Costruire buone pratiche per pazienti autori di reato: specialisti a confronto a Palazzo da Perego di Legnano
Al centro della giornata di lavoro la complessa sfida riguardant l'integrazione tra salute mentale, dipendenze, giustizia e servizi sociali. Ad introdurre il convegno è stato Giorgio Bianconi direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze di Legnano con l’assessore di Legnano Ilaria Maffei
Operatori sanitari, assistenti sociali, psicologi e professionisti dei servizi territoriali a confronto, al Palazzo Leone da Perego di Legnano, sul tema della presa in carico multidisciplinare dei pazienti psichiatrici autori di reato. Un corso formativo tenutosi, giovedì 13 ottobre, denominato “Costruire buone pratiche per pazienti autori di reato tra CPS, servizi per le dipendenze e disabilità: focus sulla complessità” che è stato organizzato da ASST Ovest Milanese con il patrocinio del Comune di Legnano. Al centro della giornata di lavoro la complessa sfida riguardant l’integrazione tra salute mentale, dipendenze, giustizia e servizi sociali. Ad introdurre il convegno è stato Giorgio Bianconi direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze di Legnano con l’assessore di Legnano Ilaria Maffei. La giornata è stata coordinata dalla dottoressa Giovanna Valvassori, direttrice della Psichiatria di Magenta che è anche referente dell’equipe forense territoriale che ha in carico circa 80 pazienti.
Il Convegno
L’incontro ha visto la partecipazione di esperti provenienti da diversi ambiti, tra cui Marina Verga, Laura Ghiringhelli, Francesca Cova, Silvia Ferrari, Erika Piccinni, Maruska Belingheri, Giulia Di Monaco e Simone Giacco della REMS di Castiglione delle Stiviere. Il pubblico, composto da una settantina di operatori, ha seguito con attenzione gli interventi e ha partecipato attivamente con molte domande e casi pratici, segno di un forte interesse verso un tema che unisce aspetti clinici, sociali e giuridici. Tra i punti più discussi, la valutazione della capacità processuale e della pericolosità sociale secondo l’articolo 203 del Codice Penale, e il ruolo delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Gli esperti hanno illustrato esempi concreti di percorsi terapeutici e di reinserimento, sottolineando l’importanza della collaborazione tra servizi di salute mentale, enti locali e strutture giudiziarie per garantire continuità assistenziale e tutela della collettività. Un confronto ricco di esperienze e prospettive che ha confermato come, anche nei casi più complessi, la sinergia tra professionisti resti la chiave per costruire percorsi di cura efficaci e sostenibili. Non a caso, come ha precisato il dottor Bianconi, l’obiettivo futuro è quello di mettere in rete tutte le strutture coinvolte: dai Dipartimenti di Salute Mentale alle REMS, fino ai magistrati di sorveglianza e ai servizi sociali. L’intento è evitare frammentazioni e garantire percorsi di cura coerenti e tempestivi.






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