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Rifondazione comunista e la vicenda Emerson di Rescaldina: “Solidarietà ai lavoratori in lotta”

Secondo il Circolo di Legnano. "Ancora una volta il Governo, con i partiti che lo sostengono, si è schierato dalla parte delle multinazionali a discapito dei lavoratori"

sciopero lavoratori emerson a rescaldina

Con il Circolo del PD di Legnano, anche quello di Rifondazione Comunista prende posizione sulla vicenda dei lavoratori della Emerson di Rescaldina, azienda che ha annunciato la chiusura nel 2022. Di seguito il comunicato.

Il dramma che stanno vivendo i 120 lavoratori della Emerson di Rescaldina, a cui vanno aggiunti quanti lavorano nell’indotto della storica ex Raimondi, ci interroga ancora una volta sulla deriva imboccata dal nostro Paese, sull’incapacità di cambiare rotta e sull’urgenza di una ripresa e generalizzazione delle lotte per il lavoro e la sua dignità, fondamenti della nostra Repubblica.
Dallo sblocco dei licenziamenti del 1 luglio 2021 sono diverse le multinazionali che hanno deciso di cessare la produzione in Italia per trasferirla all’estero, preferibilmente dove costo del lavoro e vincoli ambientali meno stringenti permettono di realizzare maggiori profitti. Nella maggior parte dei casi si tratta di siti produttivi in buona salute, i cui dipendenti si ritrovano da un giorno all’altro, spesso attraverso comunicazioni whatsapp o email, senza lavoro.
La mobilitazione innescata dalla vertenza della Gkm di Campi Bisenzio ha prodotto, anche grazie alla collaborazione di giuristi ed esperti di diritto del lavoro, l’elaborazione di una proposta di legge per contrastare e mettere un freno alle delocalizzazioni.
Tale proposta non ha ricevuto nessuna attenzione da parte del Governo che nella manovra di bilancio si è limitato a “regolamentare” le delocalizzazioni introducendo delle mere procedure e penalità risibili in caso di non rispetto delle stesse, per altro applicabili solo per le aziende con più di 150 dipendenti.
Ancora una volta il Governo, con i partiti che lo sostengono, si è schierato dalla parte delle multinazionali a discapito dei lavoratori.
Né consola la ripresa industriale dopo lo shock della pandemia se si guarda a come si traduce in termini di occupazione, sempre più precaria quando non occasionale: secondo i dati INPS, dei 980mila nuovi posti di lavoro creati nei primi 11 mesi del 2021, solo 164mila sono a tempo indeterminato. Con stipendi che, unico caso in Europa, risultano in contrazione da 30 anni (fonte Openpolis su dati Ocse).
Per questo, mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori della Emerson in lotta, sosteniamo la necessità di unire le forze contro chi vuole imporre lo strapotere del mercato e del profitto e per la costruzione di una società più giusta.

Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Legnano

Redazione
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Pubblicato il 17 Febbraio 2022
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