregnana Milanese e Vanzago sono ormai da anni in una situazione di "sospensione"

“Per noi il dato di fatto principale è che non possiamo lavorare con continuità, non possiamo progettare, abbiamo macchinari acquistati e fermi da anni e tutto questo provoca una sofferenza devastante oltre a possibili problemi a un'azienda che dà lavoro a trenta persone”: a parlare è Giuliano Bellasio, titolare con altri membri della famiglia della Cava Bellasio, a cavallo tra Pregnana Milanese e Vanzago, e al centro di una disputa infinita che vede coinvolte amministrazioni locali e Regione Lombardia.

Al momento l’azienda si occupa di movimentazione terra, ma anche di lavori di bonifica in siti contaminati (non di smaltimento di questi materiali), mentre l’attività di scavo nella cava è ferma ormai da parecchio tempo, dal 2011. “Le posso mostrare i macchinari che avevamo acquistato e che sono fermi da allora – spiega Bellasio, affiancato dal responsabile tecnico e direttore di cava, l'ingegner Marco Pozzi  – .Si tratta di centinaia di migliaia di euro immobilizzati. Ovvio che con tutti i procedimenti in corso non abbiamo nessuna possibilità di fare investimenti o progettare anche nel breve periodo. Tra ricorsi, regole che cambiano in corsa, gli investimenti li stiamo facendo sì, ma solo in avvocati e per far valere il nostro diritto. Non è questo il nostro lavoro”. Bellasio ha deciso di far sentire anche la sua voce dopo che, ancora di recente, la lista di ricorsi e contro ricorsi sulla presenza o meno nell’ambito che vede in campo Comuni e Regione Lombardia si è allungata con l’ennesimo passaggio: a questo punto, di fronte all’ennesimo prolungarsi della vicenda, Bellasio ha scelto di prendere posizione.   

"Noi vogliamo solo lavorare senza avere questo continuo tira e molla e non vogliamo essere scambiati per delinquenti solo perché vogliamo che venga rispettato il nostro diritto – spiega -. Una cosa deve essere chiara: noi non vogliamo “inserire” Vanzago all’interno degli ambiti territoriali estrattivi. Sostenere che noi oggi stiamo spingendo in questa direzione è un errore, semplicemente perché da quando esistono gli ambiti territoriali, Vanzago è sempre stata all’interno degli ambiti territoriali estrattivi. Non vogliamo che i cittadini pensino che sia una nostra iniziativa recente…. Abbiamo sentito dire di tutto in questi anni: qualcuno ha sostenuto di non volere la cava perché noi "non riqualifichiamo", ma se io dal 2006 non sto scavando, non posso certo riqualificare un’area nella quale non ho scavato. Avessimo avuto un iter amministrativo logico e temporalmente corretto qui si sarebbe già iniziata un’attività secondaria e cioè quella identificata come "ludico sportiva in contesto naturale". Ovvio che di fronte a questa incertezza continua e data l'impossibilità di lavorare secondo programma i tempi, invece, si prolungano”. 

Il “blocco” ha riguardato anche l’ex discarica di Valderenne che confina con l’area di cava: “Avevamo presentato un progetto per riqualificarla completamente dopo anni di totale abbandono che l'hanno fatta diventare una vera ferita nel territorio – spiega Bellasio – e ora abbiamo fermo al palo pure questo. Va tenuto conto che tutto il percorso è iniziato nel 2009 e quando pareva che gli elementi cardine fossero stati da tutti condivisi – e con questo intendo i vantaggi nel recupero di quella parte del territorio così come l'economicità dell'intervento -, tutto è sembrato arenarsi nel 2012. Nel 2015 è ripreso il confronto, ma solo per verificare che gli interlocutori erano cambiati e le posizioni pure, tanto che non riusciamo oggi a capire se esista davvero anche da parte dell'amministrazione comunale la volontà di recuperare questa parte di territorio, Non siamo così convinti che la comunicazione che è arrivata ai cittadini sia stata corretta e completa ”.

E ora? “Ora proseguiremo l'iter burocratico dei ricorsi accodandoci alla posizione della Regione Lombardia – concludono – ma è vero che a un certo punto diventa quasi preferibile che ci venga detto definitivamente un sì o un no: sempre meglio che stare continuamente sulla corda".

 

Redazione
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Pubblicato il 06 Febbraio 2018
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