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Cgil Ticino Olona, Principe: «Pace, lavoro, diritti e… felicità le parole d’ordine del 2024»

Intenso e diretto come sempre, il sindacalista Principe, in questo primo intervento del 2024, si è soffermato sulla manovra del Governo Meloni da poco approvata

Mario Principe

«Pace, lavoro, diritti nell’anno chè è appena iniziato. Parole da riempire di significato. Parole che sono mancate nel 2023».  Ed oggi più che mai, per il segretario della Cgil Ticino Olona Mario Principe, queste parole vanno accompagnate con un pensiero importante, ossia il «diritto di esser felici».

Intenso e diretto come sempre, il sindacalista Principe, in questo primo intervento del 2024, si è soffermato sulla manovra del Governo Meloni da poco approvata. «Il 2023 è stato un anno fatto di conflitti fatti con le armi in Ucraina come in Medio Oriente. Di Conflitti nel nostro Paese tra il Governo e i lavoratori, i poveri, le minoranze. Il documento di Economia e Finanza approvato a dicembre ne è la conferma, alimenta il conflitto sociale, perché non affronta e non risolve i problemi reali dei cittadini, concentrandosi invece su riforme che stravolgerebbero Istituzioni e contrappesi tra poteri dello Stato, penso all’autonomia differenziata e alla riforma Costituzionale del Premierato».

Il sindacalista legnanese ha precisato poi che sindacati e lavoratori sono tutt’oggi inascoltati: «Nel 2023 come negli ultimi anni, siamo scesi in piazza per difendere i lavoratori e i cittadini da politiche sbagliate, penso al lavoro, sanità, scuola, pensioni, fisco. Il governo finora non ci ha ascoltati, ha rifiutato il confronto, è scappato dai problemi, non ha dato nessuna risposta a quelle che per noi restano le priorità da affrontare. La cosa che è emerge dalla conferenza stampa della presidente del Consiglio è che a fronte di difficoltà economiche la ricetta è l’ennesimo taglio alla spesa pubblica, già esercitata con una certa abbondanza nella manovra appena approvata, più di 7.6 miliardi di euro. Non siamo evidentemente di fronte a una scelta temporanea ma piuttosto convinzioni profonde, tutto ciò che è pubblico va ridotto a favore di ciò che è privato notoriamente libero da lacci e lacciuoli. E tra flat tax e condoni anche questa è una strategia perseguita strenuamente, tranne quando si alza l’iva sui prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima, sulle accise su benzina e tabacchi, iva sul gas insomma si riducono le imposte a chi sta meglio o evade e si aumentano quelle che colpiscono soprattutto le fasce più in difficoltà. Mentre il sistema fiscale dovrebbe essere progressivo e proporzionale alla capacità di reddito e il gettito dovrebbe finanziare il Welfare Pubblico e restituire la ricchezza prodotta dal Paese».

Non manca la preoccupazione sulla sanità pubblica già fortemente provata: «Nella legge finanziaria appena approvata le risorse destinate alla sanità pubblica sono decisamente esigue, i 3 miliardi previsti andranno a finanziare in buona parte la sanità privata, per l’abbattimento delle liste di attesa e incentivando l’aumento delle convenzioni, nulla per i rinnovi dei contratti o assunzioni ormai urgenti di professionisti della sanità. Su istruzione, formazione, ricerca non c’è praticamente nulla, non tenendo conto delle tante transizioni che dovremmo affrontare, penso al tema della riconversione ecologica, le nuove politiche industriali e la digitalizzazione, temi che dovrebbero essere al centro dell’agenda del nostro governo».

Per il sindacalista il 2024 deve essere l’anno del lavoro «meno precario della contrattazione del salario più giusto con il recupero dell’inflazione al quale aggiungere la redistribuzione della produttività generata dal lavoro. E ancora l’anno dove si redistribuisce il lavoro che c’è anche attraverso la riduzione dell’orario, per salvaguardare l’occupazione. Un anno che riconosca finalmente a chi ha lavorato una vita una pensione dignitosa. Un anno che rimetta al centro il valore della formazione, della conoscenza come strumento fondamentale per poter progettare il nostro futuro e tanta Formazione necessaria anche per ridurre i rischi sulla salute e sicurezza». Qualcosa non va nei tempi che stiamo vivend,o di questo ne è certo Principe convinto della necessità di un cambiamento: «Bisogna ripensare questo modello di società, ridurre le disuguaglianze, prendersi cura delle persone più fragili, e se proprio dovessi “proporre una riforma Costituzionale” forse introdurrei il diritto alla felicità».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Gennaio 2024
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