A Busto il murale dell’inclusione sfregiato dalla scritta Remigrazione: “Non risponderemo con odio, ma con ancora più colore”
L’opera realizzata dai ragazzi di “Liberi di crescere” durante la Cena in piazza alla Buca di via Salgari è stata deturpata con la scritta “remigrazione”. L’associazione: “L’inclusione non si cancella con una bomboletta”
Un murale nato per raccontare l’inclusione, la libertà e la bellezza condivisa, finisce deturpato con una scritta d’odio.
L’opera, realizzata lo scorso 7 settembre a Busto Arsizio, era frutto del lavoro dei bambini, dei ragazzi e dei volontari dell’associazione “Liberi di crescere”, insieme a un artista internazionale che aveva offerto gratuitamente la propria opera.
A distanza di poche settimane, la parete è stata trovata vandalizzata: sopra i volti e i colori che raccontavano accoglienza e amicizia, qualcuno ha tracciato in nero la parola “remigrazione”.
L’associazione, impegnata da anni a promuovere la partecipazione dei giovani e l’inclusione attraverso sport, creatività e libertà d’espressione, ha denunciato l’accaduto sui social con un lungo post, dal tono commosso ma determinato.
Durante l’evento del 7 settembre, con il lavoro di tanti bambini, ragazzi, volontari e soprattutto grazie alla generosità di un artista internazionale, avevamo dato vita a un murales che parlava di inclusione, accoglienza e bellezza condivisa.
Un muro che raccontava l’impegno, la fatica e la gioia di una comunità che sceglie ogni giorno di stare dalla parte giusta, in quei luoghi che sono “terra di nessuno”.
Oggi quel muro è stato sfregiato con una parola vergognosa: “remigrazione”.
Una parola che sa di odio, che divide, che ferisce.Scriverla sopra un’opera nata per unire è un gesto vile, che colpisce non solo noi, ma i valori più semplici e veri del vivere insieme.
Ma non ci pieghiamo.
Non risponderemo con rabbia, ma con ancora più colore, ancora più vita, ancora più coraggio.Come associazione, sistemeremo quel murales e lo faremo insieme ai nostri ragazzi, perché l’inclusione non si cancella con una bomboletta.
Perché dove qualcuno vede muri, noi continueremo a costruire ponti.
E chiediamo all’Amministrazione comunale e a tutta la cittadinanza di Busto Arsizio di unirsi a noi: non solo per condannare questo gesto, ma per affermare, insieme, che la nostra città non accetta l’odio, non accetta la paura, non accetta la violenza dei simboli e delle parole.
Busto è e deve restare una città che accoglie, che ascolta, che costruisce.
E noi saremo sempre lì, a ricordarlo, con i colori dei nostri ragazzi».
Il post si conclude con una promessa che è anche un messaggio di speranza: “L’inclusione non si cancella con una bomboletta”.
I ragazzi e i volontari di “Liberi di crescere” hanno già annunciato che torneranno a dipingere, per riparare l’opera e trasformare il dolore in un nuovo gesto collettivo di bellezza e partecipazione.






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