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“La città degli scrittori” chiude con Vincenza d’Angeli

Gelese di nascita ma castellanzese per destino, Vincenza D’Angeli presenterà il suo primo romanzo “L’innocenza dei miei vent’anni”...

Mercoledì 10 dicembre alle 21 alla Sala Conferenze della Biblioteca Civica di Castellanza ultimo appuntamento con la rassegna “La città degli scrittori” proposta dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza per far conoscere ai Castellanzesi e non gli scrittori legati alla città di Castellanza.

Ospite della serata di mercoledì sarà Vincenza D’Angeli. Gelese di nascita ma castellanzese per destino, Vincenza D’Angeli presenterà con la giornalista de La Provincia Mariagiulia Porrello il suo primo romanzo “L’innocenza dei miei vent’anni”.

“L’innocenza dei miei vent’anni” è già stato presentato a Gela, dove il romanzo è in gran parte ambientato, ma la biblioteca è il luogo che più è nel cuore dell’autrice che ne ha iniziato la stesura proprio nella tranquillità delle nostre sale.

Nato come scrittura introspettiva e personale, la potenza della storia ha spinto Vincenza a proporre il manoscritto a diverse case editrici fino alla sua recente pubblicazione.

Una storia d’altri tempi anche se vissuta pochi anni fa, il racconto di una cultura che conserva forti i valori della famiglia, dell’onore, dell’aiuto reciproco e degli insegnamenti religiosi.

L’autrice ha lasciato aperto l’uscio della stanzetta di una giovane ragazza siciliana, attratta dalla tranquilla e laboriosa esistenza delle monache presso cui imparava diligente quelle arti femminili di ricamo e buon cuore, che oggi sembrano del tutto superate, pensa di prendere il velo e dedicare la sua esistenza a Dio e ai bisognosi. Come spesso accade, però, l’amore per un giovane travolge la sua esistenza fatta di veglie di preghiere e ricami minuziosi: è un sentimento puro e pieno di una passione trattenuta nel nome dell’onore e della castità, è la storia della percezione del “paese” e della “famiglia” del nascere di una storia d’amore.

Finita l’estate, il novello fidanzato ritorna al nord con la promessa di un matrimonio da sogno, lei rimane a Gela, sola con il telefono come unico filo che la collega al suo amore. Poi le telefonate si interrompono, di nuovo “paese”, “onore” e “famiglia” giocano le sorti di due innamorati, è una spirale di solitudine, lacrime e desiderio di rinascita che scende sempre più in fondo, sempre più al buio. Non c’è mai buio tanto profondo che nemmeno una candela possa rischiarare…

Ingresso libero. 

Redazione
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Pubblicato il 09 Dicembre 2014
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