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Materna Don Arioli di Rescaldina, il Comune cerca un dialogo per evitare di togliere i locali alla scuola

L’amministrazione comunale interviene in merito alla convenzione scaduta e nello specifico, alla richiesta di adeguamento del canone di locazione: "La mancata sottoscrizione della convenzione non è utile a nessuno"

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L’amministrazione comunale del Comune di Rescaldina interviene in merito alla convenzione scaduta e nello specifico, alla richiesta di adeguamento del canone di locazione proposto alla Scuola Materna “Don Antonio Arioli”, sottolineando innanzitutto quali sono le competenze e gli obblighi del Comune.

«La richiesta dell’Amministrazione – si legge nella nota stampa dell’amministrazione – nasce infatti dall’esigenza di dare pieno adempimento a quanto previsto dalla normativa che da una parte impone la valorizzazione dei beni comunali e dall’altra definisce chiaramente i limiti e condizioni che regolano i rapporti tra Pubblica Amministrazione e scuole private. Alla base di qualsivoglia accordo o contributo che sostenga l’erogazione del servizio da parte del privato, vi è infatti il rapporto di sussidiarietà, ovvero la capacità del privato di colmare eventuali carenze del servizio pubblico. Nel Comune di Rescaldina, è evidente che negli anni questo rapporto è mutato e se inizialmente a Rescalda era essenziale la presenza dell’istituto privato, con l’avvio negli anni ‘90 e successivo consolidamento del servizio con la scuola per l’infanzia Ferrario di Rescalda, la sede distaccata di Rescaldina e la scuola Don Pozzi, ora il servizio pubblico è in grado di rispondere pienamente a tutte le richieste dei Cittadini. A fronte di questa “nuova” condizione, l’amministrazione ha chiesto quindi l’adeguamento del canone in quanto risulta essere ingiustificabile un canone di locazione di 1000 euro l’anno (ricordiamo che l’Ente è sempre sottoposto ai controlli della alla Corte dei Conti che valuta l’azione amministrativa/contabile del Comune). Senza essere mai entrati nel merito della qualità dell’insegnamento e delle questioni didattiche, di competenza di altri, ma conoscendo e riconoscendo invece la storia e il valore per la comunità di questa realtà, partendo dalla valutazione dell’immobile effettuata da Agenzia delle Entrate che ha calcolato e quantificato in 34.000 euro il possibile canone, l’amministrazione ha ritenuto congruo e proposto un canone di locazione annuo di 15.000 euro».

«Senza imposizione alcuna, alla scadenza della convenzione, nel luglio 2022, l’amministrazione ha proposto al Presidente, Don Enrico Vertemati e al Consiglio di Amministrazione dall’Associazione le nuove condizioni contrattuali, i quali hanno risposto con un’inaspettata richiesta di comodato d’uso gratuito, controproposta motivata dalle difficoltà economiche dell’Associazione. L’ufficio Istruzione – spiega l’amministrazione – ha quindi provveduto, con una proroga tecnica della convenzione fino a luglio 2023, a dare titolo all’associazione per l’occupazione dello stabile per l’anno scolastico 2022/2023. In considerazione di quanto rappresentato dal CdA, l’amministrazione a quindi ipotizzato il rinnovo della convenzione con “sospensione” del canone per tutta la durata della stessa, proponendo di avviare un percorso di confronto per l’approfondimento della possibile permuta, già proposta nel 2018, dello stabile di via Asilo 1 di proprietà del Comune, con il cinema teatro “la Torre” di proprietà della parrocchia, struttura oggi inagibile, dall’innegabile valore architettonico e anch’esso luogo importante per la comunità rescaldinese. L’amministrazione crede che questa possa essere infatti un’ opportunità per riequilibrare i giusti rapporti tra Comune e Associazione e per tutta la comunità, un passo importante in direzione del recupero del cinema teatro la Torre. Consapevoli della complessità della procedura di permuta e della necessità di effettuare approfondimenti tecnici, economici e procedurali, l’ultima proposta avanzata nasce dalle valutazioni degli stabili che il Comune ha chiesto all’Agenzia delle Entrate che stima in 618.000 euro il valore della scuola e in 809.000 euro il valore del teatro, da cui ne consegue che la differenza di 200.000 euro in favore della parrocchia, consentirebbe, sommando il canone “sospeso”, di trovare il giusto equilibrio per rendere concreta e fattibile l’operazione di passaggio delle proprietà. Con la sottoscrizione della convenzione e l’avvio del percorso proposto si potrebbero inoltre approfondire altri aspetti in contesto più ampio, come ad esempio la prossimità della RSA con il teatro, per questo si ritiene questa proposta il giusto meccanismo e strumento utile a verificare ed approfondire quei temi che a Rescaldina si ipotizzano e si discutono ormai da anni.
La risposta ufficiale a questa ultima proposta, è stata una non risposta. Risulta ancor più incomprensibile il silenzio dell’Associazione se si considera inoltre che la convenzione non determina solo il canone di locazione, ma regolamenta anche l’erogazione del contributo di 60,50 euro per alunno del Piano del Diritto allo Studio, che l’amministrazione ha voluto inserire in convenzione e ha erogato all’Associazione in questi anni per concretizzare una condizione di assoluta parità di trattamento di tutti gli studenti delle scuole rescaldinesi, pubbliche e paritarie. La mancata sottoscrizione della convenzione, ma soprattutto la mancata risposta e il silenzio dell’Associazione non è utile a nessuno e rischia di mettere il Comune in condizione di non poter procedere diversamente che con la richiesta di riconsegna dei locali, azione che l’amministrazione vorrebbe evitare in favore di un percorso condiviso di confronto e dialogo, perché il mancato rinnovo di questa convenzione è un’occasione mancata per tutti».

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Redazione
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Pubblicato il 26 Settembre 2023
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