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Tosi: ieri come oggi contro ogni forma di violenza

Tre i significati che hanno caratterizzato la "riunione" in fabbrica: il ricordo delle vittime della ferocia nazifascista, la solidarietà ai lavoratori e la condanna per i recenti fatti di Parigi...

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FRANCO TOSI: COMMEMORAZIONE DEPORTATI MAUTHAUSEN GENNAIO 2015 4 di 45

Lavoratori, pensionati e cittadini legnanesi insieme ai sindaci dell'Alto Milanese e sindacati per ricordare e commemorare, nell'annuale manifestazione, i lavoratori della Franco Tosi deportati a Mauthausen.

Tre i significati che hanno caratterizzato la "riunione" in fabbrica di quest'oggi, venerdì 16 gennaio: il ricordo delle vittime della ferocia nazifascista, la manifestazione di solidarietà ai lavoratori da tempo impegnati in una difficile vertenza e la ferma condanna per i recenti e drammatici fatti che hanno insanguinato Parigi.

Doppia veste per il primo cittadino di Legnano Alberto Centinaio che è intervenuto in rappresentanza anche del Sindaco della Città Metropolitana Giuliano Pisapia, per condannare la strage al giornale satirico "Charlie Hebdo", una vicenda che fa riflettere su un passato che non dovrebbe più ripetersi ma che invece continua a ripresentarsi in diverse forme e significati: «Ieri come oggi assistiamo al ripetersi di episodi che, seppure verificatisi in epoche e contesti differenti, sono la conferma di quanto la violenza, l’intolleranza, l’odio politico, religioso e razziale sono ancora largamente diffusi nel mondo. Sarebbe bello poter liquidare il massacro nella redazione del giornale satirico “Charlie Hebdo” come un gesto isolato di alcuni squilibrati».

«Così purtroppo non è – ha continuato Centinaio -: abbiamo a che fare con un virus che si aggira nel mondo e che potrebbe infettare altri Paesi. Soltanto quando avremo cancellato tutto ciò che può favorire il diffondersi dell’odio e dell’intolleranza potremo garantire un futuro migliore ai nostri figli. Lo dobbiamo ai deportati della Franco Tosi che oggi ricordiamo. Se l’Italia riuscì a risollevarsi dalla tragedia della guerra e a ricostruire un Paese basato sulla democrazia e su valori condivisi, è anche grazie al loro sacrificio». Questo parte del discorso letto dal sindaco Centinaio e condiviso da Pisapia e dai 20 Comuni del Patto dei Sindaci dell’Alto Milanese. (qui il testo completo)

8 i lavoratori deportati nel gennaio 1944, solo uno riuscì a tornare a casa. Proprio la Franco Tosi si contraddistinse tra i baluardi della Resistenza legnanese; a ricordarlo Dario Venegoni, nipote di Mario e figlio di Carlo, che è intervenuto alla manifestazione raccontando l'importanza dei sindacati e della lotta per il proprio lavoro e la propria dignità, proprio come sua padre gli ha insegnato.

«Penso che nella storia di questa fabbrica vi sia un grande insegnamento, persone che hanno difeso la propria dignità di uomini liberi di fronte alla sopraffazione,alla violenza, in alcuni casi alla deportazione e all'omicidio. Un insegnamento che resta nel tempo quello dei lavoratori che lottarono contro l'oppressione nazifascista – ha sottolineato Venegoni – e che deve arrivare ai giovani sopraffatti oggi dalla mancanza del lavoro, lavoro come centro della vita dell'uomo! Dobbiamo sapere essere degni di quella generazione che per la liberazione dell'Italia e del lavoro ha dato anche la vita. Questo il messaggio di questo nostro incontro»

A partecipare alla manifestazione la classe 5A CAT (Costruzione, Ambiente e Territorio) dell'Istituto Dell'Acqua di Legnano, mentre ha preso la parola Stefano Pedretti dell'Isis di Bernocchi (cliccare sull'immagine per vedere il video) che, dopo aver visitato diversi campi di concentramento durante un viaggio promosso dall'amministrazione comunale, ha avuto modo di riflettere sulla drammatica vicenda storica, sottolineando l'importanza oggi di battersi affinchè questo non succeda più. (qui il testo integrale

Tanti i gonfaloni presenti in fabbrica delle città dell'Alto Milanese accompagnati dai rispettivi sindaci. Accanto a questi quello di Regione Lombardia e della Città Metropolitana, alla sua prima uscita ufficiale.

Conclusa la cerimonia in fabbrica, si è snodato per le vie della città un corteo che si è portato al cimitero monumentale, dove Luigi Botta (qui l'intervento integrale), presidente dell'Anpi Legnano ha tenuto la sua orazione

"I nostri morti – ha affermato tra l'altro Botta – ci parlano di libertà, quella libertà che è come l’aria e che si sente quanto sia preziosa per la vita quando comincia a mancare . La libertà esige rispetto, per quello che è costata, per quello che sta costando. Oggi l’orrore ci minaccia. Anche allora l’orrore della disumanità sembrava inarrestabile e quasi ci riuscivano. Ma ora sappiamo che fu più forte il sentimento col quale mille e mille donne e uomini misero assieme la loro umanità per non farli prevalere, liberandosi dalla minacciosa prepotenza a dal terrorismo dei fascismi".

manuela zoni

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Redazione
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Pubblicato il 16 Gennaio 2015
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