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Ancora braccio di ferro tra Comune e Franco Tosi sul PGT: “Chiesto all’azienda solo il 2% della sua area”

Ancora scontro tra la Franco Tosi e Palazzo Malinverni sul nuovo PGT, ormai prossimo all'approvazione con una vera e propria "maratona" consiliare che inizierà giovedì 30 maggio

Franco tosi

Continua il braccio di ferro tra la Franco Tosi Meccanica e Palazzo Malinverni sul nuovo PGT di Legnano, ormai prossimo all’approvazione con una vera e propria “maratona” consiliare che inizierà giovedì 30 maggio e vede già dieci date segnate in rosso sul calendario per l’esame delle controdeduzioni e il via libera definitivo al piano di governo del territorio. Proprio il nuovo strumento urbanistico, infatti, è la prossima sfida sul percorso della storica fabbrica di piazza Monumento, che dopo la partita industriale si trova a giocare quella urbanistica e non senza scossoni: prova ne siano le critiche al vetriolo mosse dalla nuova proprietà alla variante allo strumento urbanistico, definita senza mezzi termini penalizzante per l’azienda.

Dal “taglio” all’edificabilità fino alla viabilità interna alla ditta, passando per la perimetrazione degli ambiti di trasformazione che in un modo o nell’altro coinvolgo la fabbrica, le perplessità della Franco Tosi, il cui ramo d’azienda relativo alla gestione caratteristica è stato rilevato nel 2015 dal gruppo Presezzi, rispetto al nuovo PGT non sono un segreto. Ma quando Palazzo Malinverni aveva aperto alle osservazioni relative alla parte produttiva sembravano profilarsi gli stremi per una tregua tra Comune e proprietà.

Le speranze, però, sono naufragate dopo la commissione consiliare fiume incentrata sull’analisi delle controdeduzioni al PGT, quando la Franco Tosi aveva fatto sapere che «contrariamente a quanto si lascia ad intendere, non esiste alcun accordo tra le parti riguardante la nostra attività produttiva o la destinazione delle aree circostanti allo stabilimento» e aveva ribadito «l’importanza fondamentale della viabilità interna al sito produttivo per il mantenimento e l’efficienza delle nostre attività», sottolineando che «la possibilità di movimentare agevolmente i materiali all’interno ed all’esterno del nostro stabilimento è condizione essenziale per garantire la continuità operativa e la qualità dei servizi
offerti ai nostri clienti».

Una presa di posizione sposata anche dalle opposizioni, in primis dal Movimento dei Cittadini che ha parlato di un PGT che «bloccherà la produzione della Tosi», e che in una partita aperta e verosimilmente da giocare punto a punto non poteva cadere nel vuoto, tanto che a stretto giro di posta il sindaco Lorenzo Radice e l’assessore alla partita Lorena Fedeli hanno parlato di «fantasiose ricostruzioni di realtà che, semplicemente, non esistono».

«Dopo i famosi edifici che volevamo abbattere alla Manifattura e che si è capito che non noi, ma la Soprintendenza, aveva tutelato con dei limiti ben precisi, oggi è la volta dei camion che non potranno più trasportare le merci all’interno dell’area Franco Tosi – sottolineano Radice e Fedeli -. Come è evidente che qualcuno, mesi fa, ha voluto giocare sulla passione dei legnanesi per la storia della ex Manifattura, così viene da chiedersi se oggi altri stiano cercando di far leva su quello che il nome Franco Tosi suscita a Legnano per non riconoscere alla città quello che, a fronte di una qualsiasi operazione di sviluppo urbanistico, e quindi di valorizzazione e incremento del proprio patrimonio, è dovuto per legge».

Chiuso l'accesso della Franco Tosi in piazza Monumento a Legnano

Da Palazzo Malinverni, insomma, ribadiscono che alla Franco Tosi viene chiesta «una sola utilità pubblica: la realizzazione di un tratto di strada che permetterà alla città di risolvere un problema storico di Legnano, ossia un accesso da sud più diretto alla stazione, liberando quindi, parzialmente, dal traffico via Alberto da Giussano». «Questa utilità pubblica è stata individuata anche per valorizzare la stazione stessa, individuata da Città metropolitana come Luogo Urbano della Mobilità e, pertanto, strategica per la città – spiegano sindaco e assessore alla partita -. Se Franco Tosi Meccanica non vorrà sviluppare l’ambito di trasformazione tutto resterà invariato e la movimentazione delle merci continuerà a svolgersi come avviene oggi. Se, invece, Franco Tosi Meccanica vorrà sviluppare l’area, allora, per legge, come ogni altro operatore, dovrà impegnarsi a fornire questa utilità pubblica alla città».

Si parla di «un’area di circa 1.800 metri quadrati su complessivi 86.670 metri quadrati del comparto, pari quindi al 2% – aggiungono Radice e Fedeli -. Su questi circa 1.800 metri quadrati oggi sorgono piccoli magazzini, che non impattano sulle aree per la movimentazione delle merci; quindi un contributo minimo dell’operatore privato per risolvere un problema pubblico e storico della nostra città. Alla Franco Tosi stiamo pertanto chiedendo di aiutare il Comune a rispondere a un bisogno di migliaia di cittadini legnanesi, utenti della ferrovia, creando una strada parallela, e sottolineiamo parallela perché non interferisce con la viabilità aziendale e, anzi, può aprire un’ulteriore via di comunicazione tra la fabbrica, la stazione e la città».

«L’osservazione presentata dalla proprietà – rincarano la dose il sindaco e l’assessore all’urbanistica – non si oppone alla costruzione della strada (a dimostrazione della bontà dell’obiettivo), ma chiede che la stessa insista anche sulla proprietà di Ferrovie dello Stato, attualmente interessata da materiali rotabili. La proposta di traslare una parte del tracciato della strada su un’altra proprietà, quella di Ferrovie, interessa l’area di un soggetto che nulla ha a che fare con lo sviluppo dell’ambito di Franco Tosi Meccanica e non è accoglibile, oltre che dannosa per la Franco Tosi Meccanica stessa, perché la legherebbe alle Ferrovie: in altre parole l’azienda non potrebbe sviluppare un proprio progetto senza prima accordarsi con Ferrovie con un evidente allungamento dei tempi. In ogni caso, la porta dell’amministrazione comunale per parlare con l’azienda di piani di sviluppo è sempre aperta; naturalmente, sempre che la proprietà non preferisca usare altri canali comunicativi rispetto al confronto con amministrazione e uffici: canali sicuramente più rumorosi ma del tutto inutili alla realizzazione di qualsiasi progetto concreto».

Radice e Fedeli non risparmiano nemmeno le affermazioni dell’azienda sull’inesistenza di un accordo tra l’amministrazione e la Franco Tosi Meccanica, definite «surreali». «L’amministrazione ha parlato di tutt’altro, ossia di una clausola, quella per il passaggio dei mezzi di Franco Tosi Meccanica, che è compresa, quale allegato, negli atti di compravendita con cui l’azienda Franco Tosi ha acquisito le aree oggi di sua proprietà dal commissario liquidatore della vecchia Franco Tosi. Atti di vendita, che ben dovrebbe conoscere l’azienda stessa, quindi ben altro rispetto al fantomatico accordo fra Franco Tosi Meccanica e amministrazione comunale. Anche in questo caso, auspichiamo che il confronto possa avvenire nelle sedi istituzionali e abbia come base una documentazione ufficiale, supporto indispensabile per intavolare un dialogo realmente costruttivo e mirato a parlare nelle sedi opportune delle vere questioni sul tavolo».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Maggio 2024
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