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Vaccino anticovid e fibrosi cistica: “Ci stiamo dimenticando dei più piccoli”

La preoccupazione di Roberto Bombassei, cofondatore di FC Altomilanese: "Possibile che nessuno delle persone che occupano i posti di rilievo nella nostra sanità non abbia pensato ai piccoli?"

bombassei

Roberto Bombassei , co-fondatore di Fibrosi Cistica Altomilanese, riprende un discorso sulle priorità delle vaccinazioni per i malati di fibrosi cistica aperto da LIFC Italia.
«L’aggiornamento del piano nazionale vaccini presentato in Conferenza Stato-regioni straordinaria il 9 febbraio 2021, ha inserito finalmente le persone con fibrosi cistica nelle categorie prioritarie per l’accesso ai vaccini anti-Covid nella fase 2 della campagna vaccinale in quanto ritenute «estremamente vulnerabili».

Ma, secondo le valutazioni dell’Aifa, gli unici due vaccini attualmente somministrabili ai soggetti fragili sono Pfizer-Biontech e Moderna: il primo è autorizzato per persone di età pari o superiore ai 16 anni, il secondo per persone di età pari o superiore ai 18 anni .

La domanda che pone Bombassei: «E per i tantissimi pazienti che, essendo in età pediatrica, non possono essere vaccinati? L ’unica alternativa al momento praticabile è quella di riconoscere il diritto alla priorità vaccinale ai loro genitori e agli altri familiari conviventi, come già espressamente previsto per i pazienti onco-ematologici e per altre categorie di «persone estremamente vulnerabili», quali i soggetti colpiti da malattie autoimmuni ed i pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive. Questa è l’unica strada percorribile per tutti i minori affetti da fibrosi cistica. Ma dove sta questo fantomatico piano vaccini? Dove stanno le modalità per accedere? Ma possibile che nessuno delle persone che occupano i posti di rilievo nella nostra sanità non abbia pensato ai piccoli?».

«Dopo un anno – la sua conclusione – sembra ancora una bozza e intanto persone affette da fibrosi cistica e altre
patologie sono ancora senza vaccino, rischiando. Ma perche? Bisogna parlarne, sperando che il tutto si risolva in tempi brevi. C’è in gioco la salute e la vita di tutti i malati di fibrosi cistica, e non solo».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 13 Marzo 2021
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