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Chiusura Teva di Nerviano, i sindacati proclamano lo stato di agitazione permanente

In una nota stampa la preoccupazione del segretario generale UILTEC Lombardia Fabio Pennati

Uil

«La chiusura di Teva rappresenta per il territorio una crisi socioeconomica gravissima». Lo dichiara il segretario generale UILTEC Lombardia Fabio Pennati intervenuto a seguito del preoccupante annuncio formulato ieri, martedì 20 aprile, dalla multinazionale israeliana Teva che, entro il 2022, intende chiudere il punto produttivo di Nerviano nel quale sono occupati circa 360 lavoratori.

L’azienda farmaceutica Teva chiude la produzione a Nerviano: coinvolti oltre 350 lavoratori

L’azienda produce farmaci impegnati in campo Oncologico, e secondo i sindacalisti rappresenta da sempre «una delle realtà produttive più importanti del territorio – commenta Pennati -. La decisione di Teva è motivata da un calo dei volumi produttivi. Si tratta di una decisione dovuta ad una gestione discutibile che ha dissipato in questi ultimi anni un vero patrimonio in termini di commesse, con una ricaduta su volumi e fatturato, in un settore che nonostante la pandemia ha sofferto decisamente meno di altri. Con questa decisione Teva sceglie di creare una crisi socioeconomica gravissima, contraddicendo i principi di responsabilità sociale. La chiusura annunciata del sito di Nerviano avrebbe un impatto per il territorio insopportabile, in un periodo terribile come quello che stiamo vivendo nell’ultimo anno».

Per i sindacati la scelta di Teva andrà ad impoverire il territorio lasciando famiglie senza lavoro. «Non assisteremo – conclude Pennati – inermi a tutto questo, reagiremo mettendo in atto tutte le iniziative necessarie a far cambiare idea alla multinazionale. Pertanto come organizzazioni sindacali del gruppo, abbiamo proclamato lo stato di agitazione permanente nei prossimi giorni comunicheremo le azioni che intendiamo mettere in campo».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Aprile 2021
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