C’è scettiscismo tra i sindacati sullo stop ai cosiddetti ‘gettonisti’ nel settore sanitario Lombardo. Per i sindacati Nursind di fatto quella fatta da Regione Lombardia sarebbe «una scelta più che sensata se ci fosse il personale». Il nodo è sempre lo stesso: carenza di infermieri e medici in un settore, come quello sanitario, che risulta sempre meno attrattivo. Una presenza che nell’Asst Ovest Milanese non è «importate» rispetto ad altre strutture limitrofe che «contano maggiormente sui professionisti a gettone».

La decisione di bloccare i medici e quegli infermieri che prestano la propria opera tramite cooperative contrattualizzate dalle strutture sanitarie pubbliche è stata presa oggi, mercoledì 13 dicembre. In particolare si tratta di specialisti che vengono remunerati in proporzione alle singole presenze per la copertura dei servizi sanitari. Sono lavoratori che, come spiegano i sindacalisti, svolgevano doppio lavoro per arrotondare «liberi professionisti o dipendenti di cooperative considerati  “mercenari” a tempo pieno, essendo un servizio ben remunerato».

Ed ora la preoccupazione sale. Non tanto per la realtà di Legnano che conta solo pochi medici “mercenari”, ma per «l’intero sistema che è già in apnea. Il problema resta ed è lì sotto l’attenzione di tutti. Super lavoro, personale spostato per cercare di attivare nuovi servizi e contratti sempre più poveri. Ma quali sono le strategie per rendere più attrattivo questo mestiere e per far si che non ci sia una fuga generale?».

Stop in Lombardia ai medici e infermieri ‘gettonisti’, al via l’arruolamento di liberi professionisti