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Ex Cava Bastio Cardani, arriva l’accordo tra DAF e Palazzo Molteni

Con l'accordo la giunta Biondi ha "portato a casa" importanti opere compensative sia di carattere economico, sia di carattere ambientale

Per una questione ambientale ancora aperta (qui il servizio più recente), ce n’è un’altra che si chiude a Palazzo Molteni. A scrivere la parola fine sulla vicenda della ex Cava Bastio Cardani, una delibera di giunta del 17 ottobre scorso che approva un accordo conciliativo con la DAF s.r.l., l’azienda che dieci anni fa aveva stipulato con il Comune di Busto Garolfo una convenzione finalizzata al ripristino ed alla riqualificazione del sito di viale Europa.

Proprio in virtù del documento, la società aveva avviato nell’area della ex cava un sito di lavorazioni per il recupero di varie tipologie di rifiuti, che potevano poi in questo modo essere riutilizzate. Per il residuo della lavorazione, invece, c'era lo smaltimento, con il risultato che nessun rifiuto rimaneva nell'area. La convenzione era giunta al suo termine naturale lo scorso 9 febbraio, e su un eventuale prosecuzione l’azienda e Palazzo Molteni avevano posizioni piuttosto distanti (qui il servizio): DAF, infatti, ancora prima del termine finale, aveva inoltrato a Città Metropolitana la richiesta di rinnovo dell'autorizzazione, mentre il Comune non aveva più alcun interesse a mantenere in vita la convenzione, tanto più che il sito insiste su un'area che da PGT è stata destinata a zona agricola di pregio, situata su un corridoio ecologico.

Già nei mesi scorsi, però, intuendo l’orientamento favorevole di Città Metropolitana al rilascio dell’autorizzazione per la prosecuzione dell'attività, l’amministrazione aveva iniziato a muoversi per ottenere opere compensative di carattere economico e soprattutto di carattere ambientale (qui il servizio).

E la trattativa, dopo diversi incontri, è approdata ad un accordo finale, quello, appunto, approvato con la delibera di giunta dello scorso 17 ottobre.

In questo modo la giunta guidata da Susanna Biondi, a fronte della prosecuzione dell’attività, ha “portato a casa” la limitazione dei codici dei materiali lavorati o stoccati nel sito, lo smantellamento degli impianti e il recupero ambientale dell’area a spese di DAF entro sei mesi dalla cessazione dell’attività, e un contributo di 35mila euro a sostegno delle iniziative culturali e sociali organizzate o patrocinate dal Comune.

Ma soprattutto, Palazzo Molteni ha ottenuto l’impegno dell’azienda ad eseguire a proprie spese opere d’interesse comunale per un valore di 425mila euro; a stabilire di preciso di quali opere DAF dovrà farsi carico e quando (comunque non oltre due anni dall’approvazione comunale), sarà un progetto ad hoc che l’azienda dovrà presentare entro tre mesi dal rilascio dell’autorizzazione da parte di Palazzo Isimbardi e che il Comune dovrà poi approvare.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Novembre 2017
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