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Una lezione di sport e di vita alle “Barbara Melzi” di Legnano con i cestisti Casini e Marino

Non solo basket, ma anche volontariato e storie di vita, nelle testimonianze dei due giocatori dei Knights all'incontro con gli studenti legnanesi

Incontro oggi, mercoledì 23 marzo, all’Istituto Barbara Melzi, degli studenti con i giocatori del Legnano Basket Knights, Tommaso Marino e Marcos Casini: “Professionisti  con due background differenti ma uno scopo comune”, così li ha presentati il presidente della società Marco Tajana facendo riferimento alla loro disponibilità ad aprirsi al mondo giovanile.

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E’ caratteristica ormai riconosciuta da tempo quella della società biancorossa di affidarsi a campioni, ma nello stesso tempo ad atleti che sappiano  esprimere valori sociali e umani non indifferenti. Come appunto nel caso di Marcos e di Tommaso. Merito sicuramente del presidente Tajana e del dg Basilico.

La testimonianza di Marcos Casini, cestista argentino, ha fatto riferimento all’esperienza di un ragazzo partito dal Sud America e catapultato in Italia, per giocare a Jesi, senza conoscere lingua e costumi. “Sacrificio e disciplina”,  ecco le due armi sulle quali il capitano dei Knights ha fatto leva per raggiungere l’obiettivo desiderato. “E’ sufficiente fare piccoli sacrifici per arrivare ad ottenere spazio personale in mezzo allo studio”, un suo particolare riferimento al mondo giovanile a volte in difficoltà nel gestirsi l’attività quotidiana.

L’incontro con Tommaso Marino ha portato gli studenti a conoscere un campione che ha saputo dare alla propria vita aspetti diversificati tantissimo dall’attività agonistica. Il giocatore di origini senesi, infatti, fuori dal campo ha creato un business personale nel mondo dell’abbigliamento, nella gestione di una particolare palestra sportiva, nel fondare e far crescere una associazione, il progetto “Slums Dunk“, diventato una missione internazionale a favore dei ragazzi che vivono in situazioni disagiate dall’Africa al Medio Oriente, per finire in Italia.

“Nel 2014 Slums Dunk ha costruito il suo primo campo di pallacanestro nella baraccopoli di Mathare, Nairobi, Kenya”, ha raccontato Tommaso che ha iniziato questa attività con l’amico Bruno Cerella. Da qui il progetto si è sempre più rafforzato e diffuso in Cambogia, Zambia, Argentina, Italia. “Coinvolgiamo bambini e ragazzi provenienti da contesti di fragilità di diverse aree del mondo, in Basketball Academy inclusive – il suo racconto-. Costruiamo partnership e sosteniamo realtà locali, mettendo la pallacanestro a disposizione di percorsi integrati per lo sviluppo di life skills ed empowerment comunitario. Rendiamo accessibili spazi abbandonati o trascurati trasformandoli in campi da gioco aperti alla comunità locale, in cui praticare le attività sportive, educative e inclusive”.

Oggi, sono mille ragazzi Under 15 quelli che frequentano l’Academy e in particolare due di loro hanno avuto la possibilità di intraprendere esperienze sia negli USA, che in Italia, a Torino. Grazie alle borse di studio elargite da Slums Dunk sono numerosi i giovani che hanno avuto possibilità di crescita, altrimenti impossibile.

Edoardo Walliser

Redazione
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Pubblicato il 23 Marzo 2022
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