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“Azzardo, fenomeno complesso da affrontare creando una rete a maglie sempre più strette”

Il sindaco Andrea Orlandi riassume i temi delle Giornate di Sensibilizzazione. Forse dell’ordine protagoniste in piazza San Vittore e al torneo di calcetto. L’assessore Nicola Violante: “Andiamo avanti, è fondamentale informare genitori e ragazzi”

Generico 08 Apr 2024

Si sono chiuse domenica 7 aprile alle ore 19.30 le Giornate di sensibilizzazione a contrasto del gioco d’azzardo organizzate dall’assessorato alla Legalità coordinato da Nicola Violante. Giornate intense, che hanno permesso occasioni di riflessione e altre di gioco aggregativo, per informare i rhodensi e metterli in guardia dai pericoli di un sistema sempre più diffuso e capillare che mira a colpire persone che affrontano momenti di fragilità economica o psicologica.

“Il tema appare particolarmente complesso – ha riassunto il Sindaco Andrea Orlandi al convegno di sabato mattina – Va osservato non solo con una lente ma da diversi punti di vista. Si tratta di una delle più grandi industrie, come giro di affari e come impatto sulle casse dello Stato; fa leva su un bisogno della società che si è sviluppato e che intercetta creando ulteriori disagi. L’azzardo cresce perché ci sono elementi che lo favoriscono. Occorre un approccio multidisciplinare, affinché tutte le componenti della nostra società siano sensibilizzate e sempre più consapevoli di quanto stia avvenendo. L’idea di un Patto di comunità, che ha raggruppato circa 70 soggetti, credo sia l’approccio giusto: ciascuno deve essere antenna sul territorio. Essere informati per diventare consapevoli è la cosa importante. Queste giornate vogliono arrivare a questo: fare in modo che la comunità con la sua rete abbia maglie sempre più strette, per il bene dei cittadini. Vogliamo tenere sempre al centro la persona umana e il suo vissuto”.

Venerdì 5 aprile la tre giorni ha preso il via con lo spettacolo “Gran Casinò” proposto dalla compagnia Itineraria Teatro. Fabrizio De Giovanni, affiancato dietro le quinte da Maria Chiara Di Marco, ha conquistato oltre 200 studenti di Puecher-Olivetti, istituto comprensivo Tommaso Grossi, Istituto Clerici. Il suo racconto teatrale su come si siano sviluppati il gioco d’azzardo e le scommesse nel nostro Paese fin dal secondo dopoguerra ha incuriosito: i dati hanno scioccato i ragazzi presenti che si sono fermati a porre domande alla fine. Sulle schede di valutazione i ragazzi hanno esposto i loro pareri, dimostrando di avere colto il messaggio di allarme.

Anche alla sera, nello spettacolo dedicato agli adulti, gli attori hanno distribuito i loro “Gratta e non vinci”, che riassumono i temi dello spettacolo e dovrebbero “essere mostrati a chi ci propone l’acquisto di un Gratta&Vinci, per ricordare loro che se lo proponessero a qualcuno che si è giocato l’impossibile e sta uscendo dall’incubo rischierebbe di far piombare una vita nel baratro”.

Sabato 6 aprile a Villa Burba il convegno “Non giochiamoci il futuro!” ha visto protagonisti Angela Fioroni, della campagna Mettiamoci in gioco; Alessandra Limetti, autrice del volume “A perdere” e tre esponenti dell’Associazione Giocatori anonimi.

Il gioco d’azzardo è sempre più diffuso. In Lombardia i dati raddoppiano quelli delle altre regioni: si trova una Videolottery ogni cento abitanti, una offerta enorme. A livello nazionale, se nel 2004 si parlava di un giocato pari a 25 miliardi di euro, adesso sono stati raggiunti i 150 miliardi. A Rho si giocano in un anno quasi 120 milioni di euro.

Angela Fioroni ha ricordato come i giochi nascano dalle menti di esperti che puntano a generare dipendenza: “Il sistema si nutre di una offerta sempre più ampia e si fonda su un bisogno. Il gioco è un’azione importantissima per la crescita delle persone e la vita di relazione, genera piacere. Chi diventa dipendente perde ore di lavoro, relazioni famigliari, autonomia intellettuale, il proprio ruolo nella società. Usurai e criminalità organizzata ne approfittano, costringendo chi non può restituire i soldi ad azioni illegali”.

