Flc Cgil Legnano: “La scuola è finita, i problemi no”
Il sindacalista della Cgil Scuola, Pippo Frisone, avverte: "Ancora una volta a fare il botto saranno non le assunzioni in ruolo bensì le nomine dei precari"

L’anno scolastico 2024 – 2025 è ormai giunto al termine, ma restano tante incognite verso il futuro. A segnalare alcune criticità del sistema è Pippo Frisone della FlC Cgil Legnano. «Il 30 giugno si concluderanno tutte le attività didattiche nelle scuole d’ogni ordine e grado, eccezion fatta per la maturità che proseguirà gli orali, di solito, entro la prima decade di luglio. Attività molto intensa quella di giugno. Finite le lezioni, ci son state le valutazioni degli alunni, gli scrutini di fine anno e gli esami di licenza media. Dopo la valutazione degli alunni ha fatto seguito quella dei docenti neo assunti in ruolo nell’anno di formazione e prova 24-25 e, a seguire, quella dei Dirigenti scolastici dalla graduatoria del 2017 mentre volge al termine il concorso ordinario dei dirigenti scolastici e quello degli ex Dsga ora Funzionari ed Elevate Qualificazioni. Luglio è anche il mese delle nuove assunzione dei docenti dai Concorsi, della seconda fase del PNRR e delle graduatorie tardive della prima fase del PNRR. Ci saranno a seguire le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni e per ultimo le supplenze annuali dalle GPS. Stesse procedure per il personale ATA».
Tutto dovrà concludersi entro il 31 agosto: «Ancora una volta a fare il botto saranno non le assunzioni in ruolo bensì le nomine dei precari. A Milano a fronte di qualche migliaio di assunzioni in ruolo ci saranno 8-9mila contratti a tempo determinato, di cui alcune migliaia sul sostegno. Dalla Buona Scuola di Renzi alle riforme Meloni-Valditara, il cambiamento che c’è stato e quello che si vuole realizzare, quello di facciata, è servito e serve a mantenere lo status quo, Cambiano i concorsi, cambiano gli indirizzi ,alle superiori cambia l’anno di formazione e prova, cambieranno i programmi, cambierà il calendario scolastico e via cambiando, di Ministro in Ministro». Per il sindacalista quello che rimane sono però i problemi di sempre: «Precariato diffuso, mancanza di specialisti, basso numero di laureati dalla Primaria alla Secondaria, stipendi in coda all’Europa, contratti che si chiudono mediamente con 4 anni di ritardo e che non recuperano nemmeno la metà dell’inflazione. Una scuola non più attrattiva per chi ci lavora, demotivata e demotivante. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Sembra questo, quello che passa per la testa dei nostri governanti, vecchi e nuovi. Stesso gattopardismo».
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