Atzeni dice 11, il Palio di Siena mette in luce le accoppiate
Giovanni Atzeni rimane il faro, da mirare e rimirare ed ammirare. Onore a Fontebranda, al suo popolo, a Tittia e al suo Diodoro

La Piazza del Campo, quando finalmente si corre, da’ i giudizi che vanno dati. Lo avevamo scritto ieri, i conti non si fanno senza l’oste. A maggior ragione quando indossa il giubbetto dell’Oca e arriva da un 2024 difficile. Diodoro, allevato e allenato da Atzeni, è una macchina perfetta. Qualità ma anche preparazione, tutto comunque merito di Tittia. La neo dirigenza dell’ Oca oggi vittoriosa ha saputo cogliere, aiutata dalla fortuna, la voglia di sigillare la stra bravura di Tittia. Perché se si parlasse di stra potere stasera si farebbe un torto a quella corsa di testa ostinata, testarda, col viso arcigno di Tttia.
Atzeni vince da trionfatore il Palio di Siena con la contrada dell’Oca
Qualcuno aveva un dubbio ?
Pochi e quei pochi stasera andranno a letto con quel coast to coast da re della piazza. Poi sempre per quelle conferme che dà il tufo Gingillo. Rispetta Palio e giubbetto. Tira fuori da Comancio cuore e forza, trova qualche intoppo ma stabilisce i ruoli nella conchiglia attraverso traiettorie perfette e spinge fino all’ultimo metro. Ah la vecchia scuola di questi due quarantenni.
In mezzo a loro Andrea Sanna detto Virgola. Che come fa la Selva ci aveva messo paura. Paura che questo ragazzo temesse i colonnini con questo cavallo potente. E invece come acqua fresca parte insieme all’ Oca e spinge. Poi un colonnino lo incrocia ma ormai ha confermato, forse anche a tratti con troppo entusiasmo, di starci da 10 nel gioco del Palio. A Bartoletti, che è bene ricordare ha montato un cavallo che poi alla fine protagonista lo è stato una volta soltanto, il merito di aver dato, anche lui fino all’ultimo, ma Diodoro ha dimostrato una categoria superiore e gli altri davanti si erano già avvantaggiati. Bene la Tartuca al canape, Brigante è un diavolo a tre teste. Il Palio, quando si riesce a correrlo, mette ogni tassello al suo posto. Fa luccicare i protagonisti, destina al buio quelli che non riescono ad esserlo.
Tittia rimane il faro, da mirare e rimirare ed ammirare. Con tutti i meriti stasera ha fatto 11. Con una vittoria che ha un peso specifico non solo per la sua carriere ma per l’attualità del Palio enorme. Onore a Fontebranda, al suo popolo, a Tittia e al suo Diodoro.
La mossa ? Forse un attimo giovane tanto da sacrificare il Drago che non aveva motivi palieschi per essere fuori, se non un po’ di stanchezza forse del cavallo. Peccato. Peccato, perché quando non si parte per niente poi dal Palio si rimane fuori.
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