In Lombardia nel 2023 sono stati giocati 23 miliardi, 13 in modalità fisica e 10 online. Si perdono 3,7 miliardi l’anno. “Spendiamo – ha continuato Fioroni – più per l’azzardo che per alimentarci. Ogni anno vengono aperti oltre 5 milioni di nuovi conti gioco; nel 2023 erano 4,2 milioni. Gioca il 42 per cento della generazione Z dai 14 ai 19 anni, bruciata dalle nuove tecnologie che rendono il cervello più debole di fronte all’apprendimento. Si gioca per soddisfazione personale, per eccitazione e sfida, per evadere dalle preoccupazioni quotidiane. Dati del Telefono Azzurro parlano di bimbi di sei anni già giocatori. Occorre parlare con i figli, senza colpevolizzarli. Cadere nella dipendenza non è una colpa, è il cervello che travalica. Per aiutare qualcuno occorre rivolgersi agli specialisti, sapendo che non se ne esce da soli. Noi possiamo aiutare a riscoprire i giochi tradizionali che sviluppano abilità. Rho, con il suo Patto, porta ciascuno a farsi carico dell’informazione: servirebbero più occasioni come queste per conoscere e far conoscere”.

Alessandra Limetti racconta nel suo libro una storia che riassume tante storie, una vita spezzata in cui emerge lentamente la consapevolezza: “L’azzardo è trasversale per estrazione sociale. Ho scelto di raccontarlo con la voce delle vittime collaterali di giocatori che diventano manipolatori, bugiardi patologici e generano un correlato di violenza economica e psicologica. La famiglia viene distrutta. Sono fondamentali i centri contro le dipendenze, ma la battaglia è lunga. Importante è il percorso di rinascita: non si esce da soli”.

Tre le testimonianze di Giocatori Anonimi presenti in Sala Convegni. Ecco il primo racconto: “Ho iniziato da adolescente, quando il mio migliore amico si era suicidato. Entrai in un bar, misi una moneta in una macchinetta e vinsi. Quando stavo giù mi bastava entrare in un bar. Poi è diventato un metodo per guadagnare senza faticare. Ho smesso di volermi bene e ho iniziato a seppellire me stesso in altri centomila me stessi. Pensavo “smetto quando voglio” ma non era facile. Il 19 luglio 17 alle ore 21 ho deciso di smettere, ma avevo lasciato moglie e figlio senza soldi, il bancomat vuoto. Gli amici incontrati ai gruppi dei Giocatori Anonimi mi hanno dato una mano e il coraggio di non continuare. L’azzardo è Mangiafuoco, tira i fili del giocatore, mi faceva credere che tutto si potesse risolvere giocando. Ho vinto l’Oscar delle bugie poi l’Associazione mi ha salvato la vita: vinci solo quando smetti. E’ nata una nuova persona che sta crescendo, ora mi sento in prima elementare. Tengo a bada il gioco e vado avanti. Devo stare attento a me stesso e volermi bene”.

Il secondo: “Al mio cervello non importava cosa fare con il denaro, importava giocare, vincere o perdere era indifferente. I modi per trovare soldi ci sono. Oggi nostra prima preoccupazione è recuperare chi sta soffrendo, entriamo a scuola a portare testimonianza, facciamo percorsi di recupero. Certo, la vergogna di avere in casa un giocatore è un peso, manca una cultura della cura: la nostra emotività è stata logorata, siamo i più fragili del mondo e mentre giochiamo siamo incoscienti. Come essere bipolari”.

Il terzo: “Sono un giocatore e morirò giocatore, anche se ho smesso da 22 anni. Da ragazzino non facevo la raccolta delle figurine, scommettevo. A 17 anni sono entrato nell’ambiente delle scommesse ippiche e ho vinto. Andavo all’ippodromo e mi gratificava. A 23 anni sono diventato padre ma non volevo e non sapevo farlo. Il mio vero amore era il gioco. Più trovavo persone di cui approfittare più lo facevo. Ho venduto casa, ero pieno di debiti, mi sono fermato davanti agli strozzini in un attimo di lucidità. Ho perso tanti posti di lavoro, impietosivo avendo moglie e figlie da mantenere. Lavorando per una agenzia assicurativa feci un buco da 18 milioni di lire, non mi hanno denunciato per non rovinare la famiglia. Ero come un drogato in astinenza. Mia moglie mi lasciava ogni mattina un foglio su cui era indicato un numero per chiedere aiuto: una mattina ho chiamato i Giocatori Anonimi e mi sono sentito compreso non giudicato. Ho deciso di cambiare. Anche i familiari hanno una associazione: il loro percorso non è facile. Alla fine mia moglie se ne è andata con chi mi aveva aiutato. Non sapevo fare di meglio. Adesso, dopo tanto tempo, mi sono perdonato perché sapevo fare solo quello. Possiamo scegliere ogni giorno se tornare all’inferno o sviluppare uno stile migliore. Non sono in paradiso, ma in purgatorio. Sono un adolescente che deve reimparare a vivere in modo serio. L’azzardo blocca la crescita mentale, sono un adulto bambino a quasi 60 anni”.

