Legnano riabbraccia il “suo” Palio, con la manifestazione che quest’anno ha ripreso il posto che gli spetta anche nel calendario ed è tornata a colorare la città in occasione dell’ultima domenica di maggio, e ritrova anche la sfilata storica, fiore all’occhiello della manifestazione, che dopo tre anni dall’ultima edizione non segnata dalla pandemia ha riportato per le vie della città un corteo formato da più di mille figuranti in abiti che riproducono fedelmente gli originali del XII secolo.

Aperta come da tradizione dalle delegazioni e dai gonfaloni delle città appartenenti alla Lega dei Comuni, con il gonfalone di Palazzo Malinverni come sempre all’ultimo posto, la sfilata ha portato da Piazza Carroccio al campo del Palio le otto contrade, ognuna con un corteo dedicato ad un tema specifico dell’epoca medievale: la musica e la danza per San Martino, i cortigiani per Sant’Ambrogio, giochi e popolani per San Domenico, il trionfo per la cattura delle armi per San Bernardino, la nobiltà e il clero per San Magno, la forza e il lavoro per Legnarello, l’astrologia e la caccia per Sant’Erasmo e la guerra per La Flora, in coda al corteo dopo la vittoria al cardiopalma di Giosué Carboni su Escobar dello scorso anno.

Ultimo a fare il loro ingresso al campo del Palio di Legnano il Carroccio intorno al quale il 29 maggio 1176 si schierò l’esercito della Lega, trainato da sei buoi bianchi e sormontato dall’altare con la Croce di Ariberto e dalla martinella, suonata sul campo al momento del volo dei colombi. Il Carroccio, sul quale come ogni anno hanno preso posto tre figuranti in abiti religiosi e sei musici con la chiarine, come sempre è stato scortato dai fanti e seguito dalla Compagnia della Morte, i cavalieri guidati dal loro capitano Alberto da Giussano, impersonato anche quest’anno da Riccardo Croci.