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Infermieri in stato di agitazione per chiedere nuove assunzioni in Lombardia

Anche gli infermieri dell'AltoMilanese aderiscono all'iniziativa organizzata dai sindacalisti Nursing Up Lombardia che domani 4 dicembre saranno davanti alla Prefettura di Milano

trasfusione di sangue

Infermieri di tutta Lombardia, compresi quelli dell’area dell’AltoMilanese, in stato agitazione per chiedere nuove assunzioni. «La situazione del personale negli ospedali sta veramente scoppiando – denuncia Angelo Macchia, responsabile di Nursing Up Lombardia – chiediamo che vengano con urgenza adeguati gli organici. In Italia mancano 100.000 infermieri. Molti vanno in pensione, tanti si ammalano di Covid e entrano in quarantena… e contiamo anche i nostri morti. Stimiamo che in Lombardia bisognerebbe assumerne almeno 5.000 infermieri».

I sindacati della Nursing Up hanno perciò organizzato flash mob davanti agli ospedali e alle prefetture. La prima manifestazione è stata organizzata oggi, giovedì 3 dicembre a Como, domani (4 dicembre) sarà la volta di Milano (davanti alla Prefettura in via Monforte) e, infine, lunedì 7 dicembre sarà la volta di Varese.  In questo contesto sarà consegnata una lettera ai prefetti per chiede di rappresentare nei confronti del ministero della Salute e dell’intero Governo il malcontento della categoria. «Un malcontento motivato dalla sostanziale mancanza di adeguate risposte – precisa Macchia – alle reiterate richieste dei professionisti dell’area infermieristica e degli altri operatori sanitari dipendenti dalle Aziende Sanitarie».

Tra gli 8 punti richiesti emerge la necessità di un contratto che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti della categoria infermieristica. Oltre che risorse economiche dedicate e sufficienti per il riconoscimento di una indennità professionale infermieristica mensile. Risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti a conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti con un rischio infettivo. Richiesto tra l’altro anche i riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione, con o senza esiti temporanei o permanenti.  «Chi credeva che con l’arrivo della tanto attesa indennità specifica, da parte del Ministero della Salute, la strenua battaglia degli infermieri italiani si sarebbe fermata si sbagliava davvero di grosso – ha dichiarato il presidente nazionale dell’organizzazione, Antonio De Palma -. Siamo pronti a scendere di nuovo nelle piazze e lo faremo da lunedì 30 novembre, nel massimo rispetto delle normative anti-Covid, in tutte le Regioni chiave che stanno vivendo il dramma di questa emergenza, quelle dove i colleghi lottano ogni giorno contro la morte».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Dicembre 2020
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