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Federmeccanica, (quasi) un’impresa su due non trova forza lavoro

Confindustria chiede "aiuto" alle scuole

La mancanza di personale tecnico all'interno delle aziende e le difficoltà nel trovare personale lavorativo adatto non possono che costringere ad una riflessione sulla formazione della "forza lavoro". Il tema è, quindi, anche quello dell’istruzione nelle scuole proprio nell'ottica di un futuro lavorativo nell’industria, sul quale è intervenuto anche il gruppo metalmeccanico di Confindustria Alto Milanese.

«La gente della strada – esordisce Andrea Massari del Mollificio Legnanese S.p.a., membro del Consiglio Generale di Federmeccanica – ha in testa una visione dell’industria meccanica come "l’antro della sibilla" del 1800, sporca e piena di grasso, ma non è così: oggi il settore è fatto di motori elettrici, robotica e meccatronica, e servono persone che sappiano farne uso».

Dopo aver confermato l’importanza di Federmeccanica, che attualmente rappresenta all'incirca il 50% dell’export italiano, Massari chiarisce che «le skills dell’operaio meccanico sono cambiate, il mondo è cambiato, si è evoluto: c’è bisogno di una professionalità più avanzata e complessa. L’industria meccanica fa fatica a trovare figure professionali: c’è la domanda, si è creato il mercato, ma si fa fatica a cavalcare l’onda per questa mancanza di personale tecnico».

E in questa direzione a "tendere la mano" deve essere prima di tutto la scuola. «La scuola locale è un'eccellenza – chiarisce il numero uno del gruppo metalmeccanico di Confindustria Alto Milanese -, ma ci sono aspetti masticati quotidianamente nelle nostre aziende che a scuola non vengono affrontati». Senza contare «i pochi iscritti» agli istituti tecnici, con il risultato che «manca l’alimentazione dall’inizio».

«C’è la necessità – conclude Massari – di far passare il messaggio che l’istruzione tecnica è un'istruzione di qualità, improntata ad un lavoro immediato».

Sul tema della formazione insiste anche Giorgio Colombo, direttore di ICMA San Giorgio, secondo il quale «per "Industria 4.0" la preparazione è universitaria, ma si guarda con estremo interesse anche a profili usciti da istituti tecnici per ruoli come disegnatori ed operatori di macchine utensili»

La conclusione, insomma, è chiara: «Serve forza lavoro dalla scuola». Anche perchè ben il 47% delle imprese che hanno partecipato all'indagine congiunturale di Federmeccanica ha dichiarato di incontrare difficoltà nel reperire sul mercato del lavoro le figure professionali necessarie alla propria attività produttiva.

Per aumentare l’affinità tra il mondo della scuola e quello dell’industria, Confindustria Alto Milanese ha già attuato tre progetti. Il primo di questi, “Eureka! Funziona!”, è dedicato alle scuole elementari. Il secondo invece riguarda l’orientamento rivolto alle scuole medie attraverso il “PMI day”: «L’obbiettivo – spiega Andrea Pontani, vicepresidente di Confindustria Alto Milanese è quello di portare i ragazzi nelle fabbriche, facendo capire che non sono più come quelle del 1800». Infine, la terza iniziativa riguarda strettamente le scuole superiori e consta di due diverse parti: il progetto di alternanza scuola-lavoro ed un programma per l’orientamento.

Pontani presenta anche una proposta molto interessante proprio nell'ambito dell'alternanza:«Si devono dare ai ragazzi delle infarinature più tecniche su settori come la qualità, fatte da uomini d’azienda direttamente nelle scuole»

Redazione
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Pubblicato il 06 Giugno 2018
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