Il pomeriggio di sabato si è svolto a Mazzo il torneo di volley femminile under 12, che ha visto al primo posto San Michele, seguita dalle Amazzoni di Mazzo e dalle Libellule di Nerviano. L’assessore Nicola Violante ha incontrato atlete e genitori per illustrare loro i temi delle Giornate di sensibilizzazione a contrasto del gioco d’azzardo. Tutti si sono dimostrati attenti, in particolare per quanto riguarda l’uso di pc e smartphone che permettono di accedere a molti giochi online.
Un grazie a Massimo Cecchetti e alle Amazzoni Volley per l’organizzazione dell’iniziativa.

A Lucernate è stata inaugurata la mostra dedicata ai lavori svolti durante l’anno sul tema azzardo grazie alla psicoterapeuta Chiara Tenconi. E’ visitabile per tutta la prossima settimana negli orari di apertura della Biblioteca.

Domenica 7 aprile l’ultima delle tre giornate. La Polizia di Stato, allenata da Pietro Santoro, ha vinto il torneo tra forze dell’ordine e consiglieri comunali organizzato all’Oratorio San Carlo. Secondi i Carabinieri con mister il luogotenente Luigi Pino, terzi i Vigili del fuoco. Al quarto posto la Polizia Locale seguita dai Consiglieri comunali, che hanno schierato in campo l’assessore Paolo Bianchi, i consiglieri Angelo Rioli, Andrea Recalcati, Marco Tizzoni e Luciano Rovescala dei Servizi Sociali del Comune. La squadra “arancione”, convocata con la collaborazione della consigliera comunale Clelia La Palomenta, è stata purtroppo penalizzata da due infortuni.

Dopo le premiazioni effettuate dal Sindaco Andrea Orlandi e dall’assessore alla Legalità Nicola Violante, in un clima di amicizia e di festa, la giornata si è conclusa con un aperitivo offerto negli spazi della Victor Calcio dal Lions Club Rho Fiera rappresentato da Angelo Brioschi. Un grazie particolare a Damiano De Luca, del comando di Polizia locale, che ha organizzato il torneo, al primo dirigente Maria Antonietta Scarinci che è venuta ad applaudire i poliziotti e al maggiore Daniela Nuzzo alla guida della Compagnia dei carabinieri di Rho, impegnata per tutto il pomeriggio.

La terza giornata, dedicata ai giochi “sani”, ha visto coinvolte tantissime persone in più luoghi. Il ringraziamento del Comune di Rho va in primis alle forze dell’ordine, che hanno schierato i loro mezzi, in piazza San Vittore: la Polizia di Stato ha portato una jeep campagnola del 1963 della Celere e due moto del 1958, oltre a mezzi ben più moderni; i Carabinieri hanno mostrato due auto attrezzate con nuove tecnologie, alla presenza del maggiore Nuzzo; la Guardia di finanza ha portato il suo gazebo e l’unità cinofila di Linate con il cane Unico, pronto a individuare valuta nascosta.

Il Comune ringrazia la Famiglia Rhodense per i Giochi di una volta portati in piazza; il gruppo di giochi da tavolo FARO; il progetto GAP presente al Parco Pomé; l’Associazione Anziani Passirana per il torneo di burraco; l’Associazione socio culturale ricreativa di Mazzo che ha animato giochi al parco Togliatti; Caritas e Briciole di pane per la tombolata alla Mensa don Citterio; le parrocchie per i giochi in piazza Marinai d’Italia; Aser per i 480 tris in legno donati ai bimbi partecipanti; Staff3000 per le maglie della squadra del Comune; la ditta Bellosta e Tecnocasa con Gerry Gentile per i gadget per i bimbi di Mazzo: una giornata intensa, per sensibilizzare adulti e bambini e dire stop al gioco d’azzardo che rovina, anche in città, tante famiglie.

“Non possiamo far finta di nulla di fronte a numeri così preoccupanti – commenta l’assessore alla Legalità Nicola Violante – Proseguiremo il nostro percorso, organizzando nuovi eventi per le scuole e per la cittadinanza. Ci tengo a rivolgermi in particolare ai genitori, perché siano consapevoli dei rischi che corrono i loro figli. Poterne incontrare alcuni al campo di Mazzo è stato importante. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato a ideare queste giornate: continueremo perché l’azzardo cresce in modo subdolo e dobbiamo contribuire a formare i giusti anticorpi per arginarlo”.

Redazione
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Pubblicato il 08 Aprile 2024
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