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Organico a scuola, Frisone (Cgil): “Il calo c’è ma non si vede”

Le considerazioni del sindacalista a fronte del calo demografico che vede 4.348 gli alunni in meno nella provincia di Milano rispetto all’anno precedente

scuola

Riceviamo e pubblichiamo

Sono 4.348 gli alunni in meno nella provincia di Milano rispetto all’anno precedente Più o meno la stessa cifra dello scorso anno. Quasi 10mila a livello regionale. Il settore più colpito è l’Infanzia con il 2,26% in meno (- 680) seguito dalla Primaria 1.77% (-2.122), dalle Medie con 1,05% (-825) e dalle Superiori 0,60% (-721). Sostanziale tenuta degli organici docenti su posto comune ( 28.578) che registrano un lieve aumento +61 posti, dovuti ad un decreto del governo che ha stanziato posti aggiuntivi (+139 a Milano) per derogare sui parametri di formazione classi e combattere classi pollaio e abbandoni. I posti in più a Milano sono serviti anche a garantire nella Primaria la stessa percentuale di tempo pieno al 93% (5.553 classi a TP) nonostante il calo di 88 classi. Tuttavia perdono il posto 68 docenti, di cui 7 nell’Infanzia, 20 docenti nella Primaria, 11 nelle medie e 30 nelle superiori. A tener basso il numero dei perdenti posto di ruolo è il grande bacino di precariato presente a Milano (12mila). Tra le novità, quest’anno si determinano nelle IV e V classi della Primaria ben 114 cattedre di Motoria e 105 spezzoni. Mentre da un lato calano gli alunni si assiste nel post pandemia ad un aumento esponenziale di DVA che sfiorano le 20mila unità, con un totale di 6.479 posti di sostegno in organico di diritto che poi raddoppiano in organico di funzionamento a settembre.

Questo del sostegno agli alunni disabili, è uno dei sintomi più evidenti del disagio sociale in cui versa la scuola nel nostro Paese. Non a caso vengono assegnati dal Ministero 9mila posti in più di Sostegno e potenziato Sostegno. Aumentano i posti di Sostegno ma ahimè mancano gli insegnanti specialisti, affidando la copertura di quasi la metà di tali posti, a docenti precari, privi di ogni preparazione e specializzazione, armati solo di buona volontà. Un problema, la mancanza di specialisti sul sostegno che si somma a quello della denatalità e che riguarda anche le scuole legnanesi, se è vero che rispetto all’anno precedente ci sono stati 500 nascite in meno. Qualche istituto comprensivo comincia già adesso a risentirne, con un trend negativo sulle iscrizioni nell’Infanzia e Primaria e una preoccupazione in più sul dimensionamento che dal 2024/25 vedrà innalzato da 600 a 900 alunni il parametro minimo per mantenere l’autonomia.

Comunque registriamo anche per il prossimo anno, una tenuta degli organici docenti anche nelle scuole legnanesi, superiori comprese. Il calo c’è ma ancora non si vedono gli effetti, rinviati solo di qualche anno. E non bastano i decreti che derogano sui numeri della formazione classi a risolvere i problemi della denatalità. Sono altri i provvedimenti che il Governo dovrebbe assumere e su altri piani per fronteggiare il crollo delle nascite in Italia. Quanto è stato fatto finora da questo Governo e da quelli precedenti, si è dimostrato insufficiente. Per invertire e contrastare il calo demografico in modo significativo, occorrono non misure tampone ma politiche strutturali per un nuovo welfare a favore della famiglia, delle donne lavoratrici e delle nuove generazioni, come è stato fatto nei Paesi più avanzati d’ Europa.
Pippo Frisone
Flcgil Legnano

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Maggio 2023
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