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Rescaldina, il centrodestra chiede le dimissioni del vicesindaco Rudoni

Il centrodestra chiede le dimissioni del vicesindaco di Rescaldina Enrico Rudoni dopo la netta presa di posizione contro la decisione della Regione di chiudere le scuole

mariangela franchi rescaldina

Politica in subbuglio a Rescaldina dopo che nei giorni scorsi l’assessore all’istruzione Enrico Rudoni aveva contestato la decisione del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, di chiudere le scuole nell’ambito di nuove misure per fermare la corsa del Covid visto il rapido peggioramento della situazione epidemiologica nel territorio regionale. Nel mirino del vicesindaco erano finiti sia le modalità con cui il Pirellone aveva dato notizia della nuova ordinanza, dandone comunicazione prima agli organi di stampa e solo poi ai comuni, sia la scelta di sacrificare ancora una volta le scuole, peraltro con un preavviso inferiore alle 24 ore.

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Ad innescare la polemica è stata soprattutto una frase pronunciata da Rudoni in un’intervista rilasciata a LegnanoNews, che ha spinto il centrodestra a chiederne l’allontanamento dalla giunta. «L’assessore nonché vicesindaco Rudoni ha espresso, non si sa su quali basi scientifiche non essendo lo stesso un virologo o equivalente, parere decisamente contrario (all’ordinanza, ndr) e addirittura è arrivato ad affermare sugli organi di stampa «Chiederemo al segretario se sia possibile “ribellarsi” ad una ordinanza del genere» – protesta il centrodestra -. Ora, queste parole pronunciate da un assessore, nonché vicesindaco, in carica sono un chiaro invito alla ribellione alle istituzioni, di cui lo stesso è parte. Come si può pretendere che i cittadini rescaldinesi, di fronte ad una eventuale ordinanza del sindaco che non condividono, la osservino? La richiesta al segretario comunale – eventualmente – andrebbe fatta prima di rilasciare dichiarazioni di insubordinazione e non dopo, evitando di coinvolgere nella sua disubbidienza un organo istituzionale del tutto estraneo».

Da lì la decisione del centrodestra di «chiedere al sindaco di ritirare le deleghe all’assessore Enrico Rudoni ritenendolo non idoneo a ricoprire cariche istituzionali, visto che egli è il primo a non rispettare le regole stabilite da istituzioni superiori. Auspichiamo, peraltro, viste le dichiarazioni rilasciate, in palese contrapposizione con le indicazioni regionali e nazionali di contrasto alla diffusione dell’epidemia, che lui stesso abbia già provveduto a rassegnare le sue dimissioni da assessore del comune di Rescaldina di sua sponte».

Di ritiro delle deleghe, però, in Piazza Chiesa non se ne parla nemmeno, come non si parla di dimissioni. «La mia dichiarazione usa termini messi tra virgolette, chiedendo l’aiuto del segretario e sottolineando la necessità di mantenere tutte le misure di sicurezza necessarie a preservare la salute – replica Rudoni -. Il senso dell’istituzione è stato perfettamente rispettato, tanto che abbiamo stilato una progettazione educativa e inviato il progetto al Prefetto per chiederne il parere, con l’intenzione di coinvolgere gli educatori per la gestione almeno di un certo numero di alunni in orario mattutino sulla base delle linee guida adottate per il centro estivo. Il centrodestra parla di senso dell’istituzione quando durante lo scorso consiglio comunale ha chiesto di tornare in aula: un conto è pensare ai cittadini, soprattutto alle fasce più in difficoltà come insegnanti, ragazzi e genitori, un conto dire che i politici si debbano riunire in presenza. Non ho invitato nessuno alla ribellione ma ho detto, e continuo a sostenerlo, che indipendentemente dal colore politico serve un pensiero perché la scuola possa essere in presenza: dopo un anno un pensiero strutturato ancora non c’è ed è molto grave. In questi giorni in diversi comuni ci sono stati flash mob e sono stati lanciati hashtag per ribadire che la scuola sta rispettando le regole: per me la scuola è una priorità e avere senso dell’istituzione significa anche essere a fianco dei cittadini per capire di cosa hanno bisogno».

La presa di posizione del centrodestra ha «intristito molto» il vicesindaco, «non perché mi attacchino personalmente ma perché non parlano della situazione del paese e un’opposizione seria dovrebbe farlo: quello che in questo modo stanno facendo, invece, è attaccare in modo strumentale, senza sostanza e in maniera contraddittoria, evidenziando di non avere il polso della situazione altrimenti non avrebbero mai detto cose simili».

Sulla stessa linea il sindaco Gilles Ielo, che ha parlato di un «polverone sollevato per nulla, senza capire il sentimento del momento: tutti hanno avuto un minimo di disagio rispetto ad un provvedimento così repentino, peraltro arrivato dopo un anno dall’inizio della pandemia. Non mi sento di dover prendere in considerazione provvedimenti per un’uscita che, se contestualizzata, è più che comprensibile. È stata un’espressione magari forte ma va calata nelle intenzioni dell’amministrazione: se ribellarsi significa chiedere al segretario comunale un approfondimento… La richiesta mi stupisce un po’ dal momento che il giorno successivo abbiamo condiviso con i capigruppo la richiesta di chiarimento inviata al prefetto sulla legittimità di un’eventuale istituzione di un servizio di supporto alle famiglie che si trovano ad affrontare un disagio, senza ovviamente violare le regole, anche sulla base dell’indicazione data di garantire la presenza per i figli dei lavoratori essenziali».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Marzo 2021
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